Canelli, aperta per un giorno la mostra fotografica su Nikolaj Roerich

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Sabato 11 maggio 2019, nel Salone della Cassa di Risparmio di Asti, sarà aperta per un giorno la mostra fotografica “La Cultura come priorità. Il messaggio di Nikolaj Konstantinovič Roerich, ideatore del Patto Roerich, prima convenzione internazionale per la protezione dei beni culturali in tempo di pace e di guerra”. In esposizione ci saranno gli scatti delle opere di Roerich e alcuni documenti che testimoniano la proficua attività dell’artista russo attivo nella prima metà del Novecento. Una figura emblematica, quella di Roerich, che, in quanto ideatore dell’omonimo Patto per la protezione dei beni culturali (sottoscritto nel 1935 a Washington dagli Stati Uniti e dai paesi dell’Unione Panamericana), è considerato il “nonno dell’Unesco”.

Il progetto della mostra, prosegue il ciclo di iniziative intrapreso dal Movimento Internazionale Giornata Mondiale della Cultura, che fra il 2010 e il 2018 ha proposto l’esposizione in diverse sedi (Biblioteca Sormani a Milano, Palagio di Parte Guelfa a Firenze, Istituto Internazionale di Diritto Umanitario a Sanremo, Palazzo di Città a Torino), con l’intento di promuovere la conoscenza della figura di Nikolaj K. Roerich e delle sue idee sull’importanza cruciale della cultura per lo sviluppo di una società di pace.

L’esposizione canellese, curata dall’Associazione culturale Artes con il Patrocinio del Club Unesco e del Comune di Canelli, sarà aperta al pubblico dalle 9 alle 18 con possibilità di visita guidata e, nella mattinata, accoglierà gli studenti delle scuole canellesi. L’ingresso è a offerta libera.
Ad arricchire l’appuntamento, inoltre, ci sarà una conferenza aperta ai soci di Artes, in cui saranno approfonditi i temi della mostra.

Biografia

Nato a San Pietroburgo nel 1874, Roerich frequenta contemporaneamente l’Accademia Imperiale delle Belle Arti e la facoltà di Giurisprudenza dell’Università Imperiale. Nel corso della sua vita, che lo porterà dalla Russia all’America e infine in India, realizzerà più di 7000 opere, in cui troviamo riflesso costantemente lo sviluppo del suo pensiero e della sua esperienza di vita.

Di grande valore storico e artistico, restano le scene e i costumi realizzati da Roerich per la prima della “Sagra della Primavera” di Stravinskij nel 1913 e quelli per le produzioni del Teatro d’Arte di Mosca, diretto da Stanislavskij e Nemirovič-Dančenko. Il linguaggio artistico di Roerich si inserisce con originalità nella corrente del simbolismo russo, con opere visionarie sulla spiritualità dell’uomo in ogni epoca e serie dedicate alla natura e in particolare all’imponente bellezza delle montagne dell’Himalaya, al centro della sua produzione artistica negli anni dell’avventurosa spedizione da lui condotta in Asia centrale dal 1924 al 1928 e nel successivo periodo di vita a Kullu, nel Nord dell’India, fino alla sua morte nel 1947.

La questione della protezione dei beni culturali interessa Roerich fin dai primi anni del suo operato in Russia. Fra la fine del XIX secolo e all’inizio del XX erano stati compiuti passi importanti nel riconoscimento della necessità di prendere tutte le misure possibili in tempo di guerra per risparmiare gli edifici consacrati al culto, all’arte e alla scienza. L’idea del Patto Roerich per la protezione dei beni culturali si inserisce quindi su una linea di continuità con le iniziative precedenti in materia. Elaborato dall’artista insieme al professore di diritto internazionale dell’Università di Parigi George Chklaver, presenta come sostanziale innovazione quella di essere un patto non solo per la difesa della cultura in tempo di guerra, ma per la salvaguardia e lo sviluppo della cultura anche in tempo di pace.

I primi due articoli del patto sanciscono l’obbligo di considerare le istituzioni educative, artistiche e scientifiche, nonché le persone e le cose ad esse connesse, come neutrali, da rispettare da parte dei belligeranti senza alcun fattore di discriminazione. Enti e monumenti possono essere registrati e beneficiare della salvaguardia secondo le norme del patto, venendo identificati con il simbolo della “Bandiera della Pace”.

Il disegno della Bandiera della Pace mostra tre sfere circondate da un cerchio di colore magenta su sfondo bianco. Si tratta di un simbolo antichissimo, che si ritrova nell’arte, nell’architettura e nei reperti archeologici di ogni epoca ad ogni latitudine: proprio per questa sorta di universalità viene scelto come simbolo di riferimento per la protezione dei beni culturali indipendentemente dal contesto di appartenenza. In tal senso la Bandiera della Pace è stata definita la “Croce Rossa della Cultura”. Il Patto Roerich viene firmato alla Casa Bianca di Washington il 15 aprile 1935 dai rappresentanti ufficiali degli Stati Uniti e dei paesi dell’Unione Panamericana. Gli ideali del Patto Roerich hanno successivamente trovato continuità dopo la seconda guerra mondiale nella Convenzione dell’Aia del 1954 e nella costituzione dell’UNESCO.

L’eredità di Roerich oggi vive sorti incerte. Sono numerose le associazioni internazionali che si occupano di diffondere le idee del Patto con attività educative e di studiare il vasto insieme di scritti lasciati dalla famiglia Roerich, così come esistono importanti istituzioni che ne preservano il patrimonio artistico, come ad esempio il Museo Roerich di New York. Resta invece poco chiara la decisione del Ministero della Cultura della Federazione Russa di chiudere una delle più importanti istituzioni internazionali dedicate all’eredità culturale della famiglia Roerich, il Museo non governativo Roerich di Mosca voluto da Svjatoslav Roerich, figlio minore di Nikolaj, per crearvi al suo posto un museo statale che i visitatori trovano spesso chiuso e che nei periodi espositivi ha visto un allestimento piuttosto spoglio e dipinti esposti in condizioni non ottimali.

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