Origlia: “La passione è il nostro motore: il territorio deve diventare un grande asset economico per Asti”

Sono diverse e “pesanti” le deleghe che Riccardo Origlia detiene all’interno della Giunta Rasero. In una città che vuole investire sempre più nel turismo e nelle manifestazioni Origlia è al timone di quelle che sono alcune delle priorità dei prossimi cinque anni: oltre alle già citate turismo e manifestazioni, vi sono anche gemellaggi e Unesco, la promozione del territorio, l’agricoltura, Cibo e Vino.

Origlia, come traccerebbe le priorità del suo mandato, in particolare su turismo e manifestazioni?

Il nostro è certamente un ambito con grandi prospettive e possibilità di crescita. Ho sempre considerato il nostro Territorio come un’azienda. Su questo aspetto ci sono due importanti azioni da mettere in atto: la prima è quella di comunicare al meglio le nostre caratteristiche uniche, la seconda è quella di vendere il “Prodotto Asti” al meglio, massimizzando le sue grandi potenzialità nel segno della qualità. Questa è una visione che è stata maturata durante la mia ultima esperienza professionale, la più importante della mia vita, che per 13 anni mi ha visto presente a Parma. La città emiliana è conosciuta da tutti come una città giovane, piena di iniziativa, accogliente e pro – attiva. Questo deve essere il modello a cui Asti deve ispirarsi per poter competere nel futuro all’interno del mercato del Turismo. Come Amministrazione dobbiamo riuscire a far conoscere e trasferire commercialmente la nostra cultura del territorio e la qualità dei nostri prodotti sviluppando e potenziando i nostri servizi di accoglienza.

Secondo lei cosa è mancato alla nostra realtà per competere, per esempio, con quella emiliana.

A noi è mancata la capacità di osare. Noi abbiamo potenzialità straordinarie, ma devono essere veicolate nella maniera più adeguata. La nostra città è bellissima e ricca di cultura ed ha un potenziale “enorme” e in gran parte inespresso. Sotto questo aspetto possiamo mettere in atto diverse soluzioni. La prima è quella di portare ad Asti “qualcosa di nuovo” per rendere la nostra città più viva ed accogliente. Io ho sempre parlato di “continuità innovativa” in ciò che voglio perseguire.

Un esempio di questa formula?

Nel 2023 per esempio avremo due eventi, che ci garantiranno un giugno straordinario. Il 2023 sarà l’anno della Mille Miglia che il 16 giugno ritornerà ad Asti dopo 75 anni (ultimo passaggio datato 1948), del Raduno Nazionale dei paracadutisti (23/24/25 giugno), manifestazioni che porteranno in città nella seconda metà di giugno migliaia di presenze di appassionati e turisti. Il mio obiettivo è quello di creare un calendario il più omogeneo possibile per evitare concentrazioni di eventi. Un altro punto è quello di innovare alcune manifestazioni storiche astigiane penso Palio, Douja e Sagre lavorando su ambiti organizzativi più attuali e condivisi da una più ampia platea di giovani. Un altro esempio è quello della ripresa di manifestazioni un po’ più “old”, come per esempio la Coppa Città di Asti di Bocce rappresentano un unicum a livello nazionale, l’obiettivo è che nel 2023 si trasformi in Gara Internazionale a chiusura della stagione agonistica ad ottobre.

Come si possono “vendere” questi eventi? Con un Ente manifestazioni?

Il tema è quello di fare una squadra con una strategia di sistema del territorio. Questo vuol dire avere la forza di 206 comuni, 400mila abitanti e un’unica ATL con eccellenze straordinarie da valorizzare e che insieme rappresentano un unicum per un turismo variegato e di interlocuzione internazionale. Dobbiamo fare un piano che renda il territorio un asset commerciale come tutti gli altri: pensare a una futura costituzione di un Ente che gestisca le manifestazioni del territorio con un’unica regia, guardando e collaborando fattivamente con chi vicino a noi , per esempio Alba, è riuscito a generare in pochi anni un volano di sviluppo ed ottenere in tutti i campi risultati eccellenti.

Un Bilancio del Festival delle Sagre 2022?

E’ stato il Festival della ripartenza, necessaria, senza la quale si sarebbe probabilmente compromesso il suo futuro. Il Festival delle Sagre è la manifestazione che, mantenendo il filo che ci lega alle nostre radici e dando continuità alle nostre tradizioni. Abbiamo avuto il coraggio di affrontare tutti i rischi e le incognite che l’evento presentava, ripartire anche con questo evento dopo due anni così difficili era l’obiettivo primario che grazie alla sinergia con gli altri Enti quali Camera di Commercio, Unpli e Fondazione CR Asti abbiamo raggiunto. Un grazie immenso va alle tredici proloco che hanno partecipato e che sono state giustamente premiate con una partecipazione di pubblico eccezionale, che li ha ampiamente ripagati. Inoltre, proprio per la rilevanza che ha per il nostro territorio tale manifestazione, per la prima volta il Comune ha investito economicamente e ha curato con i propri uffici buona parte dell’organizzazione.

Cosa cambierebbe nel format del Festival?

A me piacerebbe creare una serata dedicata agli astigiani, magari da collocare il venerdì sera. Bisogna confrontarci con gli altri attori per vedere se questa strada potrà essere percorribile. Però dobbiamo tenere bene a mente i nostri obiettivi. Ora riprenderemo i contatti con le Pro Loco per organizzare un’edizione 2023 che ha l’obiettivo di riportare agli standard pre – covid la manifestazione.

Parliamo di alcune manifestazioni imminenti: la Fiera del Tartufo.

La Fiera Nazionale di Asti è stata concepita secondo un nuovo format con l’obiettivo di valorizzare al meglio le eccellenze del nostro territorio consentendone la degustazione e vendita in una cornice di prestigio. Si è pensato di organizzare una “boutique” delle nostre eccellenze enogastronomiche in un contesto di classe quale Piazza San Secondo. Il “salotto della città” ospiterà nel weekend del 19 e 20 novembre 2022 la Fiera Nazionale Del Tartufo a cui saranno collegati i mercatini di prodotti tipici, mentre nel weekend dal 12 novembre al 23 dicembre 2022 oltre ai banchi di vendita del Tartufo saranno previsti spazi di esposizione e vendita gestiti dalle Associazioni di Categoria del prodotti enogastronomici di eccellenza, i cosiddetti “Gioelli del Territorio” che saranno insieme al Tartufi i protagonisti dell’iniziativa.

Siamo alla vigilia del Magico Paese del Natale: una grande occasione per il territorio e una partnership che ha dato grandi risultati. Dopo l’esordio dello scorso anno, come procedere per il futuro?

E’ un’ iniziativa che nel 2021 ha avuto un ottimo riscontro in termini di partecipazione, ricaduta economica e di immagine sulla città. Ottimizzazione, crescita qualitativa, ampliamento dimensionale e arricchimento della proposta: questi i temi su cui ci siamo concentri per l’edizione 2022. Ci sarà un percorso più completo, un numero maggiore di espositori, nuovi asset ed il connubio con i gioielli del Territorio.

Fine anno: si pensa ad un evento per la notte di San Silvestro?

Io credo che per organizzare al meglio certi eventi, bisogna partire per tempo con una pianificazione, e per dicembre non abbiamo spazi di manovra. Per il 2024 lavoreremo per un capodanno importante.

Un’ultima considerazione. Asti è una città che risponde ai grandi eventi?

Una delle richieste più frequenti che abbiamo avuto, anche durante la campagna elettorale, è quella di “cambiare marcia” in certi settori. Un grande imprenditore vinicolo, a cui mi lega un’amicizia di lunga data, mi ha detto una volta: “La passione è come il tergicristallo. Non fa smettere di piovere, ma grazie a lui puoi non fermarti e raggiungere la meta”. Il futuro ci prospetterà sicuramente momenti difficili: la “Passione” quella con la “P” maiuscola, deve essere il nostro motore di iniziativa che ci consente di guardare avanti e realizzare gli obiettivi. Sarebbe pertanto interessante pensare a un percorso di formazione nelle scuole per portare i ragazzi alla consapevolezza che la nostra cultura e le nostre tradizioni, sono le risorse che ci permettono di costruire il futuro della nostra comunità e cambiare il nostro atteggiamento verso una maggiore valorizzazione del nostro patrimonio, una maggiore attitudine all’accoglienza e alla soddisfazione dell’ospite.