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Cosa si nasconde dietro i nostri cellulari?

In questo periodo alcune classi terze della scuola “G. Parini” dell’Istituto Comprensivo 3 di Asti stanno affrontando il tema dello sfruttamento dei lavoratori e dei diritti umani calpestati, in particolar modo dell’infanzia. Attraverso un’indagine geopolitica sono emerse dai ragazzi alcune riflessioni che ci riguardano da vicino.
Ecco un approfondimento per ATnewsKids.it e le considerazioni di alcuni alunni della classe 3A a partire dallo studio di un territorio in apparenza molto lontano da noi.

COSA SI NASCONDE DIETRO I NOSTRI CELLULARI?
UNA STORIA DI MANODOPERA A BASSO COSTO E RISCHIO DEI LAVORATORI AMBIENTATA NEL CONGO.

Il coltan è un minerale di superficie. Per estrarlo bisogna costruire tunnel lunghi chilometri. È molto raro e si trova in Congo e in pochi altri paesi. È indispensabile per la costruzione di smartphone e per l’industria aerospaziale. È facile, prezioso e utile, questo porta molte persone a voler arricchirsi con manodopera a basso costo: vendendo il coltan ad alti prezzi e dando ai lavoratori solo le briciole.
La manodopera della disperazione è molto facile da creare per i signori della guerra: basta spaventare le popolazioni che vivono nelle province vicine, esse scapperanno e andranno a scavare coltan per il signore della guerra.

Il signore della guerra controlla il coltan e lo fa senza spendere niente per costruire le miniere. Paga la gente solo con le briciole di ciò che ricava e tiene il resto per sé, questo fa in modo che i ricavi della vendita di coltan (di cui il Congo è ricchissimo) finiscano nelle mani di poche persone che in questo modo si arricchiscono lasciando la maggior parte della popolazione alla fame.
Nelle miniere di coltan i lavoratori vengono sfruttati, ma nessuno lo sa. Questo perché il governo sostiene che i ricavi vengano spartiti equamente tra la popolazione e che donne e bambini siano esonerati dal lavoro. I lavoratori lavorano per 12 ore al giorno (anche di più) rischiando molto spesso la vita e vengono pagati 3 o 4 euro al giorno.
Anche bambini e donne lavorano e spesso, per portare il coltan nei porti camminano anche per due giorni di seguito, nonostante ciò, gli uomini vengono pagati di più!! Molto spesso le donne rimangono vedove e i bambini orfani e devono trovare un modo per non morire di fame.
Le industrie high tech sono quelle che comprano il coltan (che viene comprato per l’80 % Dal Congo) e sono situate nelle potenze neocoloniali che sfruttano le nazioni più povere. Il Congo è poi costretto ad importare dalle potenze a cui vende il coltan a bassissimo prezzo il cibo necessario al fabbisogno alimentare interno che viene ceduto ad un prezzo esagerato! Il Congo non è in grado di sfruttare la sua ricchezza perché, semplicemente, se vendesse il coltan al giusto prezzo per ripagare i lavoratori, le potenze neocoloniali smetterebbero di comprarlo e lascerebbero milioni di persone morire di fame.

Le miniere possono essere a cielo aperto o nei tunnel. Le miniere a cielo aperto sono in un certo senso le meno pericolose, ci sono delle conche ricoperte di coltan mischiato al fango e ad altre sostanze come l’uranio che sono radioattive nelle quali i lavoratori immergono le mani e i piedi per scavare e ricavare coltan. Le miniere nei tunnel possono essere anche molto in profondità e sono molto pericolose, molti lavoratori muoiono anche a 25 anni. I lavoratori sono costretti a scavare anche al buio e in pessime condizioni (con l’acqua alla vita e con il fiato mozzato), molte persone non riescono a tornare a casa dalla fatica. I lavoratori possono scavare anche per mesi senza trovare coltan e, fino a quel momento, non vengono pagati.
Quello del coltan è un commercio assai redditizio per le persone più ricche e le potenze neocoloniali ne hanno bisogno per costruire i nostri cellulari, perciò il lavoro sottopagato è ancora molto diffuso . I lavoratori molto spesso non sanno neanche a cosa serva il coltan, sanno solo che se smettono di lavorare non porteranno a casa cibo sufficiente a sfamare la propria famiglia . Lo sfruttamento dei lavoratori è molto diffuso e ancora poco conosciuto. Questi schiavi vengono detti «volontari». I morti non hanno una degna sepoltura e neanche una comunicazione scritta del decesso. Si parla di 11 milioni di morti legati al controllo di questo business. Chi comincia a lavorare sa già il suo destino. Hanno paura di morire lavorando, ma hanno paura di morire di fame se non lavorano.

Perché succede? Da 20 anni sono quasi scomparse per ragioni politiche le grandi compagnie che davano ai loro operai un adeguato ambiente di lavoro e un giusto compenso.
Di chi è la colpa? Di un paese troppo ricco di risorse e povero di capitale umano, del post colonialismo, del neoliberismo, della corruzione, del fallimento dello stato, dei nostri smartphone. La maggioranza delle società non prova neanche a far rispettare la legge.
Il problema è enorme come il Congo!
Viola Passantino

RIFLESSIONI A QUATTRO MANI…

Non ho mai provato il duro lavoro sulle mie spalle, e dopo una sola giornata e un solo video la mia vita è cambiata. Sono sempre stata una persona semplice e normale e non mi sono mai sentita veramente fortunata. Ho sempre detto di me che ero tutt’altro che fortunata e molte volte mi sono persino permessa di dire che la mia vita era “difficile”. Quella che per me iniziava come una semplice giornata di scuola si è trasformata in tutt’altra cosa, dal video che la professoressa ci ha fatto vedere potevo sentire la disperazione di questa povera gente che viene sfruttata ogni giorno e che a malapena riesce ad andare avanti, la cosa che mi ha fatto più impressione è il fatto che ci siano ragazzi della mia età o anche più giovani, che si spaccano la schiena ogni giorno, e vengono obbligati a cercare questo materiale che raramente si trova, e perché? Per costruire i nostri amati cellulari, che noi usiamo ogni singolo giorno, e che molta gente cambia ogni volta che esce il modello “nuovo”. Adulti e bambini lavorano in questi posti, vengono pagati pochissimo, non sanno nemmeno a che cosa serve il Coltan e ogni giorno grandi e piccoli perdono la vita. L’ignoranza della gente come noi li sta uccidendo, e anche chi ne è a conoscenza spesso non fa niente. La nostra vita non è difficile, ma la loro lo è, le nostre case sono calde, le loro no, invece, sappiate ringraziare le vostre vite che sono bellissime e abbiate il coraggio di fare qualcosa per questa gente!
Aislin Kondo

Il Coltan è un minerale che per il nostro uso quotidiano è praticamente fondamentale. Viene utilizzato per esempio per realizzare telefoni, tablet e computer. Ma la maggior parte delle persone non sa cosa c’è dietro a tutto ciò. Il Coltan si scava in Congo e i minatori che hanno il compito di scavare questo minerale non stanno molto bene, sia economicamente, sia per quanto riguarda la salute. La cosa che non capisco e mi fa un anche po’ arrabbiare è che i minatori scavano per dodici ore al giorno, a volte anche di più, per poi arrivare a casa, la sera tardi e fare l’unico loro pasto della giornata, con le ossa che tremano dalla stanchezza. Noi invece, seduti sul divano a riposarci, oppure ad andare in ufficio lamentandoci delle piccole cose superficiali che non abbiamo. Le persone che scavano nelle miniere, in questo caso quelle del Congo, si spaccano la schiena tutti i giorni per fare un piccolo pasto di sera, quando in realtà, potrebbero essere ricchi! E noi non ci rendiamo conto che l’oggetto che usiamo per buona parte della nostra giornata lo abbiamo solo grazie a loro.
Gabriele Montanella

Questo minerale (il coltan) è sottoterra e tante povere persone, schiavi, devono lavorare tutto il giorno, tutti i giorni, per una cosa che serve a noi, perché loro non sanno neanche per che cosa lo utilizziamo. I bambini e le donne devono lavare le vanghe e portare pesantissimi sacchi, per chilometri e chilometri. I bambini, però, devono anche scavare e sono obbligati a farlo, lì nessuno lo fa per la propria volontà, chi non lo fa, rischia la fame o la morte. Ho sentito un’intervista di un povero bambino, diceva che lui arriva alla sera stravolto e che le gambe non lo reggono più in piedi, diceva anche che lui voleva andare a scuola, anche solo per poco tempo, proprio per capire com’era fatta. Questi “signori della guerra” si prendono gioco dei bambini e li pagano poco. Secondo me si dovrebbero vergognare per quello che fanno, perché ogni giorno dentro a quei tunnel muoiono poveri innocenti. Penso a quei bambini scalzi che devono lavorare tutto il giorno e poi ci siamo noi che siamo così fortunati che stiamo tutti i giorni in classe, a scuola, imparando un sacco di cose che ci apriranno un sacco di porte per il nostro futuro. Noi pensiamo che la scuola sia noiosa, ma non sappiamo quanto siamo fortunati rispetto a questa povera gente.
Alice Negro

Dopo aver effettuato vare ricerche grazie alla Professoressa, ho capito che mentre noi usiamo il nostro telefono divertendoci, dall’altra parte del mondo, in Congo, delle persone scavano tutto il giorno, dalle sei del mattino alle sei di sera, e arrivano a casa con ogni osso del corpo che gli fa male. Vengono sfruttati anche bambini che, quando qualcuno li vede, sono costretti a fuggire, oppure a nascondersi dietro rocce. È un lavoro molto pericoloso quello dell’estrazione del coltan, soprattutto l’estrazione nelle miniere, perché da un momento all’altro potrebbero morire di soffocamento, infatti, nel video che abbiamo visto in classe, le persone che hanno realizzato il servizio sono state solo pochi minuti e poi è diventato tutto buio. La mia opinione è quindi che mentre usiamo il telefono, bambini vengono sfruttati per pochi soldi al giorno, più o meno cinquanta dollari al mese. Sono state aperte anche delle guerre sanguinose per questo. Secondo me, a volte dovremmo pensare, mentre usiamo un cellulare, a persone dall’altra parte del mondo che vengono sfruttate e che si spaccano la schiena ogni giorno per pochi dollari al giorno, 4 o 5, se poi si tratta di donne e bambini, per meno ancora. Tutto questo per sopravvivere neanche bene. Il cibo in Congo è anche costoso perché viene importato da altre nazioni. Ci sono moltissime persone e quindi c’è poco per ognuno. Da oggi, quando userò il cellulare penserò a queste povere persone che scavano tutti i giorni, dalla mattina alla sera.
Lorenzo Ghidella

Tutti noi viviamo una vita più o meno tranquilla, magari con momenti difficili ma che si risolvono in un breve lasso di tempo. Purtroppo, però, in un diverso continente, dove il sole batte forte sul terreno, vi sono problemi peggiori che non poter uscire a mangiare con gli amici o non avere il modello di smartphone più nuovo! In Africa, infatti, bambini e ragazzini dai 6 ai 15 anni vengono sfruttati nelle miniere di Coltan; un minerale che serve a costruire microchip e apparecchiature elettroniche. Questo avviene precisamente in Congo, una terra stupenda, piena di vegetazione, acqua e terre coltivabili; in effetti, il Congo potrebbe diventare la terra degli allevatori e contadini ma il problema è che nessuno sa farlo. La popolazione africana nel passato è stata sottomessa da popoli più forti e più ricchi, ancora adesso la maggior parte dei Paesi africani subisce lo sfruttamento economico da altri Stati. Questo fatto è spesso stato nascosto e ancora adesso molte persone non lo conoscono; ecco perché donne, uomini e bambini resi schiavi lavorano in grosse fosse di terra venendo pagati una miseria. Il Congo è ricco, ma la gente che ci abita, no!
Carlo Maria Avidano

Il Congo è un paese pieno di “schiavi volontari” che si mettono al servizio di persone che hanno occupato le loro case, le loro strade, le loro scuole e si sono presi tutto con la forza. Le persone sanno a cosa vanno incontro, probabilmente alla morte, ma preferiscono morire in miniera che di fame. Queste persone, senza neanche una dignità, sono condannate a tramandare di generazione in generazione la maledizione del Coltan. Tutto questo non è giusto. Non è possibile che mentre io vado a scuola e scrivo questo testo, uomini, donne e addirittura bambini lavorano e scavano per sopravvivere. Pochi conoscono la storia del Coltan e del Congo e molta gente probabilmente la conosce, ma non gliene importa. Il Congo è un paese ricco, ma le persone rimangono povere e in pochi fanno qualcosa. Sempre più persone organizzano conferenze e “gridano aiuto” e noi che sappiamo cosa sta succedendo non dobbiamo restare immobili e impotenti di fronte a tutto questo, perché noi usufruiamo dei beni dell’Africa come il Coltan, ma lo otteniamo in un modo spregevole.
Andrea Passantino

C’è un lato “oscuro” dietro l’estrazione del coltan in Congo: molti operai vengono pagati pochissimo e con i soldi che ricevono riescono a pagare giusto le cose da mangiare. Nel documentario che abbiamo visto in classe c’erano bambini della nostra età e anche meno che, vedendo i giornalisti, scappavano e si nascondevano in mezzo all’erba dei capi intorno, per non farsi notare; si vedevano anche donne lavorare duramente. Il ministro delle miniere aveva detto che tutti gli uomini avevano la loro giusta parte di denaro e che le donne e i bambini non lavoravano; invece i bambini e le donne lavorano eccome e vengono pagati anche male e il denaro non è spartito equamente tra tutti gli uomini. Molti minatori hanno anche detto che quando sono nei tunnel a scavare hanno paura, paura di non tornare a casa e di morire da soli in tunnel sotterrane, e se fossi uno di loro, anch’io avrei paura di non vedere mai più la mia famiglia!
Beatrice Voglino