Fogliati: noi temuti dalle grandi coalizioni, nessun dissidio nella coalizione

Abbiamo scelto Marco Demaria come candidato sindaco per molteplici motivi: è una persona preparata, è una candidatura nata dalla sua passione per la politica e non frutto di accordi, è un ragazzo strettamente legato alla sua città e soprattutto ha dimostrato un coraggio che è una virtù non così semplice da esercitare nell’entrare repentinamente nella campagna elettorale astigiana, non propriamente un gioco da ragazzi”.

Con queste parole Fausto Fogliati, segretario provinciale di Azione, presenta il più giovane candidato a sindaco di questa campagna elettorale. Una figura proveniente dal mondo della cultura che si presenta come candidato espressione di quattro partiti (Azione, Italia Viva, Volt e + Europa) per un progetto nuovo  nei confronti della città.

Demaria ha parlato durante la sua presentazione di un approccio “laico” alla politica. Cosa vuol dire esattamente?
Marco ha piena libertà di azione e completa fiducia da parte nostra in questa campagna elettorale. Il suo stile “laico” sottintende un approccio con pragmatismo ai grandi problemi della città, ovviamente non dimenticando il nostro retroterra culturale e politico che è di stampo liberal – socialista, proveniente dalla tradizione dossettiana. Azione ha preso recentemente una posizione molto secca su alcuni temi, non ultimo quello dalla Tangenziale Sud Ovest, entrando nella discussione politica e cercando di sottolineare gli aspetti positivi per la città e ponendo al centro della scelta il benessere comune. Questo è quello che noi definiamo approccio “laico”.

Un approccio che immagino si ritroverà anche nella compilazione del programma.
Devo essere chiaro. In questa campagna elettorale,  molti formuleranno il proprio programma come la compilazione di una lista dei desideri: buona parte di questi saranno un elenco interminabile delle cose da fare. Noi vogliamo invece presentare un  piano strategico per gestire una programmazione che dia un nuovo ruolo alla città per i prossimi 5 anni. Bisogna programmare sé stessi per programmare il futuro. Questo in maniera attenta, a maggior ragione che la prossima Amministrazione giocherà un ruolo cruciale, data la mole di fondi del PNRR da gestire. Noi vogliamo fare le cose fedeli al nostro claim che ci accompagnerà durante la campagna elettorale: “Asti, sul serio”.

L’attuale Amministrazione ha puntato molto, durante le scorse elezioni sul tema del lavoro. Che giudizio si sente di dare dopo cinque anni di Amministrazione?
Rasero disse che voleva diventare un sindaco “la valigetta”. Dopo 5 anni di Amministrazione posso dire che non è stato fatto abbastanza per rilanciare la città dal punto di vista economico e occupazionale. Tanti discorsi fatti sono rimasti a un punto fermi, come per esempio il polo logistico che è stato sbandierato come uno dei cavalli di battaglia di questa amministrazione. Portare un centro Amazon ad Asti non può di certo dirsi come una soluzione per il problema economico del territorio.

Andiamo sulla questione più politica della vostra discesa in campo Qualcuno ha sollevato l’interrogativo che siano dei malumori all’interno della coalizione, dovuti al fatto che si è passati ad un approccio più civico della candidatura rispetto a quanto precedentemente preventivato. Questo potrebbe scontentare qualcuno dei vostri alleati, tra cui Italia Viva?
Assolutamente no. Quella di fare una scelta civica che accompagnerà noi e Italia Viva  è una scelta che Azione  sta facendo in tutta Italia dove il partito scende in campo all’interno di una coalizione. Anche per ragioni di equilibrio non mettiamo il simbolo. Questo non vuol dire che non ci sia l’approvazione di Azione sulla candidatura di Demaria a livello regionale e a livello nazionale. Carlo Calenda non è di certo passato da Asti per caso ma perchè convinto della bontà politica dell’operazione. Un’operazione che ha previsto diversi passaggi successivi tra il livello regionale e quello nazionale, i quali hanno sostenuto con forza il progetto astigiano di Azione sviluppatosi prima e dopo il Congresso Nazionale. Progetto che, come noto, ha portato alla definizione della segreteria provinciale, mentre rimane ancora da definire il coordinatore della città di Asti. Essendo una scelta di coalizione, nè noi ne gli altri partiti appariranno sulla scheda, ma allo stesso tempo in campagna elettorale sosterremo Marco pubblicamente usando simbolo di Azione Asti e lo stesso farà Italia Viva. Quindi, sottolineo, la campagna elettorale sta procedendo benissimo e in concordia con gli altri partiti della coalizione. Io credo però che le false indicazioni sulla nostra azione politica abbiano una motivazione più profonda.

Che sarebbe?
Quello che viene chiamato “il terzo polo” fa paura a molti perché guarda ad elettorato che non si riconosce nelle dualismo della coalizione del sindaco Rasero con all’interno Fratelli d’Italia e nemmeno condivide la scelta di un apparentamento con  i 5 Stelle da parte del Partito Democratico. Questi  sono due soggetti con cui non vogliamo avere apparentamenti di tipo politico, così come ribadito dallo stesso Calenda. Rimane una grossa fetta di elettori che si rispecchiano in un’area  moderata e liberale ed entra in quella grande parte di astenuti che va dal 35 al 40%. Sono queste persone, oltre che i nuovi elettori, i grandi blocchi a cui guarda il nostro progetto politico e che possono mettere a disagio i partiti più tradizionali. E così, visto che possiamo dar fastidio, si cerca di smontare questa cosa, affermando il falso senza nessun titolo con il quale parlare e dicendo tutto il male possibile o attivando il meccanismo della delazione e affermando che si litiga e non si va d’accordo.

Resta il fatto che esiste un accordo politico a livello locale tra Azione e Italia Viva mentre a livello nazionale le dinamiche son ben diverse.
Mi rifaccio a quanto detto da Calenda pubblicamente: “Renzi è stato il migliore premier degli ultimi anni, ma deve scegliere se fare lo statista o il businessman: io non condivido le scelte fatte negli ultimi anni ma questo non significa che poi a livello locale le cose non possano funzionare”. Ne abbiamo parlato proprio con lui in occasione della sua visita ad Asti: nella nostra città questa unione rappresenta un’operazione importante sia dal punto di vista politico sia dal punto di vista della rappresentanza cittadina. Lui ha capito e ha dato il suo benestare. La politica locale, grazie a Dio, non viene influenzata a tal punto dal proprio leader da non poter fare delle scelte autonome.

Per concludere: le due grandi coalizioni di queste amministrative contengono entrambi le vostre “linee rosse” (Fratelli d’Italia e M5S ndr). Possono inficiare un dialogo per eventuali sviluppi futuri?
Premesso che al secondo turno l’elettore ragiona con la sua testa,  anche perché al ballottaggio le dinamiche sono molto diverse e si indica esclusivamente il sindaco, dovremo valutare quali sono i nostri punti di programma irrinunciabile e come vorranno essere adottati.
Questo non esclude nessuna ipotesi, però bisogna far sì che ci sia un impegno reale nel metterli in atto. Perché si possa parlare di eventuali apparentamenti non ci devono essere posizioni  che possono essere formulati in un campo o nell’altro che francamente potrebbero mettere seriamente in difficoltà un nostro appoggio. Per esempio una dichiarata ostilità alla Tangenziale Sud Ovest per noi sarebbe un grave pregiudizio così come dall’altra parte ragionare di riassetto urbanistico e di attività produttive della città come è stato fatto fino ad oggi è una cosa che non ci soddisfa.