Qualità della vita, Asti scala 5 posizioni (65). Bene gli incidenti stradali, male la presenza di medici specialisti

I dati della classifica del Sole 24 ore vedono avanzare la nostra provincia in sicurezza e giustizia. In arretramento invece gli altri paramentri

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La nostra provincia scala 5 posizioni nella classifica sulla qualità della vita del Sole 24ore, classificandosi alla 65posizione nella speciale graduatoria che vede competere tutte le provincie italiane con la valutazione di diversi parametri.

La nostra provincia è prima in Italia come mortalità per incidenti stradali, conseguendo un’incidenza pari allo o (rispetto alla media nazionale che vede una mortalità dello 0,5 ogni 10.000 residenti). Le cose vanno peggio invece per la presenza di medici specialisti: ogni 10mila abitanti ci sono solo 19,5 professionisti, contro la media italiana di 28.

In  miglioramento gli indicatori su giustizia e sicurezza,  dove Asti raggiunge il 43esimo posto, scalando 21 posizioni rispetto al 2020.

Giù gli indicatori per l’ambiente e servizi, -10 posizioni rispetto allo scorso anno. Se siamo al 45esimo posto per raccolta differenziata e le piste ciclabili 42), va male il trasporto pubblico (93), la qualità dell’aria (96) e l’affollamento negli istituti di pena (96). Ottimo il dato delle farmacie, 4,1 ogni 100mila abitanti (17), e la qualità di vita dei giovani (45).

Asti perde 20 posizioni anche per quanto riguarda la cultura e il tempo libero, passando dalla 49 alla 69 posizione. In questo caso incide negativamente la scarsità di piscine e palestre (1,1 ogni 10mila abitanti, 90esimo posto), la formazione continua (102), la banda ultra larga (74), l’indice di sportività (86). Bene invece la presenza di agriturismi, 15 ogni 100km2 (14posto).

Asti si conferma tra le prime in Italia per depositi bancari, in media 22.851 a testa. Ogni astigiano ha in media 98 metri quadrati di abitazione (7 posto), vanno bene le riqualificazioni energetiche (14 posto), mentre la retribuzione media annua dei dipendenti è di circa 22mila euro (32). Il tasso di occupazione è del 72%, i giovani che non studiano e non lavorano sono invece il 18,8% (46esimi in Italia). Ottimo l’export, con circa il 56% di quota sul pil (14) e gli infortuni sul lavoro, 9,5 ogni 10mila occupati (23).

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