Nuovi orari delle visite fiscali ai dipendenti pubblici in malattia: scendono a quattro le ore di reperibilità

A ridosso del Natale, con il messaggio 4640 del 22 dicembre l’INPS ha diramato le nuove istruzioni relative all’effettuazione delle visite fiscali ai dipendenti pubblici: le visite fiscali, in caso di malattia, potranno essere effettuate, come per i dipendenti privati, tutti i giorni (festivi compresi), dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19.

Si tratta di una novità introdotta da una sentenza del TAR del Lazio, che il 3 novembre scorso aveva annullato il decreto ministeriale n. 206 del 17 ottobre 2017 del Ministro della Semplificazione e della pubblica amministrazione. “Con questo decreto – spiega Salvatore Bullara, esperto in materia previdenziale ed assistenziale –  l‘allora ministro Madia nel 2017, nonostante la delega concessa al governo fosse quella di armonizzare la normativa sulle visite fiscali, aveva invece inopinatamente mantenuto la differenziazione prevista da un precedente decreto ministeriale del 2009 del ministro Brunetta, circa le fasce orarie di reperibilità al domicilio durante la malattia, rispetto a quelle previste per i lavoratori privati ovvero ben 7 ore, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18 a fronte delle 4 previste per questi ultimi.”

Dopo la sentenza del TAR, che ha dichiarato illegittima tale disparità tra pubblico e privato, non ci sono state reazioni da parte del Governo. In attesa che venga emanato un nuovo decreto ministeriale o dell’eventuale riforma della sentenza n. 16305/2023 del TAR Lazio, l’INPS ha dunque reso operative le nuove fasce orarie di reperibilità per le visite mediche fiscali dei dipendenti pubblici.

Nonostante sia passato oltre un mese dalla pubblicazione della sentenza del Tar che ha annullato tale disposizione ed ha addirittura paventato una incostituzionalità della norma, anche se tale giudizio spetterebbe poi alla corte Costituzionale, – prosegue Bullara – il Governo non ha mostrato alcuna reazione, e ad oggi non è dato sapere se e quando questo provvederà a disciplinare la materia con altri decreti o se intende impugnare la sentenza davanti al Consiglio di Stato.”

La sentenza del Tar però è immediatamente esecutiva, e l’Inps, che a norma di legge è l’ente che deve provvedere a tali controlli, in attesa che il governo decida cosa fare, con il messaggio del 22 dicembre ha provveduto a dare le disposizioni per attenersi a questa nuova disposizione.
“Rimane l’amarezza di dovere constatare che quando si parla di pubblico impiego, per vedere riconosciuta la fondatezza delle proprie ragioni e argomentazioni ed i propri diritti, troppo spesso bisogna ricorrere alle aule dei tribunali, e a volte , come in questo caso, non bastano nemmeno le sentenze e occorre che le amministrazioni che devono poi applicare le leggi si surroghino in qualche modo al legislatore.” 

Resiste invece in essere un’altra disparità di trattamento tra dipendenti pubblici e privati, come sottolinea, in conclusione, Salvatore Bullara: “Ricordo che i dipendenti pubblici, ancora adesso e nonostante ben due sentenze della corte costituzionale abbiano dichiarato l’incostituzionalità di tale norma, a differenza di quelli privati attendono anni, fino a sette, per ottenere il pagamento del Tfs/Tfr.”.