Asti, il CIF comunale, provinciale e la consigliera nazionale Renza Binello sostengono il Documento sulla Pace del CIF Nazionale

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Il Centro Italiano Femminile Provinciale di Asti presieduto da Clelia Viazzi ed il Centro Italiano Femminile Comunale di Asti presieduto da Paola Rizzotti, unitamente alla Consigliera Nazionale del CIF Renza Binello ( e Presidente CIF del Piemonte ), sostengono con forza il DOCUMENTO SULLA PACE, del Consiglio Nazionale del Centro Italiano Femminile-Presidente Renata Natili Micheli e ne promuovono la massima divulgazione.

Di seguito il testo integrale del documento (clicca qui per scaricarlo in pdf —->>> DOCUMENTOdel CENTRO ITALIANO FEMMINILE ( CIF) SULLA-PACE

Il Consiglio nazionale del Centro Italiano Femminile, riunito a Roma presso la sede nazionale nei giorni 22/23 ottobre 2022, dopo ampio dibattito sul tema della guerra di aggressione della Russia di Putin contro l’Ucraina invadendone i confini, che rischia di incendiare non soltanto il continente europeo ma il mondo intero, ha condannato fermamente il proseguimento del conflitto e, pur condividendo le sanzioni messe in atto contro l’invasore e il sostegno in armi offerto al Paese aggredito, ha deciso quanto segue:

premesso

-che una guerra di aggressione è intrinsecamente immorale e che l’esercizio del diritto a difendersi deve rispettare «i tradizionali limiti della necessità e della proporzionalità»,
-che i danni causati da un conflitto armato non sono solamente materiali, ma anche morali,
-che la guerra è sempre «il fallimento di ogni autentico umanesimo»,
-che bisogna ripudiare la logica che conduce ad essa, in quanto la guerra non è mai fattore di progresso e di avanzamento della storia insieme all’idea che la lotta per la distruzione dell’avversario e la guerra stessa siano fattori di progresso,
-che è un compito dei cristiani denunciare sempre il peccato d’ingiustizia e di violenza che, in vario modo, attraversa le società e in esse prende corpo originando situazioni di belligeranza,
-che ogni forma di rottura delle relazioni di giustizia e di amore anche dentro una sola comunità sociale ne turba la pacifica convivenza e spinge al conflitto,
-che «la potenza terrificante dei mezzi di distruzione, accessibili perfino alle medie e piccole potenze, e la sempre più stretta connessione esistente tra i popoli di tutta la terra, rendono assai arduo o praticamente impossibile limitare le conseguenze di un conflitto che, di qualsiasi proporzioni e dimensioni esso sia, «è sempre una sconfitta dell’umanità»,

affermando

-che la pace è possibile,
– che la vera pace è frutto della giustizia, virtù morale e garanzia legale del pieno rispetto di diritti e doveri,
-che è costruzione, cui è votata la storia dell’umanità in quanto ad essa ambisce,
-che è «frutto dell’ordine immesso nella società umana dal suo Fondatore e che deve essere attuato dagli uomini assetati di una giustizia sempre più perfetta» (Gaudium et Spes, 78)»,
-che si realizza soltanto donandosi il vicendevole perdono che non consiste nel soprassedere alle legittime esigenze di riparazione dell’ordine leso, ma nel risanare in profondità le ferite che sanguinano negli animi, ristabilendo i rapporti umani turbati,

le donne del Centro Italiano Femminile chiedono

al diritto internazionale, onde evitare che prevalga la legge del più forte, di creare «un’autorità giuridica pienamente efficiente» che si affianchi agli istituti del negoziato, della mediazione, della conciliazione, dell’arbitrato, espressione della legalità internazionale, che sia investita del
compito di proporre percorsi di riconoscimento vicendevole dei due contendenti, al fine di ritornare ad un equilibrio attraverso l’attivazione di processi di responsabilità e di prossimità.

Propongono

che il Santo Padre, riconosciuto come “un’autorità giuridica pienamente efficiente” anche per prestigio morale universalmente condiviso, nella Sua veste di pellegrino venga investito dell’autorità di incontrare i due contendenti

Perché

solo donando dignità ai partecipanti e facendo leva sulla relazione infranta che porta con sé sofferenza e dolore, si può dare voce ai bisogni e desideri delle vittime di entrambi i campi di battaglia, ristabilendo il principio che la pace non è affidata all’esercizio della legge del più forte

Ma

traguardo della convivenza sociale da costruirsi ogni giorno anche con il vietare la produzione, l’accumulo, la vendita e il traffico delle armi.

Centro Italiano Femminile
Presidenza Nazionale

Roma, 27 ottobre 2022
Prot. 102/22

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