Il Cerchio magico: Come si cambia…

Si cambia per necessità, per volontà (propria o altrui), per disperazione o per un accesso di incontenibile speranza, in ogni caso si cambia, si cambia sempre.

Il tema del cambiamento è particolarmente vitale per me in questo tempo di trasferimento da una piccola a una grande città…. A più di mille chilometri di distanza. Ovviamente ogni riflessione, esperienza e approfondimento sono filtrati da questa lente specifica: cosa possiamo cambiare senza intaccare il nostro “centro”, quella parte profonda che ci consente di riconoscerci?
Io ho identificato tre elementi, ma sono certa che potrebbero essere molti di più:
Riconoscere le abitudini e distinguerle dai bisogni
Creare un piccolo rito di passaggio che abbia il sapore della festa
Le coccole aiutano (anche se quest’ultimo a dire il vero è il mio personale prezzemolo, perché sono convinta che le coccole aiutino quasi in tutte le circostanze)

Riconoscere le abitudini e distinguerle dai bisogni
A volte a mancarci più ferocemente, quando ci trasferiamo o facciamo un grosso cambiamento, non sono le cose grandi, ma le piccole abitudini costruite negli anni. E quindi ecco che la tappa a guardare la X vetrina tornando da lavoro o il caffè del martedì con un’amica assumono contorni idealizzati, così come la disposizione degli oggetti in casa che magari non può essere riprodotta tale e quale nella casa nuova. Ed è giusto, sacrosanto, eppure sono cose che non hanno nulla a che vedere con i bisogni… col bisogno di sentirsi al sicuro, di poter costruire relazioni significative, di essere curati quando si sta male e istruiti quando si è piccoli. Così il cambiamento può diventare l’occasione di esplorare nuove strade per rispondere a quegli stessi bisogni e magari andare più in profondità nel distinguere quelli reali dagli indotti o dalle rassicurazioni che a volte ci castrano più di quanto ci proteggano.

Creare un piccolo rito di passaggio che abbia il sapore della festa
È una cosa che viene in mente di fare quando ci sono dei bambini in famiglia, eppure è importante per piccoli e grandi in egual misura: la capacità di celebrare è uno dei tratti distintivi dell’umanità, che infatti celebra fin dagli albori della preistoria lasciandocene abbondanti tracce, e allora perché non celebrare il cambiamento, la trasformazione, lo spostamento? In fondo altro non è che una celebrazione della vita, che non è mai statica.

Le coccole aiutano
Per quanto adulti, responsabili e – magari – liberi nello scegliere di fare un cambiamento importante nella nostra vita, l’affetto delle persone vicine al cuore è sempre il luogo migliore per affrontare la fatica che si fa. Quando ci si trasferisce, in particolare, ci si sente per certi aspetti di nuovo piccoli, perché tutto quello che si è fatto e costruito diventa all’improvviso meno facile da vedere e le persone che incontriamo non ne sanno nulla. È normale allora sentire il bisogno di accoccolarsi sul cuore di chi, invece, ci conosce, sa chi siamo, qual è il nostro percorso e non ci chiede grandi dimostrazioni per ricordarci il nostro valore intrinseco.

C’è una frase che gira su internet che dice “se non ti piace dove stai cambia, non sei un albero” ecco… non sempre si cambia perché non ci piace dove siamo e non sempre è possibile cambiare radicalmente, quello che sempre dovremmo però poter ricordare è che noi siamo molto di più del luogo in cui abitiamo, del lavoro che svolgiamo, della casa in cui viviamo e questa bella stima di noi può davvero essere un’esperienza di liberazione.

Paola Lazzarini