Il Cerchio magico: Sessismo a Sanremo. Una riflessione a posteriori.

La polemica dei giorni scorsi, generata dalle parole scelte da Amadeus per presentare le sue co-conduttrici e, in particolare, Francesca Sofia Novello, stanno generando una serie di reazioni interessanti da rilevare e provare ad analizzare.

Moltissime donne (e anche tanti uomini) hanno visto in quella frase: “una ragazza molto bella che sappiamo essere la fidanzata di un grande Valentino Rossi. È stata scelta da me perché vedevo, intanto la bellezza, ma anche la capacità di stare vicino a un grande uomo stando un passo indietro” una smaccata, quanto inconsapevole espressione di maschilismo paternalista e retrogrado, per il quale la donna vale per la sua bellezza, la sua capacità di non fare ombra a un uomo e che un altro uomo può descrivere come una propria scommessa, roba sua insomma.

Una reazione, a mio parere, legittima per la gravità di un ragionamento che non contiene di per sé insulti, ma – ben più atrocemente – restituisce un’immagine della donna oggetto a misura di “uomo per bene” di padre di famiglia… quella misura generalizzata che rappresenta il terreno di coltura di ogni discriminazione e violenza di genere.

Eppure, proprio perché rappresenta una mentalità maggioritaria, ha suscitato anche tanti pronti difensori: uomini e donne, soprattutto donne, che si sono affannate a difendere il conduttore proclamando la virtù della donna “che sa stare al suo posto” e anche tante colleghe della televisione che, evidentemente, hanno interiorizzato talmente bene la discriminazione da non vederla neanche più, benché quella discriminazione tocchi loro per prime.

Ciò che è interessante è che, se non ci fossero stati i social network (quindi semplici cittadine e cittadini, magari con una storia di impegno sociale alle spalle) a puntare immediatamente l’attenzione su quelle parole, sarebbero passate inosservate. Lo stesso Amadeus è rimasto stupito e sinceramente incredulo, incapace di comprendere la reazione al suo discorso. Poi, invece di chiedere scusa, ha risposto come se fosse vittima di un fraintendimento e questa reazione è decisamente la prova più efficace della pervasività di un certo modo di vedere la realtà. Un modo di vedere la realtà che va scoperchiato radicalmente, sapendo che si tratta di un lavoro lungo, difficile, che impegna in prima persona perché richiede che si scardinino tanti degli assunti ai quali siamo educati dalla primissima infanzia.

È qui il nucleo del lavoro: nella costruzione da subito, dalla culla, di rapporti rispettosi e senza assegnazioni predeterminate dei ruoli… allora non ci sarà più bisogno di indignarsi per i testi (vergognosi) delle canzoni che ascoltano i nostri ragazzi, perché avremo bruciato il terreno in cui nascono.

Certo è un lavoro lungo, che forse mai si compirà, ma ben vengano reazioni come quelle a cui abbiamo assistito e che ci aiutano a dire che il re è nudo.

Paola Lazzarini