Rapporto tra Occidente e Oriente: successo per la conferenza di Alessandro Barbero

Uno straordinario Alessandro Barbero ha incantato e coinvolto una sala gremita a Palazzo Mazzetti venerdì scorso.

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Trattando,con la consueta competenza e capacità di comunicazione, la storia del rapporto con le popolazioni “barbare” dell’impero romano attraverso i secoli, con importanti spunti di riflessione sulla situazione attuale della migrazioni, il famoso storico ha deliziato la platea che affollava il convegno con un racconto sempre vibrante e piacevole.

“Servire” é per i Lions anche dare l’opportunità alla società civile di accrescere la propria conoscenza attraverso eventi culturali. ” Il passato – scrisse argutamente Edward H. Carr in Sei lezioni sulla storia – è comprensibile per noi soltanto alla luce del presente, e possiamo comprendere il presente unicamente alla luce del passato. Far sì che l’uomo possa comprendere la società del passato e accrescere il proprio dominio sulla società presente: questa è la duplice funzione della storia”.

Barbero è uno storico troppo scaltro per fare indebite generalizzazioni tra le nostre attuali società e l’impero romano. Egli ci mostra come siano mondi troppo distanti per cultura, per orizzonti valoriali, per conoscenze tecniche e scientifiche.
Oggi l’immigrazione, e la gestione delle sue imprevedibili dinamiche, è al centro delle preoccupazioni dei governi europei, e l’Italia, in virtù della sua peculiare situazione geografica, una sorta di porta spalancata verso l’Europa, deve confrontarsi quotidianamente con questo fenomeno, non senza schizofrenie, incomprensioni e ritardi normativi.

La situazione è complessa, investe equilibri geo–politici internazionali, mette a dura prova la nostra politica verso gli Stati della sponda sud del Mediterraneo, diffondendo a piene mani preoccupazione e inquietudine in società come quella italiana che sta attraversando una crisi culturale (non solo economica e politica) della quale non si intravede

Ripercorrendo strade già battute da studiosi di prestigio, viene fuori un’immagine non stereotipata di un Occidente e Oriente in perenne conflitto, ma dove i rapporti commerciali determinano mescolanza tra uomini, lingue e culture.

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