Lettere al direttore

Asti, Passarino: “Sul tema migranti occorre cambiare marcia”

Riceviamo e pubblichiamo a lettera di Giuseppe Passarino sulla questione migranti ad Asti.

Gent.mo Direttore,

Venerdì scorso ho partecipato ad un confronto con altri candidati a sindaco presso il teatro parrocchiale N.S. di Lourdes. La serata prevedeva anche le domande dal pubblico, una ,in particolare, mi ha colpito.

Un’insegnante, in relazione alla presenza, sul territorio di Asti, dei cittadini stranieri richiedenti Protezione Internazionale (questa è la definizione corretta, per brevità chiameremo migranti), chiedeva se fosse dignitoso vederli tutto il giorno in giro per la città senza una meta a gruppi o singolarmente. In particolare, abitando nella zona Nord ,dove si trova insediato l’attendamento della Croce Rossa, rilevava lo stato attuale del parco adiacente, a causa dell’utilizzo delle aree verdi come campo di calcio ormai in uno stato degradato. Senza peraltro, dico io, che il Comune e i cittadini che da sempre lo utilizzano, possano vedere da parte dell’Ente a cui i migranti sono assegnati, interventi di ripristino, o di divieto di utilizzo . Faceva presente, sostenuta anche da altre persone, che questa situazione, provoca, ormai uno stato di malessere diffuso in tutta la popolazione, arrivando a domandarsi quando finirà, preoccupata di vedere un’invasione di persone, senza un progetto chiaro e pubblico da parte delle autorità, di come si svilupperà la situazione.

Ed io, nonostante abbia fatto, precedentemente, un dibattito con alcune delle associazioni che si occupano della gestione dell’accoglienza con la presenza anche dell’assessore Vercelli, mi rendo conto che occorre trovare a tempi brevi una soluzione che vada oltre questa, ormai perenne, emergenza se non si vuole che il senso del sentirsi abbandonati e “non più padroni a casa propria” , provochi , non solo nei gesti, ma soprattutto nel modo di pensare : l’intolleranza e il rifiuto ad accettare movimenti migratori provocati dal non aver saputo governare e valutato a livello internazionale, situazioni di vita inaccettabili in un mondo globalizzato e che spinge chi le vive a cercare, a tutti i costi, per sé, ma soprattutto per i loro figli una vita che, comunque vada, sarà migliore di quella vissuta dai loro genitori.

Se non si è in grado di far conoscere alla popolazione: gli investimenti, i dati, le azioni svolte nei confronti di queste persone, di spingere il governo a presentare un progetto sulla futura convivenza delle varie realtà, di rispondere a cosa succederà in futuro; se non si sa trovare per ciascuno dei migranti, oggi presenti, un impegno quotidiano attivo che non porti alla apparente, ma in molti casi reale indolenza provocata da una completa inattività, coloro preposti a queste azioni non solo si sottrarranno ad un ruolo di loro responsabilità, ma si renderanno artefici del malessere e dell’ indignazione già presenti, sempre più fomentate e strumentalizzate.

La mancata condivisione con la gente, della problematica, da parte dell’attuale Amministrazione, rischia inoltre di eludere un impegno preso nei confronti dei cittadini. Mi sembra poco corretto, generalizzare sugli interessi economici e sulle capacità delle associazioni che si occupano dell’accoglienza. Il ruolo del Sindaco deve comunque essere rispettato e come tale ha diritto di pretendere trasparenza da parte delle associazioni anche non dipendenti dal comune, rendendo pubblici i bilanci.

I numeri sono importanti: sul territorio cittadino dovrebbero essere presenti il 3/1000 dei migranti quindi 235( a cui si può aggiungere una percentuale valutata dalla Prefettura) ,ad oggi ce ne sono 459 di cui 122 della CRI. L’ultimo esito della gara per l’affidamento del servizio di accoglienza ha un importo di aggiudicazione di € 8.505.000. Cifre di tale entità, generano sicuramente perplessità e opposizione a priori, quindi vorrei non lasciare un argomento ,di così alto valore umano relegato ad un mero dibattito teorico, chiedo quindi di poter essere, come cittadino innanzitutto, chiamato ad un confronto per decidere cosa e come programmare il futuro di queste persone ad Asti.

Giuseppe Passarino