Asti: Il giudice civile stabilisce che fu dell’automobilista la prevalente responsabilità dell’incidente costato la vita a Edoardo Civitate

Arriva un’importante risposta della giustizia per la famiglia del diciassettenne di Montiglio Monferrato, deceduto nel 2014 per un tragico incidente in moto

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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del Dott. Nicola De Rossi dello Studio Legale 3A

“In sede penale il Pubblico Ministero, già nel marzo 2016, aveva chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio per l’automobilista accusato di aver innescato la carambola mortale, ma la dinamica, oltre che tragica, era complessa, e il processo è ancora in corso. Di qui la decisione di avviare una causa civile che in soli due anni è arrivata a sentenza, pienamente favorevole. Oggi, a quasi 4 anni da quel “maledetto” 16 settembre 2014, la famiglia di Edoardo Civitate, di Montiglio Monferrato, ha ottenuto un’importante risposta dalla giustizia, che ha messo un punto fermo sulle responsabilità di un incidente costato la vita a un ragazzo di soli 17 anni.

La tragedia, che scuoterà tutto l’Astigiano, accade alle 18.30 sulla Sp 457 Asti-Casale, a Castell’Alfero. Con una condotta di guida censurabile, C. P., un (oggi) 44enne del posto, al volante di una Citroen Saxò, si immette sulla Provinciale da una stradina secondaria senza osservare la precedenza e, dopo soli 115 metri, gira nuovamente e improvvisamente a destra in una strada sterrata senza azionare l’indicatore di direzione. Questa serie di manovre avventate costringono il conducente dell’autobus che lo segue ad una brusca frenata per evitare di tamponare l’auto: Edoardo, che procede alle spalle del bus in sella ad un motociclo Yamaha 125, a sua volta frena di colpo ma così facendo viene sbalzato dal mezzo – che termina la sua corsa contro la parte posteriore della corriera – e finisce nella corsia opposta, dove purtroppo sopraggiunge un altro autobus della Stat che lo travolge e lo schiaccia, senza dargli scampo: il ragazzo muore sul colpo per il grave trauma cranico e toracico riportato.

La Procura di Asti, con il Pm, dott. Luciano Tarditi, ha subito aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico del conducente dell’auto incaricando della ricostruzione della dinamica e delle cause del sinistro un consulente tecnico, l’ingegner Nino Crivello, il quale ha concluso che l’incidente era da ascriversi in prevalenza proprio al comportamento dell’automobilista e alle “turbative” che aveva causato. Dunque, il Sostituto Procuratore, a conclusione delle indagini preliminari, ne ha chiesto, ottenendolo, il rinvio a giudizio per aver cagionato la morte di Edoardo Civitate “per colpa conseguente ad una condotta di guida improntata ad imprudenza, negligenza e imperizia”, come si legge nel provvedimento. In particolare, “effettuava una repentina, improvvisa e non segnalata manovra di svolta a destra (…) e determinava una serie di circostanze ed eventi (…), nel concatenarsi dei quali” si verificavano la brusca frenata di Edo, il “volo” dalla moto nella corsia opposta e il drammatico epilogo. Il processo a carico di C. P. però è ancora pendente: la prossima udienza è fissata il 30 ottobre.

Pur a fronte dei riscontri della perizia e di un rinvio a giudizio, tuttavia, la compagnia di assicurazione dell’auto ha congelato i risarcimenti in attesa dell’esito del processo. Di qui la decisione di intraprendere un’azione civile per conto dei familiari, che per essere assistiti si sono affidati, tramite il consulente personale dott. Giancarlo Bertolone, a Studio 3A, società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistro, a tutela dei diritti dei cittadini, la quale ha creduto fin da subito nelle “ragioni” dei propri assistiti, evidenziando e valorizzando gli aspetti della pur complessa dinamica del fatto che deponevano chiaramente a favore della vittima, e collaborato da vicino con il legale della famiglia, l’Avvocato Giulio Vinciguerra, del Foro di Torino.

Nel dibattimento, la controparte ha eccepito sul mancato azionamento dell’indicatore di direzione e richiesto un’altra consulenza tecnica per ricostruire il sinistro, ma nella sentenza pubblicata il 13 luglio, a poco più di due anni dell’atto di citazione – un tempo quasi record per la giustizia italiana -, il giudice del Tribunale ordinario di Asti, dott.ssa Sara Pozzetti, ha confermato la dinamica come ricostruita in sede penale. Sul punto incriminato, in particolare, il giudice ha evidenziato come la circostanza della svolta senza freccia fosse stata riferita non solo dal conducente del bus, ma anche da un altro automobilista che seguiva, che non era stato convolto nell’incidente e che, dunque, non avrebbe avuto alcun interesse a mentire. La sentenza ha sì riconosciuto un concorso di colpa nella misura del 30 per cento da parte di Edoardo, per non aver mantenuto una distanza di sicurezza adeguata dall’autobus che lo precedeva, ma ha altresì concluso che “la responsabilità del sinistro deve essere attribuita prevalentemente (nella misura del restante 70 per cento, ndr) al conducente della vettura Citroen Saxò al quale sono riscontrabili le violazioni di cui agli articoli 140, 145, 153, 154 del codice della strada”.

Il giudice ha quindi stabilito un congruo risarcimento per i danni conseguenti la perdita del proprio caro ai genitori, ai fratelli e anche ai nonni non conviventi di Edoardo, ma di cui è stato provato nel corso del dibattimento l’intenso legame affettivo con il nipote. Ora la famiglia si attende una risposta analoga anche nel processo penale.”

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