Il Cerchio magico: Le elezioni americane

Il 3 novembre si sono svolte le elezioni americane, anche se in realtà si sono solo concluse quel giorno, dal momento che il complesso processo che porta all’elezione del Presidente, del Congresso e del senato era già iniziato, almeno in alcuni stati, diverse settimane prima. Il risultato delle elezioni ha visto vincere il ticket Joe Biden e Kamala Harris per la presidenza.

A portare Biden/Harris alla vittoria è stata una ampia coalizione progressista, con l’appoggio di una corposa lista di senatori, deputati e rappresentanti locali repubblicani ostili a Trump.

Ma la vera forza di questa elezione viene dalla straordinaria affluenza alle urne, la più ampia dell’intera storia della democrazia americana: circa 160 milioni di americani ha votato, nonostante la soppressione di molti collegi elettorali e la campagna di affossamento del voto postale promosso da The Donald.

Questo risultato si deve all’impegno locale di tanti volontari, ma anche di alcune donne particolarmente incisive, come Stacey Abrams che è riuscita a strappare la Georgia ai repubblicani dopo più di trent’anni.

Stacey Abrams nel 2018 era la candidata governatrice dello stato (prima donna di colore candidata dal Partito democratico a quel tipo di ufficio), ma allora perse contro il discusso segretario di Stato della Georgia Brian Kemp.

Dopo quella sconfitta la Abrams ha fondato un’organizzazione chiamata Fair Fight concentrata sul finanziamento e la formazione delle persone per proteggere il voto in 20 stati, con un’enfasi particolare sulla Georgia. La sua associazione si è impegnata a far registrare un numero alto di elettori e a motivarli a manifestare, nei giorni delle elezioni, contro qualsiasi eventuale tattica di soppressione del voto.

Queste elezioni sono state davvero dominate dalle donne: The squad, il gruppo di deputate dem appartenenti a minoranze etniche (Alexandria Ocasio Cortez, Ilhan Omar, Ayanna Pressley e Rashida Tlaib) ha visto tutte le donne riconfermate alla carica, ma soprattutto per la prima volta gli Stati Uniti hanno un vicepresidente donna, Kamala Harris.

Kamala Harris, che si autodefinisce black, è di padre giamaicano e mamma indiana. Ha alle spalle una carriera da giudice, un giudice estremamente severo peraltro, ma anche un forte impegno contro la dispersione scolastico e il bullismo. Era una delle candidate alle primarie democratiche, ma aveva perso contro Biden, che però l’ha poi voluta accanto come vicepresidente.

Nel suo primo discorso da vicepresidente eletta ha detto: “Sebbene io sia la prima donna a ricoprire questo incarico, non sarò l’ultima. Penso a intere generazioni di donne che hanno battuto la strada per questo preciso momento. Penso alle donne che hanno combattuto e sacrificato così tanto per l’uguaglianza, la libertà e la giustizia per tutti, comprese le donne afroamericane, spesso trascurate ma che spesso dimostrano di essere la spina dorsale della nostra democrazia”.

Il carico di speranza che viene a tutto il mondo da questa elezione ha a che vedere con la fine di un periodo nel quale avevamo visto sdoganare la violenza e la volgarità del linguaggio ai più alti livelli istituzionali, portare avanti politiche contrarie ai diritti umani come l’allontanamento dei figli dai genitori e i campi di raccolta dei bambini al confine col Messico, oltre a una gestione disastrosa e mortifera della pandemia. Ora sembra che un segnale di civiltà arrivi dal paese che, volenti o nolenti, è ancora il nostro punto di riferimento culturale, anche se l’asse della potenza economica e militare si sta spostando.

Ne assaporiamo dunque il gusto, felici soprattutto che questa sia stata la vittoria della generazione più giovane, dei ragazzi che hanno votato (in massa) per la prima volta e che hanno lavorato ai seggi per consentire agli anziani, che tradizionalmente si occupavano di queste incombenze, di restare in casa, al riparo dal virus.

È un cambiamento atteso, desiderato, del quale c’era bisogno e riporta un po’ di speranza anche a noi e a tutti quelli che hanno a cuore il futuro dei nostri bambini; bambini ai quali la vicepresidente Harris si è rivolta dicendo: “Sognate con ambizione, siate leader con convinzione e guardate a voi stessi in un modo che forse gli altri non capiranno, solo perché non l’hanno mai visto prima, ma sappiate che vi applaudiremo ad ogni passo del cammino”.

Paola Lazzarini

Il Cerchio Magico: Donne violate, dove cercare la speranza