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Aldo Fara, sindaco di Moncalvo: “Dobbiamo imparare a presentarci come un unico territorio” fotogallery video

Continua il nostro viaggio nei territori astigiani che hanno ottenuto il riconoscimento UNESCO per i loro “Paesaggi Vitivinicoli”. Dopo aver incontrato i Sindaci di Nizza e Mombercelli, due comuni della Core Zone 4 “Nizza Monferrato e il Barbera”, ci spostiamo a Moncalvo, uno dei Comuni situati, come viene chiamato in gergo tecnico, in “Buffer Zone”.

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Aldo Fara:”Dobbiamo imparare a presentarci come un unico territorio”

di Silvia Musso

Aldo Fara, 71 anni, è stato eletto sindaco di Moncalvo nel 2014 per la quarta volta. Fara dall’alto della sua esperienza amministrativa pluridecennale ha salutato con scetticismo quella che definisce con una punta di ironia la “benedizione UNESCO”. Il motivo è semplice: perché l’etichetta UNESCO porti i suoi frutti è necessaria una visione d’insieme. Perché il Monferrato si presenti come territorio unico e non come somma di singoli comuni, è necessario lo sforzo di tutti: dalle amministrazioni ai produttori passando dalle associazioni di promozione turistica.

Cosa è cambiato con il riconoscimento UNESCO?

È passato troppo poco tempo per rispondere. I risultati, se arriveranno, si vedranno sul lungo termine. Con l’UNESCO si è aperto il grosso problema di aggiornare la normativa a mantenimento del territorio. Che si debba rispettare il territorio siamo tutti d’accordo, ma sarebbe bastata una norma regionale anche senza il riconoscimento UNESCO che per ora ha portato solo un surplus di lavoro per adeguare la normativa. Il problema è che non abbiamo prescrizioni, ma solo linee guida ed è compito dei singoli comuni trovare le formule più adatte per metterle in atto. Un lavoro da ufficio tecnico a cui però le ore sono state diminuite. Più lavoro e meno tempo per farlo.

Cosa possono fare le amministrazioni?

Gli amministratori dei nostri territori hanno sempre avuto a cuore la salvaguardia e valorizzazione del territorio, hanno una profonda sensibilità e consapevolezza del bello. Dimostrazione è che in queste zone non esistono beni comunali fatiscenti. L’attenzione al territorio e alle proprie strutture sono fondamentali perché gli amministratori hanno una diretta responsabilità nei confronti dei loro cittadini. Questo però non basta. Bisogna guardare oltre, fare un salto di qualità. L’unico mezzo che hanno i comuni è unire le forze, parlarsi affinché il territorio si adegui offrendo un alto standard di prodotti e di accoglienza turistica.

Cosa può e deve cambiare per sfruttarlo al meglio il riconoscimento UNESCO?

Comunicare. Ma la comunicazione non deve ricadere sulle singole comunità perché altrimenti ognuno fa piccole cose che hanno piccola eco. Per comunicare bene il paesaggio UNESCO al resto dell’Italia e all’estero, bisogna mettersi insieme. Per andare lontano bisogna unire le forze.

Può fare un esempio?

Non possiamo su un territorio come il nostro avere 24 giornate del tartufo. Ci copiamo l’un l’altro senza scovare le reali peculiarità di ognuno. In provincia di Cuneo c’è una sola Fiera Internazionale del Tartufo e così tutte le energie sono concentrate su quello e i visitatori arrivano numerosissimi e Alba è conosciuta anche oltre i confini italiani.
Qui nel Monferrato per ora non c’è una visione d’insieme. Serve un ente superiore che coordini il tutto e presenti all’esterno tutto il territorio nel suo insieme. Questo ente potrebbe essere l’ATL (Agenzia di accoglienza e promozione turistica locale, n.d.r.) che potrebbe raccogliere i contributi dai singoli comuni dell’area UNESCO e soprattutto dalla Regione.

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Il Progetto “Comunicare la Bellezza: Narrazione Digitale dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato” è realizzato grazie al contributo di:

Regione Piemonte

Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato

Cooperativa della Rava e della Fava

Il Progetto ha ricevuto il Patrocinio di:

Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato

Comune di Asti

Comune di Vaglio Serra

Provincia di Asti