Sentori, fragranze e identità con la Primavera del Castellinaldo Barbera d’Alba DOC

Identità, territorio, appartenenza, storia per un progetto che guarda al futuro per valorizzare il presente, partendo dalla consapevolezza del passato: sono gli elementi principali dell’evento “La Primavera del Castellinaldo”, organizzato dall’Associazione Vinaioli del Castellinaldo con un protagonista d’eccezione, ovvero, la sottozona “Castellinaldo” nell’ambito della Barbera d’Alba.

Vinaioli del Castellinaldo

Domenica 19 e lunedì 20 maggio si sono svolti due giorni di iniziative tra degustazioni, approfondimenti e masterclass ospitati dalla suggestiva location del castello di Magliano Alfieri, dove si sono mescolati perfettamente cultura, fragranze e sentori unici. “Abbiamo alternato degustazioni del Castellinaldo Barbera d’Alba DOC in abbinamento a Gorgonzola DOP e Crudo di Cuneo DOP – spiega Luca Morra, portavoce e presidente dell’Associazione Vinaioli del Castellinaldo – con momenti teorici. La sottozona di Castellinaldo è un’area ricca, variegata, che racconta una storia fatta idee e volontà comuni, ma anche un territorio che sa regalare un’eccellenza enologica. Anche la scelta dei nomi e delle parole è, però, importante: rappresento i Vinaioli del Castellinaldo, produttori che fanno parte di sette Comuni (Castellinaldo d’Alba, Castagnito, Guarene, Vezza d’Alba, Priocca, Magliano Alfieri e Canale), e questo dà l’idea dell’ampio respiro del nostro progetto. Uno dei momenti più importanti è stato la presentazione della nostra mappa di produzione insieme ai 21 produttori associati”.

Vinaioli del Castellinaldo

I momenti di approfondimento delle masterclass sono stati, invece, gestiti dal giornalista Giancarlo Montaldo: “La mia introduzione è partita ovviamente dalla Denominazione Barbera d’Alba, poi ho analizzato in maniera approfondita i quattro elementi base che caratterizzano ogni denominazione: suolo, vitigno, clima e uomo. Il Barbera è un vitigno di origine monferrina, che è arrivato in Langa e Roero verso metà ‘800, insediandosi poco per volta nelle varie parti di questi territori”. 

Vinaioli del Castellinaldo

Nella conferenza per giornalisti ed addetti al lavoro del lunedì, Montaldo ha illustrato le differenze tra Langhe e Roero e di come la loro genesi in ere geologiche abbia inciso anche sulle caratteristiche che si ritrovano nei terreni e, dunque, si riflettono sui vini. L’excursus è proseguito con alcuni appunti storici sul vitigno Barbera, alcune riflessioni sulle sue denominazioni di origine (d’Alba, d’Asti e del Monferrato), sulle problematiche e le discrasie che negli anni Settanta esistevano tra la produzione e il mercato; sono stati analizzati anche gli interventi di sostegno delle istituzioni e le aspettative dei consumatori, fino ad arrivare a un focus sulla sottozona di Castellinaldo e sulle sue peculiarità produttive, economiche e sociali. “Questo territorio viveva sul Barbera e sfruttava un forte legame tra i produttori e il vitigno. Conferma esplicita sta nel fatto che, nel 1990, a Castellinaldo si coltivavano 41 ettari di Nebbiolo per Nebbiolo d’Alba, 14 ettari di Nebbiolo per Roero, 10 ettari di Arneis per Roero Arneis e ben 149 ettari di Barbera per Barbera d’Alba”.

La primavera del Castellinaldo

L’ultima parte è stata dedicata alla storia più recente del Castellinaldo con l’Associazione Vinaioli fondata nel 1992 per arrivare al riconoscimento della Sottozona nel 2021, proseguendo fino ai giorni nostri con un progetto che vuole valorizzare il Castellinaldo Barbera d’Alba Doc. “Si tratta di una Barbera di struttura, un vino che sa resistere al tempo, ha 14 mesi complessivi di obbligo tra maturazione in legno e affinamento in bottiglia. È frutto di un suolo ricco e di buona struttura, che mescola calcare, limo e sabbia con possibili infiltrazioni di argilla e costituisce gran parte di quello che potremmo indicare come il Roero orientale o Roero del Castellinaldo, una lunga fascia collinare che va da Guarene a Priocca, sempre assecondando il corso del Tanaro”, conclude Montaldo.