Asti, smantellato dalla Polizia giro di matrimoni fasulli per ottenere il permesso di soggiorno

È stata soprannominata “Colomba Bianca”, per discostarsi evidentemente da quanto emerso nel corso di una lunga e complessa attività investigativa, l’operazione condotta dall’Ufficio Immigrazione della Questura di Asti su un giro di dodici matrimoni fittizi, contratti da italiane con cittadini stranieri, per la maggior parte di origini nordafricane.

L’indagine, resa nota solo dopo molto tempo per evidenti esigenze probatorie ed iniziata nei primi mesi del 2015, ha preso spunto da un’intuizione degli addetti allo sportello dell’Ufficio Immigrazione che si accorgono dell’insolito aumento di richieste di rilascio di permessi di soggiorno per famiglia presentate da extracomunitari sposati con cittadini europei.

Gli accertamenti avviati subito dagli Agenti fanno emergere come, già da diverso tempo, numerosi soggetti di origini nordafricane avessero inoltrato domande di permesso di soggiorno a seguito di matrimoni con cittadine italiane, tutti formalizzati ad Asti; in particolare, viene appurato che le mogli sarebbero state tutte assunte presso una ditta con sede legale nella provincia astigiana, risultata poi estranea alla vicenda, presso la quale, peraltro, le interessate non avevano mai lavorato.

IL MODUS OPERANDI

Attraverso un’articolata serie di riscontri incrociati, corroborati dagli esiti di perquisizioni, intercettazioni e attività di osservazione prolungatesi nel tempo, gli Agenti dell’Ufficio Immigrazione hanno acquisito cospicui elementi di prova circa l’esistenza di un’organizzazione criminale che, basata su di una complessa rete di rapporti con addentellati anche all’estero, tra cui Marocco, Spagna, Francia e Belgio, era solita contattare donne italiane disposte, dietro pagamento di cospicue somme di denaro, a sposare cittadini nordafricani; questi ultimi, irregolari e per la maggior parte pregiudicati, previo anch’essi il corrispettivo di denaro, venivano messi nelle condizioni di permanere sul territorio nazionale avviando richieste di permesso di soggiorno basate su matrimoni fittizi.

Nella sostanza, l’attività dell’organizzazione si esplicitava nell’individuare cittadini italiani, per la maggior parte donne, che, stante le precarie condizioni economiche, venivano attratti dalla opportunità di facili guadagni e nel contattare cittadini nordafricani privi dei requisiti per entrare in Italia, o perché pregiudicati o perché gravati da provvedimenti di espulsione, disposti a pagare per ottenere un permesso di soggiorno.

L’organizzazione, inoltre, si occupava di seguire tutto l’iter burocratico, dalla celebrazione del matrimonio al rilascio del titolo di soggiorno, procurare la documentazione da allegare alle istanze, finanche arrivando a contraffare documenti rilasciate dalle autorità dei paesi di origine degli interessati.

Gli esiti dell’indagine, protattasi per lungo tempo, hanno consentito alla Procura di Asti di contestare a cinque persone, tre italiani ed una coppia di nordafricani il reato di associazione a delinquere, mentre per altri soggetti, a svariato titolo coinvolti nella vicenda, sono state individuate molteplici fattispecie di reato, tra cui spiccano falsità materiale commessa dal privato, uso di atto falso e falsità ideologica in atto pubblico. Complessivamente sono 25 gli indagati per cui è stato chiesto il rinvio a giudizio.