Il Cerchio magico: Con il rientro a scuola il futuro sembra improvvisamente meno fosco

E così, dopo tanta incertezza, i nostri bambini sono tornati a scuola!
È incredibile come un piccolo rito che davamo per scontato, il primo giorno, la cartella nuova, abbia acquisito così tanta forza simbolica: la vita può continuare, con attenzione, un po’ di paura, ma continua.
Questa mattina mentre accompagnavo mia figlia e parlavamo di questo rientro mi ha detto: “mamma sai che non me lo ricordavo che era bello andare a scuola?”, mi sono commossa perché ho realizzato quanto posto abbia, nella delicata memoria di un bambino, un periodo di sette mesi, come quelli che abbiamo vissuto lontano dagli edifici scolastici. Ma mi ha commosso anche la bellezza del riscoprire, come fosse la prima volta, quanto sia bello condividere la propria vita con altri bambini e altri adulti, imparare e mettersi alla prova.

Le preoccupazioni restano, anzi per certi versi si acuiscono, perché ora siamo ben consapevoli di quel che comporta in termini di rischio di trasmissione la vita di comunità, nonostante le scuole stiano facendo del proprio meglio per funzionare in sicurezza. Il fatto è che, come già detto, la sicurezza assoluta non può essere l’unico parametro delle nostre scelte, ma una continua danza tra il “già” e il “non ancora”: alcune cose si possono già fare, altre non ancora, altre forse mai più, ma in ogni caso il micro nemico è ancora tra noi e dobbiamo in qualche modo conviverci.

È di pochi giorni fa la notizia che il vaccino “di Oxford” ha bloccato la sperimentazione a causa di una reazione avversa, anche se verosimilmente non connessa direttamente con esso, ma ad avermi colpito è la teoria avanzata dal New England Journal of Medicine, secondo la quale l’uso universale della mascherina potrebbe contribuire a ridurre la gravità del virus e a garantire che una maggiore percentuale di nuove infezioni sia asintomatica. Se questa ipotesi venisse confermata, allora l’uso universale della maschera potrebbe diventare una forma di inoculazione a dosi basse del virus che genererebbe immunità (almeno temporanea)… un po’ quello che ci si attende da un vaccino.

Io non ho gli strumenti per dire se questa teoria potrà essere confermata, ma trovo di per sé bellissimo che si possa riporre la speranza non solo in un vaccino che alcuni super scienziati stanno studiando, ma nell’impegno quotidiano di tutti noi nel proteggerci a vicenda. Un bell’insegnamento per i nostri piccoli che dovranno usarle per otto ore al giorno e anche per noi, che a volte abbiamo la tentazione attribuire la responsabilità di ciò che accade a un altro imprecisato che ci sta sopra (il governo, i poteri forti, big pharma) per sfuggire alla piccola dose di responsabilità che invece ci compete.
Speriamo ora che questa “normalità” possa durare il più possibile, le difficoltà per bambini, famiglie, insegnanti e pediatri sono tante, ma è importante ora godersi il momento: i nostri figli sono di nuovo insieme e il futuro sembra improvvisamente meno fosco.

Paola Lazzarini

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