Problemi muscolari: l’importanza di una corretta diagnosi per guarire al meglio

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Il crampo è una contrazione muscolare involontaria, brusca e dolorosa che si risolve sempre spontaneamente nel giro di qualche minuto. Spesso trae origine da uno stato di affaticamento, da squilibri idro-elettrolitici o da un deficit energetico.

La contrattura è una contrazione muscolare involontaria a non spontanea risoluzione. Si manifesta con un dolore sub-acuto mal localizzato che insorge alla cessazione dell’attività sportiva, dopo qualche ora o nei giorni seguenti. Quasi sempre è esito di uno stato di affaticamento del muscolo, in reazione ad uno stimolo troppo intenso e/o prolungato. No vi sono lesione anatomiche evidenziabili tramite ecografia ed il problema si risolve nel giro al massimo di dieci giorni.

Anche nello stiramento, o elongazione, non vi è una lesione vera e propria delle fibre muscolari, ma un’alterazione marcata e localizzata del tono muscolare dovuta ad una eccessiva trazione delle fibre muscolari interessate. Provoca dolore immediato e acuto, il più delle volte ben localizzato e costringe l’atleta ad interrompere l’attività pur non comportando necessariamente un’impotenza funzionale immediata. Trattandosi di un infortunio di relativa gravità, se ci si è fermati nel momento opportuno, e con i dovuti trattamenti riabilitativi nel giro di 15-21 giorni si può tornare a praticare attività sportiva.

Lo strappo o distrazione si manifesta tipicamente con dolore acuto, trafittivo e violento, che compare durante l’attività sportiva; molto ben localizzato, impedisca all’atleta di continuare la prestazione. E’ attribuibile alla lacerazione di un numero variabile di fibre muscolari, per cui è sempre accompagnato da sanguinamento e formazione di un ematoma più o meno evidente ed esteso, a seconda dell’entità e della localizzazione della lesione. In relazione all’entità del danno, si suddividono in lesione di primo, secondo e terzo grado.

Una lesione di I grado comprende meno del 5% di rottura delle fibre muscolari. Si ha dolore improvviso e vivo, che può essere di tipo trafittivo, crampiforme o contusivo. Il ritorno all’attività agonistica è previsto dopo 21 giorni circa dalla lesione.

Nella lesione di II grado, si ha la rottura parziale del muscolo, con edema di fibre. L’atleta avverte dolore trafittivo intenso, con immediata impotenza funzionale ed impossibilità a proseguire l’attività. Il ritorno all’attività agonistica è previsto dopo 5/6 settimane circa dalla lesione.

La lesione di III grado corrisponde alla rottura muscolare, totale o subtotale. L’esame ecografico manifesta la retrazione dei due monconi muscolari separati da una vasta zona con ematoma. I sintomi sono dolore vivo e l’impotenza funzionale totale. Sono necessari dai due ai tre mesi per il ritorno all’attività agonistica, che deve essere accompagnata da un programma rieducativo funzionale graduale.

In conclusione, dal momento che il tasso di recidive è abbastanza elevato (dal 20 al 60% dei casi) ci teniamo a sottolineare l’importanza di avvalersi di una procedura di primo soccorso da effettuarsi immediatamente dopo l’infortunio, qualunque esso sia, secondo il protocollo P.R.I.C.E. (Protection, Rest, Ice, Compression, Elevation) in modo da favorire la riduzione del dolore, la formazione dell’infiammazione, dell’ematoma e dell’edema post lesionale.

Fondamentale è rivolgesi sempre a personale qualificato, rispettare i tempi biologici di guarigione del tessuto muscolare e non sottovalutare mai i sintomi, anche se di lieve entità.

Non dimenticate che il riposo è l’arma vincente nella prima parte della terapia: un giorno in più di stop vuol dire giorni, e perfino settimane, guadagnati nel recupero.

Buon sport a tutti!

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