Le Rubriche di ATNews - Speciale 118 Sindaci

Speciale 118 Sindaci (meno uno): intervista a Cristina Patelli, sindaco di Penango

Per il nostro Speciale 118 Sindaci [diventati 117 dopo l’ultima tornata elettorale con l’accorpamento di Moransengo-Tonengo, NdR] pubblichiamo oggi l’intervista a Cristina Patelli, sindaco di Penango.

Da bambina aveva mai immaginato di diventare sindaco?
Assolutamente no.

Come è nata la Sua candidatura a sindaco?
Per colpa dell’assessore Imarisio che mi ha invitato a cena e mi ha convinta che era arrivato il tempo per Penango, di affidarsi, per la prima volta, a una donna.
(Poi, una volta eletta, ho fatto anche di più: ho nominato un’altra donna come vicesindaco, la signora Faccaro, e questo punto l’assessore Imarisio si è trovato da solo, in giunta, a rappresentare i maschietti).

Aveva già qualche esperienza di tipo amministrativo o comunque nel settore pubblico?
Sì. Ero già stata dieci anni in consiglio comunale, come esponente della maggioranza del sindaco precedente.
Inoltre, come attività professionale, opero come consulente fiscale in un’associazione del mondo dell’agricoltura in particolare, ma anche in tutto il mondo delle associazioni che hanno a che fare con il territorio.

Quale è stato il suo primo pensiero nel momento che ha capito di essere stata eletta?
Ho avuto due pensieri contemporaneamente: sono stata molto felice per il risultato raggiunto perché quando inizio qualche cosa, io mi ci butto dentro con tutto l’animo.
E subito la voglia di cominciare a lavorare fortemente insieme ai dipendenti e al gruppo che mi aveva sostenuto e che da quel momento in poi, mai avrebbe dovuto abbandonarmi.

Quale è stato (o è) l’impegno più complesso che in questa carica ha dovuto affrontare?
Sicuramente è stato l’affrontare i due anni di pandemia assolutamente impreparata come tutti ma ancora impreparata anche come sindaco in quanto ero al primo anno di mandato.
Mi sono trovata con i collaboratori in smart working e la popolazione che domandava cosa fare.
Tutto il mandato è stato poi caratterizzato dal fatto di aver passato questi due anni di difficoltà.

A quale tipologia di materia o argomento deve dedicare più tempo?
A seguire i cantieri.
Siamo riusciti ad avere molti contributi in questi pochi anni ed abbiamo aperto molti cantieri.
Mi dedico a questa attività insieme all’ufficio tecnico, molto efficiente, ma che segue anche altri tre comuni, per cui vado anche io stessa continuamente a controllare sul posto, come stanno andando i lavori.

Fino ad oggi, quale è stato l’atto da Lei compiuto in carica, che Le ha dato più soddisfazione?
Sicuramente la realizzazione della nuova fermata per l’autobus.
Sono riuscita a porre in sicurezza la fermata utilizzata dai ragazzi che vanno a scuola e che prima erano costretti ad aspettare e scendere dall’autobus in mezzo alla strada.
Sono anche riuscita a far fare capolinea ad una linea di autobus che prima lo aveva a Moncalvo.
Mi fa molto piacere, quando al mattino mi reco in municipio vedere i ragazzi che aspettano l’autobus al sicuro ed al riparo.

In che modo (o in quali modi) comunica con i concittadini?
Il territorio del comune è molto vasto, ma io lo vivo, sono sempre presente. Venendo in comune, camminando per le strade, andando a correre, incontro sempre persone che mi fermano per poter parlare.
Lo faccio volentieri, ho anche un lavoro e non posso sempre essere in comune.
Poi abbiamo un gruppo WhatsApp che è iniziato con la Pandemia, ma funziona bene anche adesso. Posso dire che c’è almeno un iscritto per ogni famiglia.

Soddisfatta di come porta avanti il suo incarico o no? Si augura di poter continuare per altri mandati amministrativi?
Si soddisfatta ma io vorrei sempre fare qualche cosa di più.
Sento molto la mancanza del tempo “perso” a causa della pandemia, periodo in cui eravamo super affaccendati ma su cose differenti da cosa deve occuparsi un sindaco in condizioni normali.
Credo che per fare meglio ci sia sempre spazio. Io non mi accontento, ma d’altra parte devo considerare che oltre a me, anche il mio gruppo non aveva esperienza.
Per fare il sindaco si dovrebbe prima di tutto fare dei corsi propedeutici, e almeno certi insegnamenti che avviino ad essere concreti.

Quali accorgimenti, che lei ha attuato, consiglierebbe ai colleghi per rendere l’azione del sindaco più efficace?
Avere un ottimo rapporto con i dipendenti.
Sono loro che concretizzano le nostre iniziative. Bisogna assicurarli che conosciamo l’importanza del loro lavoro.
E poi ci vuole coraggio. Ad esempio con i bandi bisogna provarci, non rinunciare a priori perché sembrano difficili e complicati.

Di cosa avrebbe bisogno un sindaco per fare funzionare meglio la macchina comunale?
Parto dal dato di fatto che il mio comune ha pochi dipendenti, così come molti altri comuni. Ce ne vorrebbero di più.
Noi sindaci abbiamo le mani legate, perché non abbiamo alcun potere di decidere in questa materia.
L’organico, nel mio caso, è lo stesso di dieci anni fa, mentre il lavoro degli uffici si è moltiplicato, specie per il notevole lavoro che c’è da fare per cercare bandi, istruirli e mettere a terra i progetti.
E poi ci vorrebbe meno burocrazia.

Il problema sicurezza, nel suo Comune come è percepito dai cittadini? Cosa viene fatto e cosa, eventualmente, si dovrebbe fare di più.
Fortunatamente nel comune non si sono ultimamente verificati grossi problemi, qualcuno si, ma limitato.
Abbiamo le telecamere che sono un ottimo deterrente, però ormai sono vecchie ed è mia intenzione sostituirle con delle moderne ed aggiungerne ancora altre.
Inoltre siamo in convenzione con il comune di Moncalvo per l’utilizzo della polizia locale, e anche questo aiuta.

Sono aumentati negli ultimi anni i bisogni sociali della popolazione? Di che tipo? Cosa si può fare per affrontarli meglio?
Abbiamo optato per aiutare la popolazione, che qui è anziana, su tre tipi di azioni con l’ausilio di volontari:
-L’acquisto e la distribuzione gratuita dei medicinali
-I trasporti in autoambulanza anche per visite presso strutture mediche.
-La spesa alimentare, per la quale c’è una signora del paese che raccoglie gli ordini. e fa la spesa per tutti distribuendola porta a porta.

Ci sono organizzazioni di volontariato nel suo Comune? Collaborano con il Comune? Se si, in che modo?
C’è la Pro Loco con la quale la collaborazione è buonissima, anzi, oltre all’organizzazione degli eventi collabora con noi anche fornendoci semplice manodopera.
La usiamo anche come forza lavoro e con essa siamo in forte sinergia perché abbiamo lo stesso scopo: fare il bene del paese.

Ha ancora un sogno o un progetto tutt’ora nel cassetto, che vorrebbe poter realizzare?
Vorrei fare di Penango un paese “vivo”. Non è che non lo sia già, abbiamo contato 16.000 presenze turistiche in un solo anno, abbiamo già ottime strutture ricettive, ma vorrei incrementare la “vivacità” del paese evidenziando la risorsa principale che abbiamo: il nostro territorio, che è costantemente valorizzato dal lavoro dei nostri agricoltori.
E poi il vero sogno è di riuscire a costruire una unica comunità composta oggi di due centri abitati non integrati fra di loro, Penango e Cioccaro.
Ce la farò a fare dei due nuclei una sola comunità?