Palio di Asti: salta la diretta Rai, ma la tv intervista gli sfilanti durante il corteo storico fotogallery

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Una cosa del genere non si era mai vista: gli sfilanti interrotti nel bel mezzo di corso Alfieri, durante il corteo storico, per essere intervistati dalla troupe della Rai.

In barba alle disposizioni, sempre più severe, messe in campo dalla commissione artistica del Collegio dei Rettori per cercare di dare dignità e storicità alla sfilata, l’idea di chiedere un commento imperdibile al cavaliere o alla damigella di turno fa precipitare la credibilità del Palio di Asti al pari di quella di una sagra di paese.

E’ un argomento, quello della comunicazione, che l’Amministrazione, nel suo piano di revisione del Palio di Asti, dovrà affrontare. Non mancano le polemiche per la mancata diretta della finale su Rai 3, polemica che si rinnova ogni anno visto che, pur animati da ogni migliore intenzione, la corsa del Palio è un evento che per sua natura difficilmente ha tempi certi e può stare nei cinquanta minuti canonici della finestra nazionale.

Per evitare che la vetrina nazionale dell’evento si risolva in una serie di spezzoni registrati di quanto accade prima e di una (molto spesso inutile) attesa della finale bisogna forse invertire i termini del ragionamento. Non lavorare sui tempi della manifestazione, che molto spesso non sono contraibili, ma trovare il modo migliore affinché il telespettatore possa fruire di un prodotto ben confezionato, con un capo e una coda che restituisca il senso di quanto accade in piazza e nella città. Magari concentrando gli sforzi con esperti di Palio, che possano spiegare correttamente il senso della Festa, e ponendo dei paletti su cosa fare e cosa non fare.

 

 

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