Vesime, una mostra fa rinascere l’aeroporto partigiano Excelsior

Ci sono voluti 71 anni per uscire dal ricordo ed entrare nuovamente nella memorabile impresa dell'Excelsior, l'aeroporto partigiano tra le colline: dopo tre anni di ricerche storiche, ideazione di installazioni interattive e multimediali, risistemazione e allestimento degli spazi, è pronta la mostra documentaria permanente fortemente voluta da Israt, Comune di Vesime, Consiglio Regionale del Piemonte, Comitato regionale Resistenza e Costituzione.

Più informazioni su

L’inaugurazione è fissata per domenica 17 gennaio, alle 10.30, in Municipio: dopo il saluto del sindaco Pierangela Tealdo interverranno il presidente dell’Israt Lucio Tomalino, testimone della costruzione dell’Excelsior come partigiano dei fazzoletti azzurri badogliani, e Lorenza Balbo, figlia del comandante della II Divisione Autonoma Langhe Piero Balbo, “Poli”, che ideò la pista sulla sponda destra della Bormida di Millesimo con Neville Darewski, l’ufficiale britannico del SOE (Special Operation Executive) conosciuto come il maggiore Temple.

A Lorenza Balbo, componente del Comitato scientifico della mostra permanente, il merito di aver recuperato all’Imperial War Museum di Londra (Museo Imperiale della Guerra) documenti inediti redatti dagli alleati sull’Excelsior, in visione negli spazi che apriranno al pubblico il 17 gennaio. La cerimonia di inaugurazione proseguirà con l’esposizione del progetto da parte del suo coordinatore Mario Renosio, direttore dell’Israt, che sottolineerà come l’iniziativa sia stata resa possibile anche grazie alla collaborazione degli istituti storici della Resistenza di Alessandria, Cuneo e Savona (data la collocazione geografica dell’aeroporto, posto alla convergenza di quattro province) e con i contributi del Consiglio Regionale e delle Fondazioni CRAT e CRT.

Le conclusioni saranno affidate al vicepresidente del Consiglio Regionale Nino Boeti, convinto sostenitore del progetto sull’Excelsior. A seguire la visita guidata con Francesco Fassone e Alice Delorenzi, curatori dell’allestimento. Costruita su un campo agricolo e lunga inizialmente 900 metri, la pista, nata grazie ai partigiani e agli abitanti della zona (progettista Pasquale Balaclava), accolse il primo atterraggio il 17 novembre 1944. Qualche settimana dopo, durante i rastrellamenti, i tedeschi la ararono per metterla fuori uso; venne nuovamente riattivata per raggiungere un’estensione di 1100 metri. La sua funzione fu quella,
fino alla Liberazione, di facilitare l’arrivo delle missioni alleate e il trasporto di feriti e caduti. Ma il maggiore Temple non riuscì ad assistere all’avverarsi del suo sogno: morì l’antivigilia del primo atterraggio.

Più informazioni su