Il Cerchio magico: Là dove l’inverno tocca la primavera (la malattia e la morte spiegate ai bambini)

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Mentre la primavera tarda a venire, nella mia famiglia viviamo da vicino l’esperienza dell’accompagnamento al tramonto della vita di un nonno. È un’esperienza che ci coinvolge molto, emotivamente e concretamente, e che mi ha portata a riflettere su come vivere insieme ai bambini la malattia e la morte.

Mia figlia ha sei anni e in pochi mesi ha visto il nonno passare da una vita autonoma e dal camminare col bastone alla sedia a rotelle e al bisogno di assistenza 24 ore su 24, l’ha visto nel dolore di un femore rotto e nella progressiva perdita di lucidità. L’ha visto perché abbiamo ritenuto e riteniamo che questo tempo doloroso e faticoso sia però importante che anche lei lo viva insieme a noi, ovviamente con la nostra mediazione e con l’aiuto costante nel comprendere e accettare. Ebbene, quello che sto imparando è che i bambini non hanno ancora sviluppato quel meccanismo di rimozione e allontanamento dal dolore che noi conosciamo bene, quindi non fuggono, non si tirano indietro e anzi desiderano la vicinanza, anche fisica.  Mia figlia risente a volte, ovviamente, del tempo dedicato al nonno, ma al tempo stesso lo cerca e ha iniziato una personale riflessione sulla morte molto articolata, che in qualche modo la sta preparando a ciò che verrà: ci chiede dove si andrà dopo la morte, ma anche come si può mantenere una forma di comunicazione, cosa resta nei cimiteri e se gli animali verranno con noi in paradiso.

Io cerco di aiutarla a esprimere i suoi dubbi, a non lasciare parole in sospeso e quando non riesco a rispondere alle sue domande glielo dico francamente. Non saprei come altro fare, né vorrei fare diversamente… è un momento di verità per tutti e lei lo sta vivendo con noi.

Ovviamente vede anche la nostra fatica, il non saper bene cosa fare e il dolore di suo padre che è il più colpito dalla situazione, ma in tutto questo devo dire che è lei che ci sta insegnando di più: a non fuggire, ad accettare che in certi momenti della vita c’è poco da fare e molto da restare, restare vicino, restare in silenzio.

Sono stagioni nella vita in cui ci troviamo stretti tra figli da crescere e genitori da accompagnare e a volte è legittimo voler sfuggire, ma il dono di affrontare questi tempi con i bambini è quello di riuscire a guardare tutto in una prospettiva vitale, con lo sguardo sempre affamato di futuro, mai ripiegato su ciò che è stato.

È un grande dono… a ben pensarci è il senso della vita.

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