Lettere al direttore

Case di Riposo nuovamente chiuse alle visite dei parenti: “L’isolamento pericoloso come il virus”

Riceviamo e pubblichiamo.


Sono la figlia di una ospite in casa di riposo affetta da invalidità grave, e con enorme tristezza e rammarico denuncio il fatto che ancora una volta sono gli anziani, le categorie più fragili, a pagare per l’incapacità del sistema sanitario e socio sanitario, non in grado di proteggerli.

Dopo il tremendo periodo di lockdown in primavera, dopo le numerose normative, tutt’ora vigenti, che hanno regolamentato gli accessi dei famigliari in sicurezza durante i tre mesi estivi, peraltro seguendo regole molto rigide e rispettando un inflessibile protocollo che consentiva le visite a distanza (senza alcun contatto fisico) esclusivamente nelle zone pertinenziali (cortili, giardini, ecc.) e NON residenziali, si è nuovamente dato luogo in alcune strutture per anziani, case di riposo del territorio monferrino e nel caso specifico di Moncalvo, alla improvvisa decisione di chiusura totale alle visite dei parenti, già per altro ridotte al lumicino.

Tale drastica decisione a macchia di leopardo (mi domando come mai al momento diverse strutture del Piemonte consentono ancora visite contingentate e in sicurezza??) è avvenuta senza alcuna fonte normativa che la supporti in quanto il recente DPCM 13/10/2020 recante ulteriori misure per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da
COVID-19 all’art.1 c.6 lettera bb) riporta la stessa identica disposizione dei DPCM precedenti di giugno, luglio, ecc. ovvero:
“L’accesso di parenti e visitatori a strutture di ospitalità e lungo degenza, residenze sanitarie assistite (RSA), hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non, è limitato ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione”

Certo, la continua crescita di casi di positività e ricoveri ospedalieri sul territorionazionale preoccupa tutti, ma sono angosciata vieppiù per lo stato di salute degli anziani come mia madre, ricoverati in strutture assistenziali, il cui reiterato isolamento rischia di essere altrettanto pericoloso quanto il virus.

Ovviamente la chiusura alle visite è la scelta più “semplice” da mettere in atto!! Chiedo se davvero non sia possibile continuare a mantenere la vicinanza dei parenti nel rispetto delle norme che già esistono, o se invece sia più facile evitare di assumersi le proprie responsabilità da parte di chi deve gestire una struttura residenziale per anziani, abbandonando i familiari in uno stato di assoluta impotenza nel contrastare gli effetti negativi di una nuova “chiusura” sulla psiche dei propri cari.

Combattere la solitudine degli anziani, tanto più nei casi di soggetti che non possono mantenere una normale vita di relazione senza l’aiuto determinante dei propri familiari, dovrebbe essere un DOVERE e una preoccupazione primaria da parte di strutture che hanno il compito di assicurarne la salute fisica e psicologica come diritto inviolabile dell’individuo, riconosciuto dall’articolo 32 della nostra Costituzione.

Una figlia angosciata

Lettera firmata