Con la Fiera del bue grasso Nizza rivive l’antica tradizione del mercato del bestiame fotogallery

I primi allevatori sono arrivati di buon mattino e alle prime luci dell’alba tutta piazza Garibaldi era già in fermento.

La Fiera del bue grasso di Nizza attira ogni anno moltissime persone tra esperti del settore zootecnico e semplici curiosi accorsi apposta per prendere parte a una manifestazione molto cara alla cittadina monferrina. Le radici dell’evento affondano nella storia: nel Seicento Nizza era un polo cruciale per l’allevamento del bestiame e per il suo mercato, che rappresentavano i due capisaldi dell’economia locale basata principalmente sulle risorse del territorio.

Tra manzi, buoi, vitelle e vacche grasse sono stati circa 45 i capi di bestiame arrivati in città, quasi tutti con un peso superiore ai 10 quintali. Un buon numero che testimonia come da parte degli allevatori, molti dei quali giunti da fuori, ci sia un sentito interesse per la fiera di Nizza. In primis perché è la prima uscita in piazza per i buoi della zona e in secondo luogo perché, a differenza di quelle di Moncalvo e di Carrù, si tratta di una fiera da esposizione, per cui i bovini, al termine dell’evento, possono anche far ritorno nelle rispettive stalle.

Nel corso della mattinata gli spettatori hanno potuto assistere alla valutazione dei capi operata da una giuria composta da medici e veterinari, che si sono avvalsi di uno speciale peso per decretare il bue più pesante, a cui è stato assegnata la famosa “fauda”, una sorta di stendardo da mettere sulla groppa del bue e l’ambito Trofeo Città di Nizza Monferrato, uno dei tanti premi messi in palio dal comune.

Un altro momento suggestivo si è vissuto per le vie del centro al passaggio di un carro d’epoca trainato da una coppia di buoi aggiogati e vestiti con le adatte bardature che ha riportato tutti indietro nel tempo di almeno cent’anni.

Non poteva mancare, come al solito, la buona cucina, con un menù studiato ad hoc che aveva come piatto principe il gran bollito misto con bagnet, annaffiato da un’eccellente “buta” di Barbera dell’Enoteca regionale e servito per tutto il giorno nel Foro Boario.