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Ecco una nuova tappa del nostro viaggio per Comunicare la Bellezza: Narrazione Digitale dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, attraverso i racconti dei suoi protagonisti.

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Ci fermiamo oggi a Nizza Monferrato, per conoscere cosa c’è dietro la tipica produzione del Cardo Gobbo.

Claudio Vaccaneo: “Il cardo è un prodotto identificativo del nostro territorio”

di Elisa Grasso

Non tutti i bambini sono nati «sotto i cavoli», alcuni hanno preferito i cardi.

E’ la storia del produttore nicese Claudio Vaccaneo.
Figlio d’arte, è da sempre appassionato alle produzioni agricole di qualità. Da 25 anni svolge questo mestiere a tempo pieno, specializzandosi nella produzione del cardo gobbo, che, insieme alla Barbera, rappresenta un buon biglietto da visita per Nizza Monferrato.
La professione di cardarolo è profondamente legata alla storia della Valle Belbo: è complicata e richiede passione e pazienza, dedizione e amore.
L’etichetta UNESCO ha incrementato la domanda di cardo gobbo, che, tuttavia, essendo coltivato da pochi, non viene mai prodotto in eccedenza. Occorre puntare sui prodotti di eccellenza del territorio.
La qualità è sempre stata uno dei punti principali su cui si è soffermata l’attività della famiglia Vaccaneo.

In cosa consiste la Sua attività?

E’ più facile mostrare il mio lavoro piuttosto che descriverlo a parole.
Si tratta di un’attività che sta scomparendo, perchè complicata e completamente manuale: non ha costi di produzione, solo manodopera.
Puoi essere bravo, bravissimo, il più bravo, ma il tuo operato dipende interamente dalle condizioni climatiche.
Le alluvioni, il freddo, il fango, decidono se ripagare la fatica oppure no.

Quando si sviluppa il ciclo produttivo?

Il cardo gobbo si semina a metà maggio, raggiunge il pieno sviluppo a fine settembre, momento in cui bisogna raccoglierlo nelle foglie e legarlo per farlo avvicinare alla radice.
Deve essere interrato e legato e, se la temperatura scende sotto lo zero prima che venga interrato, non inizia il ciclo produttivo.
Una volta, la legatura avveniva tramite i vimini, ora con iuta biodegradabile.
Il cardo non si irriga e non si concima, bisogna trovare territori poveri, perchè è molto rigoglioso.

Quali tipologie di acquirenti serve?

Ho il piacere di servire diversi ristoranti stellati e mi interfaccio sia con il cliente privato del nostro territorio, sia con il turista che viene a curiosare nella mia azienda.
Nel pieno della stagione, contiamo una decina di dipendenti.
I turisti provengono principalmente da Olanda e Germania, ma abbiamo ricevuto anche visite da giapponesi.
Sono molto interessati a comprendere le origini di questo mestiere, non c’è tanta informazione, e così organizzo visite nei campi.
Dal 2000 abbiamo istituito il «Presidio del cardo gobbo» in collaborazione con Slow Food, che, con me, conta 14 aziende.
Puntiamo alla qualità del prodotto, perchè è un’importante identificazione del nostro territorio.

 

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Il Progetto “Comunicare la Bellezza: Narrazione Digitale dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato” è realizzato grazie al contributo di:

Regione Piemonte

Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato

Cooperativa della Rava e della Fava

Il Progetto ha ricevuto il Patrocinio di:

Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato

Comune di Asti

Comune di Vaglio Serra

Provincia di Asti