La parola della settimana di Cesare Torta: Renziloni

L’incarico di formare un nuovo governo è stato affidato a Paolo Gentiloni. Dopo Dalemoni e Renzusconi adesso salterà fuori Renziloni, ovvero l’ombra del premier Renzi battuto al referendum continuerà ad incombere nel Palazzo attraverso il fedelissimo Gentiloni.

Puntuale è già scattata la campagna di protesta contro l’ennesimo premier e governo non usciti da una legittimazione elettorale. Troppo complicato spiegare che se si voleva che il premier fosse eletto direttamente dal corpo elettorale occorreva approvare la riforma costituzionale proposta dal centro destra nel 2006 (bocciata da un referendum popolare) e se si voleva che le cose fossero meno complicate bastava approvare l’ultima riforma costituzionale che prevedeva la sola fiducia della Camera e, in abbinamento con la legge elettorale Italicum, (pur con i suoi limiti) modalità più semplici per garantire una maggioranza stabile e quindi una governabilità.

Quindi finché l’attuale costituzione rimane in vigore, e ormai dovrebbe essere chiaro a tutti che non è facile cambiarla, il Presidente del Consiglio non è eletto dal popolo ma riceve un incarico dal Presidente della Repubblica e poi la fiducia dai due rami del Parlamento. Questo dice la Costituzione più bella del mondo che va difesa a tutti i costi e non va stravolta da modifiche che potrebbero portare a una deriva autoritaria (Sic).

A questo punto è chiaro a tutti che è impossibile andare ad elezioni in tempi brevi perché la legge elettorale è da cambiare (sia per la questione di incostituzionalità sia per la mancanza di una legge elettorale per il Senato). Quelli che sostenevano che le regole bisogna scriverle tutti assieme hanno avuto adesso l’occasione di formare un governo transitorio con lo scopo di approvare una legge elettorale finalmente condivisa da tutti ma come sempre ha prevalso l’interesse di parte e, in vista delle prossime elezioni, ognuno lavora per il proprio tornaconto.

E’ molto meglio lasciare l’attuale maggioranza a cavar le castagne dal fuoco da sola, criticare la nuova eventuale legge elettorale che ne uscirà e presentarsi alle elezioni duri e puri con le promesse di un futuro fulgido e sereno, dove regneranno l’abbondanza per tutti e la libertà.

Viva l’Italia !