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Speciale 118 Sindaci: intervista ad Angelo Marengo, Sindaco di Castell’Alfero

118 Sindaci: incontriamo Angelo Marengo, Sindaco di Castell’Alfero. 

Da bambino aveva mai immaginato di diventare sindaco?

No, da bambino no, però già da ragazzino ho cominciato di interessarmi alla politica, volevo cambiare le cose.

Come è nata la Sua candidatura a sindaco?

Nel 1995 fui candidato e fui eletto consigliere di minoranza, giusto per fare la gavetta. Nel ’99 alla fine di quel mandato si era creato un movimento di cittadini che spingeva a fare cose nuove per il paese.

Abbiamo creato un gruppo e per quelle elezioni nacque questa alternativa.

Dal punto di vista personale mi è sempre piaciuto partecipare alle gestione della comunità in cui vivo. Il potere, quello più vicino a noi è quello della concretezza, e la cosa mi ha sempre entusiasmato.

Aveva già qualche esperienza di tipo amministrativo o comunque nel settore pubblico?

Si, i 4 anni come consigliere di minoranza.

Seguivo già la “politica” locale, che si radicava nella mia partecipazione agli eventi del paese.

Poi, lavoravo dentro la macchina amministrativa della Provincia.

Quale è stato il suo primo pensiero nel momento che ha capito di essere stato eletto?

Adesso bisogna “pedalare”. Darsi da fare per gestire al meglio Squadra e Comune ed attuare il “programma” che avevamo presentato in modo molto chiaro.

Bisognava “salire in sella al cavallo”.

Quale è stato (o è) l’impegno più complesso che in questa carica ha dovuto affrontare?

Ricordo la complessità di un problema che dovetti affrontare nel 2000 proprio all’inizio del mio primo mandato.

Ci fu una proposta di fare una ricerca di fonti energetiche (petrolio, gas) sul nostro territorio con l’installazione di “pozzi esplorativi”. Furono mesi di lavoro “in tensione” per capire e interpretare al meglio questa iniziativa.

Riuscimmo ad evitare questo “campo pozzi”.  

A quale tipologia di materia o argomento deve dedicare più tempo?

Ho visto il ruolo di sindaco cambiare almeno due volte da quando sono nella maggioranza. Oggi per vincoli finanziari e normativi abbiamo un numero di dipendenti ridotti rispetto al necessario. Il Sindaco deve essere sempre “sul pezzo”.

Poi la gestione burocratica e finanziaria. Bisogna fare fronte alle esigenze della comunità, e cercare risorse per rispondere al meglio.

Fino ad oggi, quale è stato l’atto da Lei compiuto in carica, che Le ha dato più soddisfazione?

Ce ne sono tantissimi, anche dei semplici.

Ad esempio quello di favorire l’aggregazione sociale con le associazioni e aprendo il comune alla gente. Si tratta di un atto immateriale ma molto importante.

Poi si è rivitalizzato il nostro Castello. Abbiamo presentato una istanza di finanziamento e sono arrivati 2.700.000 euro ai quali abbiamo dovuto aggiungerne altri 700.000 a carico del comune (e per questo ho avuto anche contrasti nel paese). Ma abbiamo ristrutturato Castello e Parco.

Oggi il castello è utilizzato in parte con uffici del comune, ristorante, ecc, e ci sono sale disponibili per chi ne fa richiesta: E’ già stato utilizzato per mostre, convegni e avvenimenti culturali.

Quest’opera ha fatto un po’ da “trait d’union” fra l’immateriale ed il materiale.

In che modo (o in quali modi) comunica con i concittadini?

Io cerco di utilizzare gli strumenti tradizionali, cioè lettere, ma anche comunicazioni on-line.

Personalmente non comunico tramite i social, preferisco il vis a vis, che ritengo molto più efficiente.

Soddisfatto di come porta avanti il suo incarico o no?  Si augura di poter continuare per altri mandati amministrativi?

La soddisfazione è commisurata; per l’impegno sì, come sono soddisfatto per tutto il modo in cui il mio gruppo lavora.

Per i risultati raggiunti sono anche soddisfatto, anche se vorrei sempre fare di più e meglio.

Il mio auspicio è che nel paese possa nascere per il 2019 un nuovo ’99, come è stato per noi vent’anni fa.

La società è cambiata, e non possiamo aspettarci interventi dalla legge nazionale, io spero in una nuova visione di quella che dovrebbe essere la collaborazione fra i comuni.

Quali accorgimenti, che lei ha attuato, consiglierebbe ai colleghi per rendere l’azione del sindaco più efficace?

Sono sempre stato attento nel rendere l’azione del Sindaco efficace partendo dai desideri e consigli della popolazione, tanto da sentire la “minoranza” che mi appellava come il Sindaco del libro “Cuore”.

Innanzitutto è importante la programmazione del quinquennio, e poi non bisogna cambiare i programmi.

Durante l’attivazione dei programmi un altro accorgimento è quello di coinvolgere la cittadinanza in modo ufficiale, con la costituzione di gruppi di lavoro anche con i cittadini e anche con quelli che ti criticano. La cosa è fondamentale: ti permette di capire meglio, e soprattutto di essere capito.

Di cosa avrebbe bisogno un sindaco per fare funzionare meglio la macchina comunale?

Il Sindaco avrebbe bisogno di un supporto tecnico-amministrativo da parte di un Ente Superiore che potrebbe essere al servizio di più comuni, e potrebbe anche essere la Amministrazione Provinciale.

Questo servirebbe per sgravare il peso tecnico-amministrativo che ogni comune ha in carico.

Il problema sicurezza, nel suo Comune come è percepito dai cittadini? Cosa viene fatto e cosa, eventualmente, si dovrebbe fare di più.

C’è una forte apprensione su questo tema, abbiamo sul territorio dei microreati, per fortuna non cose eclatanti.

Il problema l’ho sentito personalmente fin dal mio primo mandato. Prima avevo un vigile che girava per il territorio, a cui poi, ne abbiamo affiancato un secondo. Poi, negli ultimi anni  non li abbiamo più avuti. Fortunatamente dal 1° Marzo scorso siamo riusciti a riavere un Vigile insieme ai comuni della nostra Unione (Calliano, Castell’Alfero e Tonco), che lavorerà sul territorio dei nostri 3 Comuni.

Nel frattempo, già a partire dal 2000 abbiamo installato un sistema di videosorveglianza che abbiamo poi implementato e che stiamo modernizzando, e che, fino ad oggi è servito tantissimo anche grazie ai nostri Carabinieri, (che sono di stanza a Portacomaro). Posso testimoniare che grazie a questo sistema e alla collaborazione dei Carabinieri molte “amare” sorprese sono state evitate. Purtroppo la gente queste cose non le conosce, ma d’altronde non è neanche opportuno farne pubblicità.

Mi piacerebbe creare un attività di monitoraggio da parte delle famiglie residenti, sarebbe bello contare su un gruppo ben amalgamato ed efficace. Oggi c’è già un gruppo di persone che si è attivato in questo senso. Per il momento le segnalazioni di cose anormali o strane, vengono fatte a me o al ViceSindaco.

Sono aumentati negli ultimi anni i bisogni sociali della popolazione? Di che tipo? Cosa si può fare per affrontarli meglio?

Il problema della povertà, se non proprio indigenza, riguarda alcune famiglie del paese.

Abbiamo nel comune la CARITAS e la Croce Rossa che danno assistenza, ma alla fine uno dei problemi più grandi consiste proprio di portate in evidenza i casi di chi non si osa chiedere.

C’è molta dignità nella gente del luogo, noi cerchiamo di individuare, capire ed aiutare, e c’è una grande collaborazione fra il comune e le due istituzioni menzionate prima.

Poi c’è il COGESA che fa la sua attività. Ma qui non voglio enfatizzarne l’opera, perché gioco in casa, essendone, oggi, il Presidente.

Per quanto riguarda il “dare lavoro” il comune non può farlo, ma a volte utilizziamo strumenti che sono a nostra disposizione, come lavori da cantoniere a tempo ecc. giusto per tamponare temporaneamente dei casi estremi.

Bisognerebbe che tutti insieme capissimo bene come affrontare questi problemi legati alla mancanza di lavoro. Bisognerebbe comportarsi tutti in modo diverso ma questo è un discorso di livello molto superiore rispetto a quello consentito dal ruolo di Sindaco.

Ci sono organizzazioni di volontariato nel suo Comune? Collaborano con il Comune? Se si, in che modo?

Nel mio “libro cuore” c‘era la voglia di fare nascere molteplici attività di volontariato. E’ fondamentale, sano, e che lavora, a cui dobbiamo tantissimo sia in ambito culturale che sociale.

Abbiamo la Croce Rossa, i Boys Scouts, Scietà del Tamburello e varie Associazioni Sportive (Atletica e Calcio), Volontariato per Anziani, Il Circolo Combattenti e Reduci.

C’è la Parrocchia con la CARITAS, L’AVIS donatori di sangue, l’AIDO, e c’è tanta gente che collabora anche in modo non strutturato, basta chiedere.

Poi abbiamo ancora il Comitato Palio, ben due Pro Loco e l’Associazione “C’era una Volta” che ha creato e gestisce il museo “I chiar” sito nel sotterraneo del castello.

Tutte queste organizzazioni sono fondamentali.

Tutto questo insieme di collaborazione da parte di tutti i volontari è una bella parte del sogno che avevamo nel ’99 che si è realizzata.

Ha ancora un sogno o un progetto tutt’ora nel cassetto, che vorrebbe poter realizzare?

Il mio sogno sarebbe quello di vedere sorgere, dopo questa Amministrazione un gruppo di persone, in particolare dei giovani, che abbiamo anche loro un sogno per il futuro di Castell’Alfero, lo potremmo definire il sogno del ’19. Un sogno che potrebbe creare cose che io ed il mio gruppo non abbiamo saputo o potuto fare.

Sogno di vedere Castell’Alfero trasformarsi ancora e trovare il suo bel posto nel Monferrato, con le stesse opportunità di una grande città, ma con in più il beneficio di un ambiente a misura d’uomo.

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