Pensabene, riflessioni sulle proposte del Comune di Asti per il Recovery fund

Riceviamo e pubbichiamo.


Da alcuni mesi ormai ad ogni livello della politica, nostrana e nazionale, si parla, sovente a sproposito, delle meraviglie che si potranno realizzare con i fondi messi a disposizione dall’UE attraverso il Recovery fund. Il Comune di Asti e il suo Sindaco non fanno eccezione, soprattutto nel parlarne a sproposito.

I documenti dell’Unione Europea dicono a chiare lettere che “per ricevere il sostegno a titolo del dispositivo per la ripresa e la resilienza, i piani dei paesi dell’UE devono definire un pacchetto coerente di progetti, riforme e investimenti in sei settori d’intervento:

• transizione verde
• trasformazione digitale
• occupazione e crescita intelligente, sostenibile e inclusiva
• coesione sociale e territoriale
• salute e resilienza
• politiche per la prossima generazione, comprese istruzione e competenze.”

Qualcuno sa dirmi in quale di questi sei settori di intervento è incasellabile la riesumata proposta di Tangenziale Sud Ovest della Città di Asti? A naso direi nessuna, a meno che non si pensi che “transizione verde” voglia dire far “transitare” dei veicoli nel verde delle colline che contornano la città.

Che dire poi del progetto di “giardino verticale” sul palazzo della Provincia, un progetto inutile che scimmiotta i giardini verticali di altre città con ben altra prevalenza di cemento rispetto ad Asti. Da realizzare con la pretesa della difesa di quella biodiversità che a distanza di qualche centinaio di metri verrebbe brutalizzata dalle colate di asfalto e cemento della TSO, magari biodiversamente abbellita con fioriere prensili di gerani, a coprire la bruttezza dei guardrails.

Io credo che una pensata del genere possa venire solo dopo aver coltivato altri giardini ed averne essiccato, “rollato” e fumato le essenze vegetali che, ovviamente, non potrebbero essere coltivate nel giardino verticale di piazza Alfieri.

Giovanni Pensabene