Economia: esportazioni in calo nell’Astigiano rispetto al 2018

Nei primi nove mesi del 2019 il valore delle esportazioni piemontesi si è attestato a 34,9 miliardi di euro, registrando una contrazione del 2,9% rispetto all’analogo periodo del 2018. Questo risultato evidenzia le criticità che sta vivendo il tessuto produttivo locale. La performance manifestata dalle esportazioni regionali è apparsa, infatti, in controtendenza rispetto a quella riscontrata a livello complessivo nazionale, realtà per la quale il valore delle esportazioni ha segnato un incremento del 2,5% rispetto al periodo gennaio-settembre 2018.

Nei primi nove mesi del 2019, la crescita tendenziale dell’export mostra notevoli differenziazioni territoriali: resta sostenuta per il Centro (+15,2%), più contenuta per il Nord-est (+1,9%), in lieve flessione per il Nord-ovest (-0,9%) e in netto calo per il Mezzogiorno (-2,8%), a seguito di una marcata flessione per le Isole (-11,1%), parzialmente compensata dalla crescita del Sud (+1,4%).

Nonostante la performance deludente delle nostre vendite oltre confine, anche nel periodo gennaio-settembre 2019, il Piemonte si conferma, la quarta regione esportatrice, con una quota del 9,9% sul totale nazionale, peso in netto calo rispetto al 10,5 dei primi 9 mesi del 2018. Tra le principali regioni esportatrici il Piemonte è stata, infatti, quella che ha realizzato il risultato peggiore. La Lombarda ha evidenziato una sostanziale stabilità del proprio export (+0,4%), il Veneto è cresciuto del 1,1% e l’Emilia Romagna ha realizzato un incremento delle esportazioni del 4,8%.

“In questi primi nove mesi del 2019 si conferma il rallentamento dell’export verso i mercati esteri, un dato sempre più allarmante per le nostre aziende soprattutto se confrontato con il risultato delle esportazioni nazionali (+2,5%) e con quelli delle nostre principali regioni competitor – ha commentato Vincenzo Ilotte, Presidente Unioncamere Piemonte -. Il settore dei mezzi di trasporto, che pesa in modo rilevante sul nostro territorio e che quindi tira giù il dato complessivo, registra una flessione importante del -16,4%, mentre quello dell’auto segna un -37,7%: è evidente la fragilità di un settore in crisi in diversi Paesi europei e la necessità di adottare politiche nazionali immediate a sostegno delle imprese. L’alimentare, invece, segna un buon risultato (+11,2%) che cresce ulteriormente per il settore delle bevande (+19,9%): un segnale, questo, di quanto il nostro ‘made in’ continui a conquistare i compratori esteri”.

Valutando le singole performance trimestrali si osserva come nel corso del 2019 l’andamento delle vendite piemontesi sia stato sempre negativo. Alla flessione del I trimestre (-3,8%) hanno fatto seguito le contrazioni del II trimestre 2018 (-1,9%) e del III trimestre (-3,2%).

Il trend evidenziato dalle esportazioni regionali nel periodo gennaio-settembre 2019 è stato negativo per la maggioranza dei settori di specializzazione piemontesi ad eccezione però del comparto alimentare, che, grazie alla forte crescita dell’export di bevande, ha segnato un incremento complessivo delle vendite oltre confine a doppia cifra (+11,2%).

La meccanica, secondo comparto delle esportazioni regionali, ha mostrato un andamento stazionario (0,0%), seguito in questo trend dalla filiera tessile (+0,5%). L’industria chimica e della gomma plastica ha registrato una variazione tendenziale negativa dell’1,1%, per quella dei metalli il calo dell’export è stato ancora più significativo (-4,6%).

A penalizzare maggiormente il nostro export è stato però, ancora una volta, il settore dei mezzi di trasporto. Questo comparto, che genera poco meno di un quarto delle esportazioni regionali, aveva subito una battuta d’arresto già nel 2018, confermata anche dal risultato complessivo dei primi 9 mesi 2019 (-16,4%). In particolare le flessioni più consistenti hanno riguardato l’export di autoveicoli (-37,7%), del ferrotranviario (-4,2%) e dell’aerospazio (3,2%). Negativo anche il risultato delle vendite oltre confine della componentistica autoveicolare (-2,6%).

Per quanto riguarda i mercati di sbocco, nei primi 9 mesi del 2019 il bacino dell’Ue-28 ha attratto il 60,3% dell’export regionale, quota superiore rispetto a quella dell’analogo periodo 2018 (58,7%). Si è parallelamente ridotto il peso esercitato sul totale delle esportazioni regionali dai paesi Extra Ue-28 (39,7%)

Complessivamente le esportazioni verso i mercati comunitari sono diminuite dell’1,0% rispetto ai primi 9 mesi del 2018. La Francia si conferma il primo partner per il Piemonte, con una quota pari al 14,3% dell’export piemontese e mostra una variazione solo debolmente positiva nel periodo in esame (+0,8%). In flessione, invece, l’export sul mercato tedesco (-2,9%), che assorbe circa il 13,6% delle nostre vendite oltre confine.

Negative anche le variazioni registrate verso Spagna (-3,2%) e Polonia (-1,2%), stazionario il risultato sul mercato britannico (0,0%), mentre risultano in crescita le vendite di prodotti piemontesi in Belgio (+2,2%), Paesi Bassi (+5,1%) e Repubblica Cerca (+6,2%).

Il calo registrato dalle esportazioni verso i Paesi extra Ue-28 (-5,7%) è stato il frutto della riduzione dell’export verso la maggior parte dei mercati di riferimento, ad eccezione degli USA (+5,0%) e del Giappone (+7,9%). In particolare è stata determinante la flessione delle vendite verso la Svizzera (-4,7%), secondo mercato extra Ue per il Piemonte, e verso la Cina (-27,2%). Un calo intenso ha riguardato anche il mercato turco (35,2%) e quello brasiliano (8,1%).

A livello territoriale si rilevano performance negative per quasi tutte le realtà provinciali, fatta eccezione per Cuneo (+4,8%), seconda provincia dell’export regionale, e Vercelli (+7,3%). Novara non evidenzia variazioni significative rispetto all’analogo periodo del 2018 (-0,2%). Contrazioni più pesanti caratterizzano gli altri territori. In particolare il capoluogo regionale, a causa del trend dei mezzi di trasporto, segna una flessione delle vendite oltre confine dell’6,5%. Le esportazioni di Alessandria e Asti si contraggono rispettivamente del 2,9% e dell’8,7%, in negativo anche Biella, la cui variazione tendenziale delle esportazioni si attesta al -5,2%. Il dato peggiore viene registrato dal Verbano Cusio Ossola (-8,9%).