Lettere al direttore

Angela Quaglia: “Anziché lamentarsi che siamo in zona rossa qualcuno cominci a farsi un bell’esame di coscienza”

Riceviamo e pubblichiamo


Mentre la pandemia avanza e i numeri dei positivi e dei ricoverati aumentano, abbiamo assistito, nel giro di 7 giorni, ad una inversione a U dell’assessore regionale Icardi che lascia sconcertati.
“Dobbiamo fronteggiare la necessità crescente dei posti COVID e dare risposta immediata che decongestioni i pronto soccorso”- diceva Icardi il 31 ottobre, annunciando la creazione di 16 Ospedali COVID in Piemonte, tra cui il Santo Spirito di Nizza Monferrato.
“La situazione a livello sanitario rischia il collasso. E’ una scelta inevitabile e probabilmente non basterà”- aggiungeva l’assessore alla Sanità.
E’ di oggi la notizia che, invece, l’ospedale di Nizza (quello vecchio) non diventerà ospedale Covid in quanto la Commissione di Vigilanza di Alessandria ha cassato la proposta: “Dovendo determinare la creazione di percorsi puliti e sporchi per evitare contaminazioni”… si sarebbero potuti creare solo 10 posti Covid e si è preferito perciò potenziare i posti di lungodegenza (25) alleggerendo da questo carico l’ospedale di Asti perché possa fronteggiare meglio la battaglia contro il virus”.
Si direbbe che ha prevalso il buon senso.

Ma alcune domande sono d’obbligo:
1) L’assessore Icardi dove vive? Non conosce la situazione degli ospedali dell’astigiano? E’ questo il livello di programmazione del suo assessorato?
2) In Giunta Regionale c’è anche l’ex sindaco di Canelli : anche lui non conosce la realtà dell’ospedale di Nizza?
3) Anche il vice Presidente Carosso è astigiano: neppure lui conosceva la situazione dell’ospedale di Nizza?
4) Quando si rilasciano dichiarazioni ufficiali non sarebbe meglio verificarne prima la fattibilità? (Giusto per non ingenerare aspettative e/o preoccupazioni).
5) Se l’operazione Nizza Covid fosse andata in porto, dove sarebbero stati collocati i pazienti in degenza post acuzie? Forse nelle case di Riposo che hanno già numeri preoccupanti di contagi?
6) Poiché i posti Covid saranno invece ricavati al Cardinal Massaja, quale destinazione verrà data ai pazienti attualmente ricoverati in lungodegenza presso il nostro ospedale? Ci si sta rendendo conto del disagio che si creerà a famiglie ( della città di Asti o anche del nord della Provincia) che in periodo di lockdown non potranno mettersi in viaggio per andarli ad assistere?

Il 19 ottobre avevo scritto una lettera aperta che titolava più o meno così:” Il nostro ospedale sta diventando un ospedale Covid?” in cui esprimevo preoccupazioni circa la possibilità, per il Cardinal Massaja, di farsi carico anche delle tradizionali patologie, considerando che si ventilava la proposta di trasformare la rianimazione in reparto riservato ai malati Covid.
Non siamo ancora a questo punto ma molti posti letto di svariati reparti sono già stati riconvertiti, si stanno piazzando anche le tende dell’esercito… mentre gli accertamenti diagnostici per le patologie “normali” stanno slittando paurosamente in avanti nel tempo.
E’ davvero preoccupante questa gestione della sanità.
Abbiamo avuto la pausa estiva ma non si è stati in grado di programmare i servizi per la seconda ondata (che pure in molti avevano previsto).
E’ giusto ringraziare le Forze Armate e la Brigata Alpina Taurinense ma… anziché lamentarsi che siamo in zona rossa qualcuno (Presidente Cirio, ad esempio) cominci a farsi un bell’esame di coscienza e si chieda se, onestamente, tutto ciò che era possibile fare è stato fatto nei tempi utili.

Con viva cordialità.
Angela Quaglia – consigliere comunale