Ambiente, cultura, piccolo commercio e sostenibilità. Ecco l’idea di città di Beppe Rovera

Una città più vivibile e a misura d'uomo: Beppe Rovera, volto noto di Rai 3 e da poco giornalista in pensione, ha deciso di scendere nell'agone elettorale proponendo una sua visione della città.

“E’ un modo anche per onorare l’impegno con chi mi ha sostenuto in questi mesi: ho provato a mettere le mie competenze a disposizione di un progetto politico di centrosinistra che potesse portare le istanze della società civile, ma non si è riuscito a trovare un accordo con gli altri partiti, e così ho deciso di scendere in campo in prima persona”.

“Vorrei una città consapevole delle proprie risorse, forte del suo patrimonio storico, artistico e culturale, capace di appropriarsi del ruolo naturale di capitale di un territorio premiato dall’Unesco – afferma Rovera – ma anche una città della ragionevolezza, che non ha paura, solidale, sensibile ma non piegata dalle mutazioni di una società mai così percorsa e ferita da turbolenze di ogni genere, a ogni livello. Una città delle proposte e del confronto, che chiama a raccolta le associazioni, le professioni, le creatività, le espressioni più attive della comunità per riformulare un progetto condiviso di rinascita. Una città del rinnovamento in chiave ecologica, dove una visione armoniosa, che attraversi tutti i settori dell’economia, del lavoro, della trasformazione urbanistica, riconduca a una qualità della vita accettabile per tutte le fasce della popolazione”.Una visione ambiziosa che parte da alcuni capisaldi cari al giornalista da sempre impegnato nelle tematiche ambientaliste: “Serve un freno deciso al consumo di suolo per agevolare riqualificazioni, ripristini, manutenzioni di aree pubbliche urbane. Nuove destinazioni per i contenitori cittadini dismessi e divenuti propagatori di degrado, specie in zone pregiate del centro. Tutto questo senza dimenticare di preservare l’assetto idrogeologico”.

Altri temi su cui il candidato insiste sono quelli legati alla sostenibilità della città: “Bisogna pensare alla realizzazione di una vera area pedonale nel cuore storico della città, capace di alimentare flussi crescenti di presenze con l’intensificarsi di iniziative di promozione delle attività commerciali. Inoltre bisogna valorizzare il nostro enorme patrimonio storico e artistico con l’inserimento di una figura come quella del “Manager della Cultura”, anche sotto forma di collaborazione esterna, che agisca di concerto naturalmente con le forze economiche e politiche della città per assicurare il raggiungimento di risultati di eccellenza e che apporti un know how specifico che valorizzi l’insieme museale (oggi assai dispersivo e disomogeneo) potrà forse aiutare in tal senso. Anche per immaginare una vera Cittadella della Cultura, occasione per compattare nel centro storico le eccellenze specifiche con l’offerta, anche all’estero, di una visione più europea del nostro territorio, davvero in sintonia col profilo attribuitogli dall’Unesco. Inoltre serve l’impegno delle banche, degli enti pubblici per la creazione di micro incubatoi, per rilanciare l’artigianato di qualità, dalla ceramica alla tessitura, alle lavorazioni del ferro, promuovendo una filiera ad oggi pressoché inesistente. Tutto favorendo il mondo giovanile, pronto, se sostenuto, a intraprendere iniziative in cooperativa e non solo”.

Insomma, uno programma fortemente sui temi ambientali per un rilancio che passa dal verde e dal rilancio culturale. Ma soprattutto condiviso. Non a caso, infatti, il primo passo di un Rovera sindaco sarebbe quello di convocare degli Stati Generali di Asti affinché ognuno possa dire la sua.

Alessandro Franco