Medaglia d’Onore al tigliolese Attilio Spada, per non dimenticare l’orrore della Seconda Guerra Mondiale

Durante la cerimonia del 2 giugno, in occasione della Festa della Repubblica, la Prefettura di Asti ha consegnato la Medaglia d’Onore conferita dal Presidente della Repubblica anche ad Attilio Spada, tigliolese che fu prigioniero delle truppe tedesche, catturato a Venezia il 9 settembre 1943 e deportato in Germania. A ricevere l’onorificenza, la moglie Adelina Salata e il figlio Mario, accompagnati dal Sindaco di Tigliole Daniele Basso.

“I tedeschi costrinsero lui e gli altri suoi compagni a percorre di corsa il ponte che collega la citta con Mestre, i ritardatari venivano falciati dalle raffiche nemiche.” È il figlio Mario a ripercorrere le tappe di quella esperienza che segnò la vita di Attilio. Da quel momento iniziò un lungo viaggio fatto di sofferenza e crudeltà, ma la forza d’animo permise di non arrendersi e lottare per tornare a casa.

Dopo un terribile viaggio in treno, senza soste e senza cibo, fu assegnato allo Stalag dislocato a Fallingbosten, dove le condizioni di vita erano tremende. Lì, gli venne attribuito il numero 159613 e lo status di IMI (Internato Militare Italiano): da quel momento il suo cognome non esistette più. Un giorno, Attilio Spada e altri commilitoni vennero trasferiti allo Stalag di Genthin, dove furono destinati a lavorare alla fabbrica di munizioni con turni di 12 ore, giorno e notte. Nell’autunno del 1944 si rifiutarono di sottoscrivere la dichiarazione di adesione allo status di “lavoratori civili”, subendo maltrattamenti fisici ed un ulteriore peggioramento delle loro condizioni di vita. Dopo alcune settimane, vennero comunque forzatamente trasformati in “lavoratori civili”.
Con l’incalzare delle truppe alleate, il risentimento dei tedeschi nei confronti dei prigionieri, in particolare italiani, divenne sempre più evidente. Attilio Spada e altri prigionieri decisero quindi di fuggire dal campo, riuscendo a raggiungere la sponda del fiume Elba. Qui, da bravi marinai, fecero galleggiare un barcone e, protetti dal fuoco americano, attraversarono incolumi il fiume.
Tornarono in patria il 21 settembre 1945 dopo un lungo viaggio in treno.

“Dopo tre giorni di viaggio in treno a passo d’uomo causa le distruzioni belliche raggiunsero un primo campo di raccolta a Innsbruck. Il passaggio del Brennero fu commovente: tutti piangevano e gridavano “Italia, Italia”. Arrivarono poi a Pescantina, vicino Verona, dove ricevettero individualmente, da Ufficiali italiani, la somma di Lire 4.000, e da qui, ognuno verso casa.”

Festa della Repubblica 2022 Asti