Europa Verde Asti: “Piste ciclabili sui binari? No Grazie”

Riceviamo e pubblichiamo


Abbiamo appreso dall’albo pretorio del Comune di Asti che in data 18 febbraio 2021 la giunta comunale di Asti ha deliberato un accordo di intesa tra i comuni che si affacciano alla ferrovia Asti Chivasso fino alla stazione di Cocconato per la trasformazione della ferrovia in pista ciclabile.
Ci risiamo! Un protocollo d’intesa che persevera nell’errore di considerare una ferrovia sospesa in ferrovia dismessa.

Cerchiamo di chiarire una volta per tutte il significato:
a. “linea sospesa” una linea ferroviaria su cui non è in corso un servizio di trasporto persone o merci, ma in cui sono presenti l’armamento e i principali elementi necessari per lo svolgimento di servizi o che risultano facilmente ripristinabili;
b. “linea dismessa” una linea ferroviaria su cui il MIT ha stabilito tramite decreto l’interruzione del servizio di trasporto di persone o merci tramite modalità ferroviario e/o il cui armamento oppure il cui sedime è stato adibito ad altro utilizzo

La ferrovia Asti-Chivasso, come la ferrovia Asti-Casale oppure la Asti-Castagnole Lanze, per il momento sono sospesa e non permetteremo che certe amministrazioni oggi in carica possano distruggere un bene prezioso per la mobilità sostenibile ai cittadini di oggi e di domani. Le piste ciclabili devono rimanere complementari alla ferrovia e non di contrasto.
La proprietà del sedime ferroviario rimane a RFI e quindi al Ministero delle infrastrutture e trasporti. I Comuni di Asti, Chiusano d’Asti, Cinaglio, Cortanze, Cossombrato, Cunico, Montechiaro d’Asti, Montiglio Monferrato, Murisengo, Robella e Settime ed in particolar modo Cocconato (Comune capofila) farebbero attenzione prima i spendere i propri soldi per realizzare studi di fattibilità su un bene di proprietà dello Stato.

Il Governo Draghi ha già mostrato durante gli interventi prima al Senato e poi alla Camera le linee guida che lo Stato e quindi le Regioni devono perseguire per una immediata conversione ecologica del Paese ed in primis l’Europa ci indica la strada anche attraverso il Next Generation EU, la Regione anziché inibire l’efficienza di questo bene comune coprendo di plastica i binari, deve tutelare le infrastrutture ferroviarie attive o temporaneamente sospese (inclusi i fabbricati viaggiatori, le opere accessorie e i sedimi residui) per favorirne il pieno esercizio ferroviario e per consentirne l’utilizzo della cittadinanza per esigenze legate sia alla mobilità quotidiana e sia al turismo responsabile.
Le ferrovie sono un bene comune da ripristinare rendendoli efficienti con il supporto di un servizio pubblico locale su gomma che favorisca l’utilizzo del Treno evitando conflitti che ne penalizzano l’uso.

Patrizia Montafia
Giuseppe Sammatrice
Coportavoce della federazione provinciale di Asti dei Verdi-Europa Verde