Aramengo: la piscina è solo una proposta della variante urbanistica, ma è già polemica

Da alcune settimane nel comune di Aramengo si è accesa una dura polemica: al centro della querelle la variante urbanistica per favorire la costruzione di una piscina.

Secondo il Comitato locale “Amici di Canuto” e il Movimento nazionale Stop al Consumo di Territorio in pericolo sono l’ambiente e la democrazia stessa.  Il sindaco Cristiano Massaia replica che non c’è ancora nulla di cui discutere così animosamente e che non vuole inutili e pericolosi allarmismi.

Tutto nasce alcune settimane fa quando l’amministrazione comunale richiede una Variante al Piano Regolatore che consentirebbe la costruzione di una piscina con annesso impianto di pirolisi sulla collina di Canuto.

Attualmente la pratica è alla verifica del consiglio provinciale. Il parere sarà poi inoltrato al consiglio comunale che ne prenderà atto.

Da quando è stata inoltrata la richiesta in paese è stato fondato un comitato cittadino: firmatarie 28 persone che si sono presentate durante un incontro pubblico lo scorso 10 marzo per esprimere la propria posizione.  

“Quello che sta succedendo è assurdo Non ci sono ancora progetti e nulla di certo o approvato. Quindi nulla su cui discutere in maniera seria” afferma il primo cittadino. Per ora, infatti, ci sono solo una proposta di Variante alla verifica del consiglio provinciale, degli studi di fattibilità e un progetto di sei anni fa.

Già nel 2011 il Comune aveva provato a partecipare ad un bando regionale che dava  finanziamenti per la costruzione di impianti sportivi. “All’epoca non se ne fece nulla, ma ora abbiamo iniziato a mettere a confronto quel progetto con nuovi studi di fattibilità e con la possibilità di investimento da parte di un privato”

Alla querelle si aggiunge nelle ultime ore un nuovo capitolo. L’amministrazione si sarebbe rifiutata di consentire l’affissione (a pagamento) di un manifesto in cui il Comitato “Amici di Canuto” annuncia un dibattito pubblico a Castelnuovo don Bosco ed esprime le proprie criticità al progetto. “È un atto grave, che lede uno dei principali diritti sanciti dalla Costituzione: quello del diritto di espressione. Se è comprensibile che l’amministrazione possa essere infastidita dalla presa di posizione contraria di un Comitato civico, è davvero sorprendente e inaccettabile la scelta di negare l’espressione pubblica: la democrazia è fatta di posizioni non necessariamente univoche e chiunque ha il diritto e il dovere di proporre le proprie tesi” commenta amareggiato Alessandro Mortarino del  Movimento nazionale Stop al Consumo di Territorio.

Massaia conferma di non aver dato il permesso: “Prima di tutto è curioso che il dibattito si organizzi a Castelnuovo e non ad Aramengo. In secondo luogo sono dell’idea che un conto è organizzare un incontro per manifestare il proprio punto di vista e le proprie perplessità, altro discorso è creare allarmismo”.

Secondo i detrattori della piscina il manifesto “era un semplice avviso per annunciare un appuntamento pubblico in data 19 aprile a Castelnuovo don Bosco per esprimere la propria preoccupazione per il progetto, formula una serie di quesiti tecnici ben definiti e conclude esprimendo il proprio parere sull’illegittimità della variante urbanistica. Nessuna contumelia, nessuna offesa”.

Di altro parere Massaia che evidenzia come le immagini del manifesto riportassero segnali di pericolo e altre immagini di allarme “che intendono giocare sulla sensibilità delle percorse creando apprensione”. “Per ora non abbiamo ancora nulla di definitivo né sull’approvazione della variante né sul progetto. Quello che è sicuro è che siamo solo all’inizio e che si prefigura una lunga battaglia” conclude Massaia.