Dall’Astigiano all’Etna in bici, l’impresa dei “Los3desperados”

Tre amici legati dalla passione per lo sport all’aria aperta, uniti dall’amore per la bicicletta, hanno macinato 1700 chilometri, raggiungendo un importante obiettivo. Dalla loro parte, grande determinazione, forza, impegno, sacrificio, contrastati da qualche problema tecnico fortunatamente risolto.

Con gambe allenate, forgiate da un allenamento costante durante tutto l’anno, sono partiti in sella lo scorso 20 luglio da Villanova, percorrendo in nove giorni l’Italia per arrivare in Sicilia, la meta studiata a tavolino. La tappa finale dell’avvincente viaggio sulle due ruote è stato il “Rifugio Giovanni Sapienza”, punto da cui parte la funivia per salire sull’Etna.

“Los3desperados” (nome che si sono dati per rafforzare la voglia di mettersi in gioco con la sola forza fisica) sono nella realtà tre giovani amanti della bici che hanno raggiunto il loro ambito sogno siciliano. Un percorso ricco di sudate, salite mozzafiato e discese sulle strade italiane, tanta fatica ritemprata, però, da panorami meravigliosi, tramonti dalle sfumature adorabili, luoghi indimenticabili tra strade a picco sul mare cristallino e bellezze naturali del Belpaese, che diventeranno presto un ricordo indelebile, da aggiungere al bagaglio personale delle esperienze di vita.

Los3desperados

Federico Sorato di San Paolo Solbrito, oggi rappresentante commerciale per un’azienda, è un ex calciatore; fino al 2019 ha giocato in varie squadre, vestendo, tra gli altri, i colori dell’Alessandria, Bra, Vado Ligure, oltre a diverse esperienze a livello nazionale. Sergio Casalaova, residente in frazione Crivelle di Buttigliera, studia al Politecnico di Torino. Davide Flores vive a Valfenera e svolge la professione di progettista elettrico. L’amicizia tra i ragazzi è nata dall’incontro alla villanovese Polisportiva Mezzaluna, dove anche Davide e Sergio giocano a calcio.

“Il viaggio è stato entusiasmante – raccontano felici gli amici al termine del percorso -. Era la prima volta: una sfida per le nostre forze fisiche, in un viaggio ricco di imprevisti. Ma siamo riusciti nell’intento e questo ci rende orgogliosi. Le incognite prima della partenza erano davvero molte. Il destino ha aiutato a superare piccoli inconvenienti”.

Nel chiedere il tipo di cicli utilizzati sorridono e rispondono: “Due bici (quella di Federico e di Sergio) sono da corsa, mentre la terza di Davide è vecchiotta, piena di acciacchi. L’abbiamo nominata il cancello a pedali, proprio per rimarcare qualche problema tecnico ogni tanto”. I tre ciclisti, infatti, rammentano, con un pizzico d’ironia, i disagi affrontati.

“Io e Sergio – annota Federico – abbiamo bucato due volte. Davide, invece, non ha potuto cambiare marcia per 50 km per la rottura del filo del cambio. Tutto è, però, filato liscio e abbiamo risolto, grazie anche all’attrezzatura meccanica fondamentale nel bagaglio di viaggio, ridotto al minimo insieme ad alcuni indumenti”.

L’input per partire è arrivato dopo la visione di un video sul web dove si raccontava come la strada da percorrere verso l’Etna abbia il maggior dislivello in Italia. I ragazzi, con cartina alla mano, hanno organizzato il tour anche “un po’ turistico”, come amano sottolineare, mettendo a punto le fermate e prenotando alberghi per dormire. Le tappe: Villanova, Cinque Terre, Pisa, Volterra, Lago di Bolsena, Roma, Castel Gandolfo, Pozzuoli, Napoli, Pompei, Parco Nazionale del Cilento, costiera calabrese, Villa San Giovanni (traghetto), Messina ed Etna, con ritorno a casa in treno da Reggio Calabria.

L’allenamento per la preparazione fisica non è stato ideato ad hoc, in quanto hanno la fortuna di avere muscoli scattanti da buoni sportivi. “Los3desperados” gareggiano come ciclisti nella squadra Bike4Langhe di Monchiero. L’avventura è finita bene e i ragazzi sono entusiasti di aver dato il meglio. “Un’esperienza importante – concludono – anche a livello umano. Tante le persone incuriosite, che ci fermavano per darci consigli sui locali tipici dove mangiare oppure per spiegarci le strade migliori da seguire. Godersi la natura in bici è diverso che viaggiare in auto. Ti permette di faticare, ma allo stesso tempo di connetterti con l’ambiente circostante a contatto diretto. Un’emozione unica”.

Marina Rissone