Il Cerchio magico: AAA cercasi annunci di lavoro rispettosi

È di pochi giorni fa la segnalazione della CGIL Asti relativa all’annuncio di un centro estetico che cercava un’estetista specificando di volerla “senza problemi di famiglia, non in sovrappeso, oltre 30 anni, senza problemi di orario” e il corretto richiamo a non rispondere ad annunci di questo tipo, lesivi della dignità e dei diritti delle lavoratrici.

Ciò che colpisce in questo annuncio, dice la CGIL, è “l’impudenza di discriminare a viso aperto”ed è molto vero: siamo ormai tristemente abituati a battute sui figli lasciate cadere durante i colloqui di lavoro, a demansionamenti seguenti alle maternità, a richieste di bella presenza come se una addetta alle vendite facesse parte della merce in esposizione. Ciò che questo genere di annunci ci svela, però, è che quei comportamenti discriminatori, che venivano cammuffati per evitare conseguenze, ora sono stati sdoganati dal momento che – in una situazione di carenza di posti di lavoro – si pretende che vada bene tutto, che non ci sia più alcun vincolo di rispetto dei diritti e della dignità delle persone.Sono assolutamente convinta che i titolari del centro estetico in questione in questo momento si domandino la ragione di tanto clamore e forse pensino anche che “la gente non ha voglia di lavorare se sta a guardare queste cose”, perché ciò che loro hanno messo nero su bianco è ciò che in realtà tutti cercano senza avere il coraggio di ammetterlo: lavoratori e lavoratrici di cui poter disporre completamente, mente e corpo, per tutto il tempo che a loro servirà.

Sappiamo bene che oggi fare impresa, che sia manufatturiera o di servizi estetici, richiede grandi sacrifici e fatiche e che gli imprenditori (dal più grande al più piccolo) sono figure essenziali per la vita di una società perché, rischiando, creano posti di lavoro. Di questo loro positivo ruolo nella società forse si dice troppo poco, ma né le difficoltà innumerevoli della burocrazia e tassazione italiana, né la gratitudine che si deve a chi ha avuto il coraggio di intraprendere, possono mettere in ombra il fatto che i lavoratori sono cittadini e non schiavi, che i diritti dei lavoratori non diventano optional nei periodi di crisi economica e che in particolare le donne non possono essere, per il solo fatto di essere donne e quindi potenziali madri, discriminate. Sappiamo benissimo che una madre, ma anche una figlia di genitori anziani, ha un carico familiare importante e che questo può avere ripercussioni sui suoi tempi di lavoro, ma quale società è quella in cui invece di cercare di alleggerire quel carico che le viene da un welfare insufficiente, la si penalizza anche nella ricerca del lavoro? C’è un messaggio significativo, in questa vicenda, ed è che almeno ad Asti questo sdoganamento di comportamenti beceri e discriminatori non passa sotto silenzio, ci si sdegna ancora e si agisce, non solo e non tanto per colpevolizzare chi ha fatto quell’annuncio, ma per ricordare a tutti che nessuna congiuntura sfavorevole potrà farci dimenticare qual è la società che non vogliamo.

Paola Lazzarini