Luca Quagliotti, Cgil Asti: “Covid: no, non è andato tutto bene”

Riceviamo e pubblichiamo la riflessione di Luca Quagliotti, Segretario Generale CGIL Asti, sulla Pandemia, sulla sua gestione e sulle sue conseguenze, con uno sguardo al futuro e alcune proposte per Asti.


Più di 70.000 morti in un anno a causa del COVID 19 significa che non è andato tutto bene.
Non è andato bene il ritardo con cui l’OMS ha dichiarato la Pandemia.
Non è andato bene il ritardo con cui i vari Governi nazionali hanno risposto al dilagare del Virus. Non è andato bene il comportamento di molte Regioni italiane, le quali, invece di provare ad arginare il Virus, hanno impegnato tempo e risorse per criticare e contrastare ogni decisione assunta dal governo nazionale.

Non è andato bene il comportamento di molti italiani, che hanno continuato ad esporsi al virus non indossando la mascherina e non prendendo alcuna precauzione per evitare il contagio.
Non sono andate bene le dichiarazioni di taluni politici di lungo corso, e tutt’ora gravati da importanti responsabilità, che hanno più volte sottolineato il fatto che, secondo loro, la malattia aveva effetti mortali solo su gli anziani, già portatori di altre patologie, come se la vita delle persone avesse un valore diverso a seconda della propria condizione anagrafica, fisica, mentale o economica.
Non è andato bene che milioni di cittadine e cittadini italiani ed europei – lavoratori dipendenti o autonomi, poco importa – abbiano visto ridursi il proprio reddito per mesi, senza che vi sia stata un’immediata ed univoca risposta dell’Europa al problema, affidando ai singoli stati le iniziative di sostegno.

Nel contempo, però, non tutto è andato male! La disponibilità professionale e di servizio alla comunità messa in campo dai dipendenti della sanità nel fornire una immediata risposta ai milioni di cittadini che si rivolgevano alle strutture sanitarie per ottenere cure, assistenza e conforto è stata straordinaria.

È stata importante la risposta, data in tempi brevi, dall’insieme delle strutture statali alle urgenze sanitare, assistenziali e economiche (i cosiddetti ristori) dei cittadini. Ancor più apprezzabile essa appare se si pensa alla straordinaria pressione mediatica a cui è stata sottoposta l’attività del governo e delle regioni ed ai tagli alle risorse umane e strutturali di questi decenni.
È da apprezzare la capacità dei dipendenti degli enti pubblici, della scuola e dell’università di adattarsi alle mutate necessità – pur in presenza di direttive incerte e instabili a causa dei “protocolli” in continuo cambiamento – , di assicurare la messa a disposizione delle proprie competenze al fine di garantire la fruibilità dei servizi essenziali, ad iniziare dalla didattica a distanza, la quale, pur negli evidenti limiti organizzativi e didattici, ha consentito ad allievi e studenti di mantenere un rapporto positivo con il sistema scolastico.

È stata eccezionale, e per certi aspetti innovativa, la disponibilità degli scienziati e dei centri di ricerca di tutto il mondo a mettere da parte le proprie ambizioni personali al fine di produrre in tempi straordinariamente brevi uno o più vaccini indispensabili per debellare il Virus del COVID 19. Vaccini che danno la speranza all’intera umanità di un futuro più sereno e di un 2021 che, si spera, possa essere portatore della tanto attesa ripresa economica, condizione essenziale per il rinnovarsi di rapporti sociali ricchi di futuro.

In questa difficile situazione è stato importante il ruolo e l’azione del sindacato nel difendere, con la salute, il lavoro e il reddito di milioni di persone. Grazie al costante confronto con il governo e gli imprenditori, ed alla capacità del sindacato di avanzare proposte ed incalzare il governo quando “sbandava” rispetto agli indirizzi concordati, si è stati in grado di mettere in campo interventi a sostegno del reddito e della stabilità del lavoro.
Entro questo quadro va apprezzata la capacità del Sindacato di garantire tutele nei posti di lavoro e nelle sue sedi territoriali, senza far mai mancare il proprio sostegno alle lavoratrici ai lavoratori, alle pensionate ed ai pensionati.

Nel 2021 il Sindacato sarà chiamato a nuove, difficili prove. Esso dovrà avere la capacità di mettere in campo proposte e iniziative volte a garantire il mantenimento del posto di lavoro a centinaia di migliaia di lavoratrici e di lavoratori che rischiano di essere licenziati al termine delle proroghe previste dai procedimenti governativi.
Come abbiamo chiaramente percepito nel corso della dura esperienza della Pandemia, le attività commerciali e artigianali, gli esercizi pubblici e le attività professionali, sono essenziali per mantenere vivo l’ambiente urbano, per dare alle nostre città, piccole e grandi, una nuova prospettiva di crescita.

Per questo ad Asti sarebbe necessario riprendere il progetto del centro commerciale naturale, che potrebbe far rivivere il centro della Città di Asti oggi sempre più desolatamente con negozi chiusi.

È auspicabile che tutti abbiano compreso l’estrema importanza di invertire la rotta nelle politiche per la sanità e per il pubblico impiego. La necessità di tornare ad investire, riammodernando e riqualificando la nostra pubblica amministrazione, è emersa come consapevolezza collettiva nel corso della Pandemia. Si sono compresi meglio gli errori compiuti da tutti i governi degli ultimi vent’anni, i quali – attraverso il taglio dei fondi alla sanità ed al mancato turn over nell’impiego pubblico – hanno ridotto significativamente la capacità di risposta delle strutture statali e sanitarie, in presenza non solo di eventi straordinari, ma anche di semplici situazioni di ordinaria difficoltà. Occorre dare efficienza al sistema e per questa fondamentale ragione occorre investire in infrastrutture, in formazione, in tecnologia ed anche assumere giovani preparati, in grado di comprendere e rispondere ai cambiamenti del nostro tempo. È giunto il tempo di innovare e di investire nello Stato. Ne va del nostro futuro e del futuro delle prossime generazioni.

Anche Asti dovrà far parte di questo progetto di rinascita dello Stato e della Sanità: troppi gli uffici chiusi o che hanno ridotto le proprie aperture per mancanza di personale; è necessario che la politica astigiana si muova compattamente per potenziare gli uffici pubblici e la sanità territoriale. È necessario ripensare le nostre Città potenziando il Trasporto Pubblico Locale e creando piste ciclabili, rivedere gli orari di vita e di lavoro, ripensare i luoghi di aggregazione e rivitalizzare Asti con il riuso degli immobili inutilizzati. È il momento di saper destinare al meglio fondi che arriveranno sul nostro territorio, utilizzandoli all’interno di un progetto organico ed evitando, in questo modo, di perderli i mille rivoli.

Luca Quagliotti
Segretario Generale CGIL Asti