L’iniziativa, fissata per le 17.30, è proposta da Israt, Cepros, associazione Tempi di fraternità, CSV (Centro servizi volontariato Asti e Alessandria), Uni-Astiss, Palazzo Mazzetti.
Francesco Scalzo, nato a Valguarnera (Enna) nel 1927, per sfuggire dalla fame del dopoguerra emigra nel 1946 in Francia, dove lavora in miniera a Valencienne, esperienza che proseguirà in quella belga di Seraing (Liegi) e nell’industria siderurgica.
Il 1946 è anche l’anno dell’accordo “uomo-carbone” tra l’Italia e il Belgio: l’Italia si impegna a inviare in Belgio mille minatori a settimana, ricevendo in cambio 200 chili di carbone al giorno per ogni minatore emigrato. Il massiccio esodo e lo sfruttamento della manodopera avrà il suo momento più drammatico dieci anni dopo l’accordo, con la tragedia della miniera di Marcinelle.
Quando va in pensione, Scalzo, sopravvissuto a un grave incidente sul lavoro, collabora col gruppo “Mémoires ouvrières” (Memorie operaie) che raccoglie, con finalità storiografiche, testimonianze di lavoratori della regione. È in questo contesto che decide di scrivere la propria biografia, pubblicata in francese col titolo “Le train du nord” nel 1997 e successivamente anche in italiano. A Seraing morirà nel 2015.
La sua storia, diventata la stessa di tanti emigranti italiani, e il quadro storico in cui maturò saranno commentati a Palazzo Mazzetti da Mauro Forno, presidente Israt e docente di storia contemporanea all’Università di Torino, Giada Baldi, dottoranda in storia contemporanea all’università di Torino, Giuseppe Virciglio, psicologo dirigente all’Asl TO1.
Ingresso libero.