Slp Cisl di Asti: “Qualora la privatizzazione di Poste Italiane andasse in porto avrà ricadute pesanti sulla nostra provincia”

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa della Slp Cisl di Asti


Beta Trajkova, Segretaria della Slp Cisl di Asti, sindacato di maggioranza in Poste Italiane, denuncia la gravità della scelta di governo in merito alla privatizzazione dell’Azienda Poste, la più grande azienda di servizi del nostro Paese, che si qualifica come tale non soltanto per le sue dimensioni, la sua capillarità, i suoi asset strategici e i suoi primati produttivi, ma anche e soprattutto per una sua autentica funzione sociale. Quest’ultima costituisce un elemento imprescindibile di garanzia e sviluppo all’interno del sistema del Paese e delle relazioni che intercorrono tra Azienda, Istituzioni, cittadini e corpi intermedi.
Tutte le decisioni, politiche e di mercato che la riguardano, coinvolgono inevitabilmente anche i cittadini e le loro tutele.

Qualora la privatizzazione andasse in porto avrà ricadute pesanti sulla nostra provincia dove il servizio è ancora capillare e la scure cadrà sui piccoli centri, dove è già stata attuata una forte riduzione degli sportelli bancari. Con una presenza più massiccia dei privati al timone di comando di Poste si rischierebbe il taglio o un forte ridimensionamento di numerosi uffici postali, con gravi ricadute sul futuro del servizio.

E’ evidente che cosa ci aspetterebbe se si arrivasse in fondo all’operazione che dovrebbe mettere sul mercato fino al 29% dell’azienda: non esiste azienda privata che non intenda massimizzare i profitti riducendo i costi. Ci chiediamo che fine potrebbero fare quegli uffici postali che garantiscono una presenza nei territori ma che effettuano poche operazioni al giorno.
Gli Uffici Postali presenti sul territorio di Asti sono n. 120 di cui 87 monodiretti, sono applicate circa di 220 persone, complessivamente il personale applicato di Poste Italiane nella provincia di Asti tra sportelli e recapito è di circa 500 unità.

Già nel 2015, a seguito di una prima fase di privatizzazione, gli uffici postali subirono chiusure o riduzioni d’orario con conseguente ridimensionamento del numero di lavoratori, sia addetti allo sportello che al recapito. Anche questo settore sicuramente non sarebbe indenne da ulteriori riorganizzazioni restrittive, penalizzanti per l’efficienza del servizio Recapito.
Sono pertanto in gioco migliaia di posti di lavoro, competenze, tecnologie, 500 miliardi l’anno di risparmi dei cittadini, la stessa coesione sociale e territoriale del Paese. Inoltre, lo Stato, cedendo le azioni, incorrerà in una perdita secca ed irreparabile non incassando più la consistente cedola annuale versata da Poste, scaturita da un utile netto di 1,9 miliardi di Euro (+22,1%) del Bilancio 2023.
In conseguenza di quanto sopra l’ SLP Cisl, con l’intento di affrontare le sfide e le relative conseguenze, ha siglato un protocollo d’intesa unitario che si propone di stabilire un percorso di mobilitazione organizzato, con presidi presso le Prefetture dei Capoluoghi Regionali e con una Manifestazione Nazionale.