Aspettando il Palio: i temi storici di rioni, borghi e comuni – terza parte fotogallery

Terminiamo oggi la pubblicazione (in tre parti) dei temi del Corteo Storico del Palio 2022.  Ultimo a sfilare sarà il rione Cattedrale, vincitore del Palio di Asti 2019.

BORGO SAN PIETRO

LA MADONNA DEL TEMPIO Culto e devozione della comunità astese per la Vergine Maria

Nella seconda metà del XIII sec., si diffonde la devozione alla Vergine Maria. Era particolarmente venerata tra gli astesi la statua della Madonna del Tempio, posta in una nicchia del muro della Chiesa di San Pietro in Conciavia, ritenuta miracolosa ed ai cui piedi i devoti ponevano degli ex voto (statuette, rose, ceri dipinti prodotti della campagna) per invocarne la protezione. Il Borgo San Pietro rende omaggio alla statua della Vergine recentemente restaurata e ricollocata nelle Chiesa di San Pietro.

BORGO VIATOSTO

Il dì di festa, fra lussuria e penitenza

Nel medioevo il “dì della festa” implicava seguire precetti religiosi ferrei, quali partecipare alle funzioni, che però venivano disattesi mettendosi in mostra ostentando i migliori abiti ed accessori.
La festa era penitenza ma anche lussuria: sacrificio e preghiere ma anche ballare, cantare e divertirsi. In occasione delle feste del calendimaggio si registrava la caduta delle regole e l’abbandono alla vitalità incontrollata. Segnavano il tempo della festa anche giostre e tornei equestri tanto da originare il modo di dire: “Tutti corriamo il palio. A chi prima è a morire”.

BORGO TANARO

NUMQUAM TANAGRI UNDA RECUBAT: la forza dell’acqua

Fin dall’epoca antica l’acqua acquisisce importanza sia come elemento reale che come tema iconografico. Simbolo femminile e di fertilità, l’acqua rappresenta la purificazione e la liberazione dai peccati terreni attraverso il Battesimo. Ma l’acqua era anche elemento terreno: impiegata come fonte di energia primaria alimentava i mulini; irrorava i campi; scorreva negli acquedotti e nelle reti idriche cittadine, favoriva la catena di scambi commerciali e trasporti e permetteva una pesca abbondante. Così il Borgo Tanaro vuole elogiare il suo fiume.

BORGO SAN LAZZARO

La grandezza di Asti e la sua potente bellezza nelle cronache del più antico narratore del nostro Palio

“Belle e splendide erano le loro mogli, di bisso i loro vestiti e le loro teste coperte di preziosissimi gioielli”. Guglielmo Ventura, descrive così l’eleganza femminile della famiglia Guttuari, legando lo stile di vita cortese – cavalleresco all’opulente ricchezza di una delle famiglie più potenti della città di Asti proprietaria di torri, armi e castelli. La grandezza di Asti e dei suoi potenti rappresentanti viene mostrata nel corteo del Borgo San Lazzaro omaggiando così il primo narratore del nostro Palio antico ed auspicando un ritorno ai fasti del passato.

BORGO DON BOSCO

L’arrivo ad Asti di Carlo d’Orléans accompagnato dalla consorte

Nel 1447, percorso un buon tratto sulla Via Francigena, il Duca Carlo d’Orléans con la consorte Maria, Duchessa di Clèves,
giunse in Asti, possedimento avuto in dote dalla madre Valentina Visconti. Al loro ingresso in città vengono accolti sotto un baldacchino portato lungo le vie da nobili “de hospitio” e da nobili “de populo”, i quali in segno di letizia e deferenza indossano guanti e calze di color bianco. Formano il regale seguito il governatore del distretto Rinaldo di Dresnay, il poeta astese Antonio Astesano, segretario del Duca ed altri nobili astesi e francesi.

RIONE SANTA CATERINA

La vita del cavaliere medievale: dall’infanzia all’investitura

Il rione rosso-celeste presenta le fasi della vita del cavaliere partendo dalla sua infanzia, durante la quale egli veniva iniziato alla disciplina cavalleresca e all’uso delle armi, per poi passare alla cerimonia dell’investitura, momento cruciale della sua esistenza, e, per finire ,con la figura del cavaliere adulto nel pieno possesso del suo ruolo di nobile valoroso, totalmente dedito a Dio, al Re, alla Dama e al suo onore.

RIONE CATTEDRALE

L’AQUILA AL FIN IL PALIO GHERMI’ Antichi fasti e trionfi all’ombra della Cattedrale

Già dai tempi di Alessandro Magno, l’aquila ha rappresentato un simbolo di forza, trionfi e glorie. Roma scelse il rapace a rappresentare la grandiosità dell’Impero, immagine che seguì le conquiste in Oriente ed Occidente. Virtù come la Forza, la Perseveranza, la Saggezza e la Pazienza hanno accompagnato i suoi trionfi . Dall’antichità greca e romana, l’immagine dell’aquila passa alla tradizione cristiana e in epoca medievale ritorna a rappresentare il rinato Impero, il Sacro Romano Impero, e le famiglie ghibelline sue sostenitrici.
Varie sono le famiglie astigiane che scelsero di legare il loro nome all’immagine dell’aquila: alla leggenda di Arricino Moneta, capostipite della famiglia Alfi eri, è legato l’uso dell’aquila all’interno del blasone. Dai trionfi nei campi di battaglia l’aquila passa quindi a rappresentare quelli economici che accompagnarono le famiglie del Recinto dei Nobili negli anni della grande espansione delle casane astigiane in tutta Europa.