Il Cerchio magico: Rientro a Scuola, piccola riflessione sull’Obbligo

Il rientro a scuola si avvicina e crescono i sentimenti contrastanti delle mamme: da un lato la voglia di rientrare nei ritmi normali della vita, senza più l’ansia di “cosa far fare ai bambini durante le vacanze” e dall’altra l’apprensione per le novità che si prospettano, insieme alle fatiche e alle incertezze che l’inizio di un nuovo anno scolastico e di lavoro porta con sé.

Per quanto mi riguarda questo è un anno un po’ speciale perché mia figlia inizia la scuola elementare ed entra così, di diritto e di dovere, nel mondo dell’obbligo scolastico e così mi sono ritrovata a riflettere sul tema dell’obbligatorietà e sulle sue ricadute. La parola obbligare non ci piace per niente, la sentiamo stretta, quasi violenta e suscita un immediato desiderio di svincolarci e trasgredire. Quando si tratta dei nostri figli, poi, l’idea che siano vincolati da una decisione non presa da noi sembra quasi vessatorio, un’intrusione in uno spazio nel quale pensavamo di poter esercitare nel modo più completo la nostra libera volontà, quasi sovranità. Eppure  il verbo obbligare ne contiene un altro, ovvero “ligare”= legare. L’obbligo parla dunque di legami, cioè quelle cose che – in ultima analisi – ci tengono insieme come società. Allora l’obbligo scolastico, ma vale anche per altri più recenti obblighi come quello dei vaccini, si va a collocare non nell’ambito di uno stato poliziotto che pretende di entrare nelle nostre case e nelle nostre famiglie, ma di una dimensione costitutiva del nostro stare insieme: studiare, vaccinare, ma anche denunziare i reati, prestare soccorso, sono tutte azioni costitutive del nostro stare insieme, finalizzate a proteggere la comunità dall’arroganza e dalla violenza. Come diceva don Milani “Quando avete buttato nel mondo d’oggi un ragazzo senza istruzione avete buttato in cielo un passerotto senza ali”, la parola e l’istruzione permettono di difendersi dalla sopraffazione e anche dalla complessità, costruiscono la società umana e la differenziano dall’homo homini lupus, per questo siamo obbligati a mandare a scuola i nostri figli e noi lo faremmo anche non obbligati, perché quel vincolo lo sentiamo dentro di noi, perché ci crediamo.

Allo stesso modo ci obbligano a vaccinarli perché la salute dei nostri figli è fondamentale per noi e per difendere i più deboli, i più fragili che non possono o non possono ancora essere vaccinati, ma lo faremmo lo stesso perché quella responsabilità la sentiamo nostra. Così è con tutti i grandi obblighi del nostro vivere civile, anche con l’obbligo di pagare le tasse, perché – con tutti i limiti del nostro Paese e dei nostri politici – le tasse sono ancora l’unico modo per ridistribuire la ricchezza garantendo a tutti la scuola, l’accesso alle cure e tanto altro.

Allora credo che in questa settimana che ci separa dall’inizio della scuola credo che parlerò con mia figlia di cosa significa “obbligo” ringraziando per l’occasione, che lei mi offre, di ricordarlo anch’io. E di ringraziare per quei vincoli che ancora ci consentono di restare uniti, nonostante le fatiche, nonostante le cadute.

Paola Lazzarini