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Speciale 118 Sindaci: intervista a Paolo Lanfranco, Sindaco di Valfenera

118 Sindaci: incontriamo Paolo Lanfranco, Sindaco di Valfenera.

Da bambino aveva mai immaginato di diventare sindaco?

Da bambini si pensa ad altro, semmai avrei desiderato fare il pompiere. Ma ricordo che già da piccolo rimasi colpito dalle traumatiche vicende nazionali legate a tangentopoli e, a livello locale, mi sentii stimolato da vicende, quali il progetto di discarica in località Lapaudin, che mi portarono ad interessarmi alla cosa pubblica. 

Come è nata la Sua candidatura a sindaco?

Nel 2006 l’Amministrazione venne commissariata: la proposta di chi aveva guidato il paese nei decenni precedenti sembrava ormai superata e con un gruppo di giovani amici valutammo di formulare un’alternativa da offrire ai valfeneresi, senza grandi possibilità di vittoria.

 Aveva già qualche esperienza di tipo amministrativo o comunque nel settore pubblico?

Non avevo preso parte a precedenti amministrazioni; ma, come fortunatamente spesso avviene nei piccoli centri, mi ero impegnato nell’associazionismo e , in particolare, nella Pro Loco che avevo avuto il piacere di presiedere dal 2001 al 2005: un’esperienza appassionante e molto formativa, sia in termini organizzativi che nelle relazioni umane. 

Quale è stato il suo primo pensiero nel momento che ha capito di essere stato eletto?

Non ricordo: quando ebbi la certezza che per 12 voti (!) mi era stata affidata una tale responsabilità ero troppo emozionato per mantenere una perfetta lucidità. Ricordo che la consapevolezza di ciò che avrebbe significato diventare Sindaco, nelle notti precedenti le elezioni, spesso mi toglieva il sonno e faceva sudare freddo. 

Quale è stato (o è) l’impegno più complesso che in questa carica ha dovuto affrontare?

Nel primo mandato la priorità era pacificare un paese che, a causa delle vicende amministrative, era spaccato in più fazioni; non so se sia stato l’impegno più complesso, ma resta certamente la base su cui si è poi potuto costruire tutto il resto. 

A quale tipologia di materia o argomento deve dedicare più tempo?

Mi sono dedicato in misura prevalente all’ottenimento di contributi necessari per realizzare opere pubbliche che migliorassero i servizi e la ‘bellezza’ del paese; fare ciò, cercando di spendere al meglio le risorse disponibili, richiede grande attenzione. 

Fino ad oggi, quale è stato l’atto da Lei compiuto in carica, che Le ha dato più soddisfazione?

I risultati ottenuti grazie alla collaborazione dei cittadini nella raccolta differenziata dei rifiuti sono stati davvero soddisfacenti: passare dal 20% all’80% di RD, tanto da essere inseriti tra i 36 Comuni del Piemonte ‘rifiuti free’, ha rappresentato una grande prova di civiltà. 

In che modo (o in quali modi) comunica con i concittadini?

Ricevo in ufficio, come ovvio, chiunque desideri incontrarmi. Ma è molto più frequente che nascano occasioni per scambiare opinioni e raccogliere consigli in situazioni informali; il sindaco è tale anche in contesti privati… e questo, talvolta, può diventare un peso. Ritengo siano utili i social, quando non degenerano nella polemica, ma preferisco canali più istituzionali, come il sito internet o la nuova app “Municipium”.

Soddisfatto di come porta avanti il suo incarico o no?  Si augura di poter continuare per altri mandati amministrativi?

Sono soddisfatto di quanto ho potuto offrire al paese e, nonostante l’impegno e i sacrifici che ciò ha comportato anche per la mia famiglia, sono consapevole del privilegio che il paese mi ha concesso nel ricoprire un incarico così onorevole. 

Tutti possiamo essere utili, nessuno è necessario: dopo questi tre intensi mandati sarò moralmente al fianco del prossimo Sindaco. 

Quali accorgimenti, che lei ha attuato, consiglierebbe ai colleghi per rendere l’azione del sindaco più efficace?

A questa domanda davvero non so rispondere; ogni realtà ha proprie peculiarità e non credo esistano ricette valide per tutti. Nel 2007 scegliemmo il motto ‘Trasparenza e impegno’: rimangono per me due capisaldi irrinunciabili dell’azione amministrativa.

Di cosa avrebbe bisogno un sindaco per fare funzionare meglio la macchina comunale?

È noto come le risorse, sia economiche che umane, non sono più sufficienti per le sfide che anche i piccoli Comuni devono affrontare. Ma, meno banalmente, si ha bisogno di un clima sereno e costruttivo, cui ciascun cittadino può e deve contribuire nell’interesse della propria Comunità.

Il problema sicurezza, nel suo Comune come è percepito dai cittadini? Cosa viene fatto e cosa, eventualmente, si dovrebbe fare di più.

I problemi si manifestano a livello locale a causa di politiche sbagliate a livello nazionale. Posso esprimere la gratitudine mia e della cittadinanza per il lavoro svolto dalle Forze dell’ordine. I sistemi di videosorveglianza sono certamente un ottimo deterrente e i fondi che ci ha accordato il Ministero dell’Interno ci consentiranno di incrementare l’impianto esistente con ulteriori undici telecamere. I singoli cittadini riusciranno a tutelare sé stessi solo se si rafforza la coesione e l’attenzione di tutta la Comunità.

Sono aumentati negli ultimi anni i bisogni sociali della popolazione? Di che tipo? Cosa si può fare per affrontarli meglio?

Il disagio, se non la povertà, è più diffuso di quanto si creda, anche nelle nostre piccole realtà. Si tratta di situazioni che vanno analizzate caso per caso, cogliendo la dimensione umana al di là di quella economica. Oltre alle risposte che il Comune può dare attraverso il Consorzio, un contributo imprescindibile viene dato dal centro Caritas e da alcuni benefattori. Anche, e soprattutto, in relazione a questo tema, i problemi dei singoli devono essere percepiti come problemi della Comunità. Come avrete notato per me il concetto di Comunità è il concetto chiave dell’azione amministrativa e del paese. 

Ci sono organizzazioni di volontariato nel suo Comune? Collaborano con il Comune? Se si, in che modo?

Un paese senza volontariato sarebbe un paese molto povero; non posso citare tutte le realtà che contribuiscono ad arricchire e vivacizzare Valfenera… mi limito a ringraziare ciascuno per la collaborazione – il ‘faticare insieme’ – per la voglia di condivisione e di crescita.

Ha ancora un sogno o un progetto tutt’ora nel cassetto, che vorrebbe poter realizzare?

Il sogno è che non manchino mai persone di buona volontà che si occupino con passione del proprio paese. Il progetto non è nel cassetto perché ci stanno lavorando i tecnici ma spero quanto prima di riceverlo e trasmetterlo in Regione per ottenere i finanziamenti necessari: la realizzazione di una nuova scuola dotata di palestra e servizi adeguati. Probabilmente non lo farò io, ma sono convinto che il prossimo sindaco la inaugurerà! 

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