“Una vita per il cinema”: chiude definitivamente il Cinema Lux di San Damiano d’Asti

Riceviamo e pubblichiamo.


La storia di un cinema non è solo quella di un edificio commerciale ma racchiude una comunità e racconta anche un Paese. Quella del Cinema Lux di S. Damiano è parte viva della famiglia Bongiovanni da ben tre generazioni (la quarta affacciata da poco alla vita). Il 1° settembre 2022 ha chiuso i battenti dopo anni di gloriosa attività a cavallo tra due secoli.

Un’ avventura che parte da lontano con Carlo, classe 1919 con la passione per il cinema e lo spettacolo in genere. Fin da bambino esponeva i cartelli pubblicitari dei film per il “Vittoria” – l’unico cinema del paese – e girava la manovella di un organo antico per fare musica nella sala. Parallelamente – con un amico – a 9 anni proponeva spettacoli di marionette (autoprodotte) che riscuotevano un grande successo sia in paese che nelle frazioni. I soldi racimolati servivano per altri allestimenti. Intanto in paese, insieme al cinema sonoro, si era aperto un altro cinema e tra concorrenza e alterne vicende – il “Vittoria” alla fine fallì e si avvicendarono diversi proprietari. Intanto Carlo era passato da maschera a operatore di cabina e non solo.

Così – nel 1935 – acquistò il “Vittoria” per 8000 lire e tutti presero per pazzo sia lui che il padre che gli aveva prestato i soldi. Furono anni duri, di grande fatica in cui non si risparmiò per attirare il pubblico. L’arrivo del servizio militare e della guerra costituirono un altro problema ma non si scoraggiò. Da Bari, inviava le istruzioni ai genitori per la gestione del locale (che fu anche requisito). Nonostante la guerra, il cinema continuava ad avere successo. Il problema era il trasporto delle pellicole che non esitò a portare anche in bici – andata e ritorno – da Torino accordandosi, alla fine, con gli autisti della Facis. Nell’estate del ‘45, allestì il “Parco Azzurro” con 600 posti, un cinema all’aperto in via S. Rocco. In quell’anno si sposò e la moglie lo aiutò nell’attività gestendo anche altri locali nell’astigiano. Nel ‘49 nacque il figlio Sergio.

In quegli anni, acquistò il nuovo cinema “Splendor” insieme al socio Ramello ma l’acustica era pessima. Così riprese la gestione del “Vittoria” dove, per ovviare anche la concorrenza con il nuovo cinema parrocchiale, iniziò a proporre spettacoli di varietà. Intanto aveva riacquisito lo “Splendor” che, nel frattempo, era stato dotato di un ottimo impianto sonoro. Nel frattempo, erano acquisiti o ceduti altri locali nell’astigiano. Intanto, nel 1956, aprì – nella sede Agis di Torino – un Ufficio di assistenza e programmazione per i locali del Piccolo Esercizio arrivando a coinvolgere più di 60 gestori.

Ma una grande svolta arrivò proprio in quegli anni con l’acquisto di una vecchia sala da ballo con attigua abitazione. Venne demolito tutto e – oltre alla casa nuova – “Vittoria” venne trasferito in questa sede con un nuovo nome: “Cine Teatro Lux” che, in breve, ospitò ben 700 posti compresi quelli della galleria. Furono anni di grandi successi non solo cinematografici ma anche di compagnie teatrali come quelle di Macario, Gipo Farassino, Franco Barbero e Campanini. Intanto, dagli anni ‘70, nella gestione venne affiancato dal figlio Sergio e portarono anche all’apertura di locali a Courmayeur, Limone e Savigliano. Negli anni ‘80 la tragedia del cinema Statuto di Torino determinarono altri lavori importanti per la sicurezza ma anche la ricerca di nuove idee per attirare il pubblico facendo concorrenza al “Cristallo” e allo “Splendor” che, nel frattempo, era diventato il secondo cinema parrocchiale. I continui investimenti, però, premiarono negli anni il “Lux” ma soprattutto la capacità di intercettare le nuove esigenze del pubblico.

Carlo, nel frattempo, venne eletto delegato Nazionale e Vice Presidente A.N.E.C. a Roma per i P.E. nel 1986. Nel 1989 la nascita delle multisala e la relativa concorrenza fu una nuova sfida. Nel 1990 venne costruito un palcoscenico nuovo mentre a inizio anni 2000, nacque una saletta più piccola con 100 posti che permetteva di differenziare le proiezioni ma anche di fronteggiare un diverso approccio del pubblico al cinema. Si installò il 3D e, nel 2012, arrivò il digitale, trasformazioni gestite da Mauro, la terza generazione.

“Abbiamo cercato di essere sempre all’avanguardia cercando anche di rendere un servizio al paese aprendo anche solo per 5 persone. Oggi il paese non ha più vita, a parte pochi e sporadici eventi, la sera è tutto chiuso. Sono stati anni bellissimi e questo il lavoro che mi ha reso felice. Oggi, guardando alle spese energetiche, mi rendo conto che è giusto chiudere ma se la situazione fosse diversa avrei cercato di resistere. C’è tristezza e mi mancherà moltissimo il rapporto con i nostri clienti abituali che, spesso, arrivano anche da Asti in cerca di locali tradizionali, tranquilli e curati nei particolari” dice il titolare. Di certo il “Lux” rimarrà nella storia del paese e, intanto, chissà quali altre avventure aspettano la famiglia Bongiovanni specialmente con l’arrivo del piccolo Cesare, la quarta generazione, che non racconta una fine ma un nuovo magnifico inizio.

Giovanna Cravanzola

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