Lettere al direttore

Sanità e tempi lunghi per gli esami: la denuncia del Comitato Art. 32 di Asti

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Riceviamo e pubblichiamo.


Nonostante gli impegni, le dichiarazioni, i convegni pubblici sul ruolo della Sanità pubblica e sulla sua importanza come diritto fondamentale dei cittadini, siamo nuovamente a registrare (e ormai è un fatto quasi quotidiano) un episodio assai sgradevole denunciato pubblicamente e a cui ne possiamo aggiungere altri.

Per effettuare un’ecografia dell’addome occorre aspettare sino ad agosto 2024 ma, in alternativa la persona può rivolgersi alla sanità privata (pagando con tempi 97 euro) oppure “arrangiarsi” cercando, sul territorio regionale, un’alternativa pubblica che effettui l’esame in tempi più ravvicinati. Un caso analogo: per una visita di controllo per insufficienza respiratoria cronica occorre aspettare fino a settembre 2024.

Ma è un servizio pubblico, questo? A che scopo si pagano fior di tasse e contributi per poi dover nuovamente pagare quando si ha la necessità di una prestazione? Abbiamo ricordato recentemente che la salute, ai sensi dell’art. 32 della Costituzione, è un diritto universale che va garantito a tutti, senza distinzioni di età, di reddito e di ceto sociale.

Comprendiamo le difficoltà degli operatori della Sanità pubblica a fronte delle croniche carenze di personale ma ci permettiamo di ricordare, ai decisori politici, che non bastano gli annunci sui giornali a colmare carenze che si fanno sempre più profonde. Ricordiamo anche che è compito dell’ASL locale offrire opportunità alternative, a livello regionale, al paziente che non può accedere al servizio richiesto nell’ambito della propria ASL.

Denunciamo che il servizio di CUP Regionale costringe spesso il paziente ad effettuare spostamenti improbabili (Domodossola, ad esempio, quale esempio estremo) che non tutti hanno la possibilità di permettersi, per i costi o per il proprio stato di salute. Ci chiediamo che fine abbia fatto la norma secondo cui, in mancanza di una prestazione in tempi ragionevoli, ci si può rivolgere al privato chiedendo poi alla ASL di appartenenza di pagare il corrispettivo versato. Fino a quando dovremo sopportare una simile situazione?

Chiediamo ai cittadini che vivono storie come quelle evidenziate di segnalarle all’indirizzo mail: comitatoarticolo32asti@gmail.com

Il Portavoce Comitato Art. 32
Roberto Gerbi

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