Affido minori, il Consiglio regionale vota per un cambiamento

Approvata la relazione di maggioranza sugli affidi dei minori. Quella che in termine tecnico è stata definita “l’indagine conoscitiva sul sistema regionale di segnalazione e presa in carico dei casi di abuso e maltrattamento sui minori, di allontanamento dai nuclei familiari di appartenenza e della collocazione in comunità o affido” all’interno della Commissione Sanità, aveva infatti prodotto due relazioni e quella di minoranza è stata respinta. I due schieramenti hanno votato per i rispettivi documenti.

Nell’illustrare la relazione di maggioranza Sara Zambaia (Lega) ha sottolineato che “audire i soggetti che si occupano di affidamento dei minori, ma anche i rappresentanti delle famiglie, ha portato alla luce una serie di nodi e di problematiche che la Regione può contribuire a risolvere”.

“Le motivazioni che concorrono all’allontanamento dei minori in Piemonte – ha proseguito – è dovuto per il 56% a comportamenti che non corrispondono alle necessità del bambino come trascuratezza, incuria e mancanza di una rete familiare adeguata, per il 21% a problemi di salute dei genitori, disabilità fisica, psichica e dipendenze, il 15% a problemi psicologici, fisici e comportamentali dei minori e il 14% a maltrattamenti in famiglia anche psicologici e abusi sui minori. Un dato che non significa che le carenze economiche possano essere oggetto di allontanamento, ma che certe problematiche possono mettere la famiglia nella condizione di poter avere ripercussioni dal punto di vista della crescita dei minori e che dimostra che la scelta di allontanare i minori dalla famiglia di origine è solo in minima parte motivata dall’esigenza di evitare maltrattamenti e abusi”.

“Tra le problematiche – ha aggiunto – spiccano la necessità di una Commissione unica che coordini e funga da cabina di regia delle Commissioni di vigilanza delle Asl, l’istituzione di un Organismo di coordinamento e di controllo del lavoro svolto dagli operatori e la necessità di porre un freno al turn over del personale e a curarne di più la formazione”.

Presentando la relazione di minoranza Monica Canalis (Pd) ha evidenziato che “non si può assolutamente parlare di ‘allontanamenti facili’ per il Piemonte, se è vero che dei 60 mila minori che, a fine 2018, erano in carico ai servizi sociali, pari al 9% della popolazione minorile, solo il 3,56% è seguito fuori dalla famiglia, il restante 96,4% lo è all’interno della famiglia d’origine. E dei 2.597 minori seguiti fuori da famiglia, il 58% degli allontanamenti riguarda minori stranieri non accompagnati (17,6%), affidamenti comunque intra familiari (24,6%) o affidamenti consensuali (15,82%)”.

“Il sistema degli affidi in Piemonte – ha rilevato – è fondamentalmente sano, ricco e costituito da personale di prim’ordine perché si fonda su una tradizione normativa e procedurale che costituisce un modello in Italia e in Europa. Nonostante ciò, appare oggi affaticato e indebolito non tanto da errori quanto dalla carenza di personale, di risorse, dalla scarsa omogeneità territoriale per le buone pratiche e dalla scarsa integrazione tra i vari comparti. Non si può auspicare un miglioramento del sistema senza un concreto impegno da parte della Regione”.

Il dibattito è stato aperto dall’assessore ai Rapporti con il Consiglio regionale Maurizio Marrone, primo firmatario dell’ordine del giorno che ha dato il via all’indagine: ha sottolineato come i risultati “confermano i nostri timori e si vada in direzione di un cambio normativo che garantisca le famiglie e i minori” parlando di “squilibri nei rapporti con le famiglie coinvolte negli allontanamenti, che vedono svanire il coinvolgimento dei genitori naturali”.

Marco Grimaldi (Luv) ha dichiarato che “i presupposti che hanno portato all’indagine si sono risultati infondati e si è fornita un’immagine distorta delle famiglie affidatarie, che non aiutano certo i minori per motivi economici”.

Francesca Frediani (M5s) ha osservato che, “anche se le conclusioni delle due relazioni portano in direzioni diverse, è necessario operare cercando il più possibile soluzioni condivise per trovare e indirizzare le risorse disponibili per dare linfa al sistema”.

Per Paolo Bongioanni (Fdi) quello dei minori “è un tema delicato e di grande responsabilità. E la responsabilità è quella che deve sentire chi delibera e fa le leggi”.

Silvio Magliano (Moderati) ha evidenziato che “compito del Consiglio e dell’Esecutivo è sostenere il sistema esistente con maggiori risorse e impegno perché sono in aumento i drammi legati alla genitorialità collegati a problemi di dipendenze o di malattie della psiche”.

Maurizio Marello (Pd) ha sottolineato che “indubbiamente il sistema degli affidi è migliorabile, ma è e rimane un’eccellenza a livello nazionale ed europeo”.

Il presidente della Commissione Sanità Alessandro Stecco ha ringraziato i componenti della Commissione per la serietà del lavoro svolto e ha ammonito: “Abbiamo compreso meglio come funziona il sistema e quali sono i suoi problemi: le proposte e gli spunti di miglioramento emersi in entrambe le relazioni non possono essere seppelliti nella normale dialettica di contrapposizione politica”.

Mario Giaccone (Monviso) ha osservato che “l’indagine ci ha aiutato a mettere in discussione e a superare alcuni pregiudizi e il rafforzamento del sistema è il punto comune di entrambe le relazioni: penso si possa continuare a lavorare insieme per realizzare il miglior bene possibile per chi è coinvolto in queste vicende”.