Il Castello di Robella e Casale Armanda aprono le loro porte nella Giornata delle Dimore Storiche

I piccoli borghi sono il cuore pulsante dell’Italia. Nascondono tesori, spesso inediti, caratterizzati da luoghi inesplorati, fuori dagli ordinari e ben noti circuiti turistici. Ogni micro paese ha una storia da raccontare, avvincente oppure curiosa, con protagonisti importanti o personaggi che, in qualche modo, possono essere ricordati per le loro gesta. Una località possiede sempre qualcosa di particolare da scoprire, che può diventare il fulcro della sua unicità e un modo per distinguersi dagli altri.

Tra i numerosi borghi del Monferrato, Robella, situato non lontano dal confine con il territorio Casalese, è un esempio di quanto finora descritto. Il suo paesaggio è composto da colline sinuose, verdi prati, boschi e vigneti a ricamare i panorami digradati nelle varie stagioni con la natura ancora incontaminata. Tra le personalità locali di spicco, da ricordare Enrico Martini (1872-1942), dal 1908 docente di patologia chirurgica all’Università di Torino e medico. Figura eclettica, grande anticipatore dei tempi e studioso dei cambiamenti della società dell’epoca, a cui si deve l’invenzione del primo pronto soccorso, in seguito all’aumento degli infortuni sul lavoro nel settore dell’industria, dovuti al trasferimento in massa di molte famiglie dalla campagna alla città per la ricerca di un’occupazione. Il professore, inoltre, costruì (a suo totale carico economico) e inaugurò nel 1911 l’ospedale Martini, ricoprendo, poi, l’incarico di direttore generale.

Come molti paesi monferrini, Robella, ha una storia che affonda le origini nell’antichità. A testimoniare gli eventi di un tempo, fu la presenza dei Conti Radicati di Cocconato, famiglia nobiliare che, per secoli, mantenne il dominio di queste terre. A edificare il castello, situato in cima a un’altura (di oltre 400 metri) sulla piazza della Chiesa parrocchiale di San Giacomo, furono i Radicati di Robella, nel periodo medievale. Il maniero è, quindi, il luogo ideale, per fare un tuffo nel passato, fantasticando per provare a immaginare i tanti destini che si sono intrecciati tra queste antiche mura. All’entrata del maniero, il visitatore s’immerge in un grande parco, punteggiato da alberi secolari, progettato tra Settecento e Ottocento dall’architetto Filippo Castelli. Olmi, ippocastani, siepi di bosso e tigli, sono i viali che si alternano lungo l’ampio giardino, dove si trova anche l’antica fattoria del castello con la caratteristica “Casetta del Giardiniere”. Dopo il percorso nel verde, si raggiunge la dimora che si presenta in tutta la sua maestosità. L’attuale costruzione è adibita a uso privato, di proprietà della famiglia Cotta, ma con la possibilità di effettuare visite guidate, soggiornare nell’appartamento della “Camera Rosa”, affittare i saloni e il cortile per eventi vari, cerimonie oppure trasformare alcuni spazi in set fotografico.

La struttura fortificata, a forma di poligono, con una corte al centro e una torre a merlatura guelfa, è stata rimaneggiata negli anni, con modifiche in stile barocco e ancora nel corso dell’Ottocento. Le tracce del periodo iniziale, intorno al 1100 e 1200, si ritrovano nel cortile interno, nelle cantine e sulla muratura; restano come una vera e propria testimonianza. In seguito, i lavori ridisegnarono alcuni spazi; in particolare, nel XVII secolo avvenne l’allestimento del salone del piano terra con soffitto a cassettoni (Sala Magna). Altri cambiamenti intorno al 1625 con l’eliminazione della torre quadrata, in seguito all’assedio degli spagnoli, tanto da trasformare l’edificio da fortezza a palazzo signorile. Il torinese Castelli fu l’artefice di cambiamenti e ampliamenti importanti, a partire dalla facciata con finestre simmetriche, sullo stile di veri palazzi cittadini. Nel XIX secolo, invece, Carlo Bernardo Mosca, architetto e ingegnere, lavorò sulla realizzazione della sontuosa scalinata a doppia rampa per l’ingresso principale, oltre a ideare il simbolo di tutto il castello, visibile a distanza. Nel 1823, infatti, il professionista biellese progettò la specola. Una torre in muratura con struttura in ferro, unica nel suo genere in Piemonte, creata come punto di osservazione astronomico. Dall’alto dei suoi 18 metri, il panorama è davvero mozzafiato: si possono ammirare gli Appennini, il Monte Rosa, il Monviso e il territorio circostante.

castello di robella casale armanda

Altro interessante luogo che custodisce elementi di storia e memorie di Robella e non solo, è Casale Armanda di via Radicati di proprietà di Pierangelo Calvo, delegato delle mostre del Coordinamento Sabaudo. La struttura, originaria del Cinquecento, edificata dai Radicati di Robella, racchiude preziosi cimeli, tra documenti e oggetti di vita contadina, oltre ad attrezzature e costumi, fotografie, a testimonianza della vita delle campagne tra campi e vigneti. Tra le sale si scopre, per esempio, la figura di Giacinto Rolfo, robellese viticoltore che prese parte all’Esposizione Internazionale di Londra del 1908, presentando il suo vino “chiaret”, prodotto con uve del Monferrato. Altre immagini esposte ritraggono i residenti che hanno abitato Casale Armanda negli anni, dalla Marchesa Pallavicini al conte Gualtiero Gromis di Trana. Il casale è ricco di documenti, come quelli relativi alla peste del 1630, citata da Alessandro Manzoni ne “I promessi sposi”, oppure il mantello dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Tante storie che s’intrecciano in questo magico luogo, dove hanno vissuto personaggi di spicco, come la nobildonna Camilla che offrì alle donne del paese un lavoro come cucitrici di abiti per i soldati astro ungarici, prigionieri al Castello di Frinco, nel corso del primo conflitto mondiale.

L’occasione per visitare il Castello e Casale Armanda, sarà l’evento “Robella Incontra”, promosso dal Comitato Amici di Robella, in programma sabato 25 (dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 18) e domenica 26 maggio (orari: 10,30-13 e 14,30-17), nell’ambito della XIV edizione della Giornata Nazionale dell’Associazione delle Dimore Storiche Italiane. Programma al Castello di piazza Vittorio Veneto: apertura gratuita del parco (visita guidata gratuita parco e torre, solo la domenica), visite guidate alle sale (10 euro, gratuito per minori di 12 anni, prenotazione al 348/6052166). In programma mercatino di libri, oggetti, mostra di giocattoli antichi, mercatino di prodotti tipici e di artigianato (domenica). Al Casale Armanda ingresso libero con visite guidate al Museo delle Contadinerie, mostre fotografiche ed esposizione di quadri. Sabato alle 17, consegna di attestati di benemerenza per l’impegno profuso alla promozione di Robella da parte del Comitato per la tutela del Patrimonio e delle Tradizioni piemontesi dell’Associazione Internazionale Regina Elena. Per tutti gli aggiornamenti e i dettagli dell’evento, è possibile seguire il profilo Instagram di Serena Emanuel (serena_in_monferrato), robellese che collabora con le realtà locali per la promozione delle iniziative e per fare rete sul territorio.

Marina Rissone