“L’incosciente strumentalizzazione politica in tempo di pandemia”

Riceviamo e pubblichiamo un contributo a firma di Federico Fornaro, Capogruppo Liberi e Uguali alla Camera e Marco Castaldo, Coordinamento Articolo Uno Asti.


Leggiamo sugli organi di informazione che gli on. Giacone e Petazzi della Lega si sono preoccupati del fatto che ieri (6 novembre 2020) alcuni migranti tunisini siano fuggiti dall’Hub di Castello d’Annone dove erano da poco arrivati e in attesa di valutazione della loro condizione. Il loro allontanamento dal luogo e dal controllo delle autorità competenti è sicuramente un fatto illegale e le forze dell’ordine, che ringraziamo come sempre, hanno già provveduto a rintracciare 14 di questi fuggitivi.

Quello che è altrettanto grave, però, è constatare che esponenti del parlamento eletti dal territorio di riferimento si prestino ad alimentare polemiche strumentali, pericolose e demagogiche.
Gli stessi argomenti, ormai chiaramente sdoganati, che da mesi e anche più, sentiamo come una noiosa litania ripetuta dal loro leader, Matteo Salvini, il quale, egli stesso, proprio con i Decreti Sicurezza citati da Giaccone e Pettazzi, ha determinato un peggioramento delle condizioni di sicurezza del territorio. Lo smantellamento dei Centri di accoglienza gestiti dallo Stato, la rete Sprar, l’unica che ha permesso l’integrazione e scoraggiato il “business dell’immigrazione”, in favore di quei sistemi di prima accoglienza tanto criticati per le condizioni igieniche precarie, l’ammassamento inumano, fino al business messo in atto da clan mafiosi e cooperative ambigue, ha determinato sicuramente maggiore insicurezza e negato diritti fondamentali ai migranti determinando la loro clandestinità. L’attuale governo e la Ministra degli Interni Lamorgese, con la modifica dei Decreti Sicurezza, hanno cominciato a rimettere ordine, legalità e diritti umanitari al centro delle politiche di accoglienza dei migranti e nell’ambito di un più generale e coordinato progetto che dovrà prevedere il superamento della legge Bossi-Fini che attualmente regolamenta il mercato del lavoro in Italia dei cittadini stranieri e che oggi non risponde adeguatamente alle esigenze dei lavoratori stranieri e neppure dei datori di lavoro italiani.

Spiace dover constatare che gli onorevoli Giaccone e Pettazzi non abbiano dimostrato eguale impegno per sollecitare pubblicamente la Regione Piemonte, ad organizzare e proporre soluzioni per gestire l’emergenza sanitaria in Piemonte in modo da non arrivare ad avere una così grave situazione emergenziale che caratterizza la nostra regione. Da settimane, invece, gli stessi cittadini assistono impotenti ad una gestione sanitaria regionale in evidente difficoltà ad affrontare la seconda ondata di contagi da coronavirus con efficienza ed efficacia, dove le strutture sanitarie sono al collasso, dove le associazioni dei medici chiedono da tempo un lockdown perché la trasmissione del virus ha raggiunto numeri ingestibili, ma, al contempo, assistiamo a dichiarazioni inaccettabili da parte del Presidente della Regioni Piemonte, Alberto Cirio, nel momento in cui afferma che i dati utilizzati per determinare la “zona rossa” in Piemonte non sono corretti e che, pertanto, le pizzerie e ristoranti piemontesi potrebbero e dovrebbero rimanere aperti esattamente come avviene in Campania. Egli mette continuamente in discussione i parametri di valutazione del Comitato Tecnico Scientifico nazionale e la loro valutazione, mentre, allo stesso tempo, il suo assessore alla Sanità in Regione, Luigi Icardi, dichiara alla stampa che il sistema di accoglienza degli ospedali piemontesi potrà reggere non più di ulteriori 10-12 giorni con questi ritmi di crescita dei contagi. Con quale responsabilità politica, amministrativa e anche personale i vertici dell’amministrazione regionale piemontese intendono tutelare la salute dei cittadini?

Mentre le ambulanze attendono fuori dai pronto soccorso degli ospedali con pazienti Covid a bordo perché evidentemente l’organizzazione sanitaria è vicina al collasso, il Presidente Cirio afferma che la determinazione delle regioni in “zona rossa” sono dettate da scelte di colore politico e non da valutazioni scientifiche.
Le dichiarazioni di strumentalizzazione politica sulla questione immigrazione, poi, dimostrano ancora una volta che la destra italiana continua a fare una campagna elettorale sterile e dannosa.
Ciò che più preoccupa, in questo periodo di grave crisi sanitaria ed economica, è proprio l’irresponsabile comportamento di chi pare interessato unicamente al consenso elettorale attraverso messaggi miserabili che inquinano i pozzi della democrazia, come quello di accusare il Governo di aver deciso le zone rosse sulla base del colore politico delle giunte regionali e che pesano come le pietre, quelle pietre che alcune frange della società potrebbero utilizzare in senso materiale per fomentare il disagio sociale che è presente più che mai durante questa pandemia.
Fermatevi finché siamo ancora in tempo.

Federico Fornaro, Capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera.
Marco Castaldo, Coordinamento Articolo Uno Asti.