Maurizio Rasero: “Palio 2022 record di incassi, ma ora dobbiamo dirci le cose come stanno: a partire dall’ubicazione della corsa” fotogallery

Il Palio 2022 va in archivio, ma, come era già stato annunciato alla vigilia, da oggi si apre un’ampia riflessione su quello che sarà il futuro della Festa. Non lo nasconde Maurizio Rasero, che questi giorni di Palio li ha vissuti come apprensione. Non solo per la sua anima paliofila ma per il fatto che ha dovuto prendersi personalmente la responsabilità di far correre il Palio in Piazza Alfieri, dopo che nei giorni precedenti tecnici del ministero avevano dato parere negativo sulla fattibilità della pista in piazza e solo con un’assunzione diretta di responsabilità da parte del primo cittadino si è potuto procedere alla corsa del Palio.

Sindaco, ora lo possiamo dire: un bel rischio. Un altro sindaco avrebbe firmato? E, soprattutto, perché c’è una disparità di trattamento tra il nostro Palio ed eventi simili che si svolgono in Italia?

Alla prima domanda non sta a me rispondere. Certamente questa città non ha mai avuto molti sindaci paliofili: ho ritenuto giusto firmare perché era essenziale correre il Palio quest’anno. Alla seconda, invece, come primo cittadino ho il dovere di difendere il Palio, e ho fatto presente la cosa al Ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, che era seduto in tribuna di fianco a me. Bisogna difendere le tradizioni come quelle del Palio, che sono un patrimonio di storia e socialità per le comunità. Per questo ci muoveremo, con il prossimo Governo, fin dai primi giorni per tutelare il Palio anche con interventi a livello normativo, se necessario.

Parliamo dell’edizione 2022. Una seconda batteria lunghissima. Ad un certo punto c’è stato un gesto plateale per indicare al mossiere di partire ad ogni costo.

Partiamo da un presupposto: il Palio dura 4 o 5 ore, ma non sono ore di adrenalina, anzi spesso sono di attesa estenuante. Bisogna rivedere profondamente la tempistica, perché il Palio deve essere uno spettacolo avvincente, cosa che ora non è. Se poi ci aggiungiamo che la visuale della piazza non permette a tutti di capire cosa succede, ecco che allora una mossa lunghissima, come è capitato ieri, mette in crisi tutto il pubblico sulle tribune. Tempistica e visibilità sono due fattori da ripensare profondamente.

E’ un problema di troppi partecipanti? E non tutti adeguati?

Ieri (parlando di comitati che non avrebbero riempito la piazza come San Lazzaro in occasione della vittoria ndr) ho fatto un esempio per il mondo del Palio, sapendo di parlare all’interno di un borgo che conosce il Palio e sa come viverlo a fondo. Però non voglio entrare nel merito della questione: abbiamo fatto discorsi di ore con i rettori e loro sanno quelli che sono i problemi del Palio e del Comitato. Problemi che non si possono liquidare in una battuta. Posso fare un esempio storico, legato a Siena: quando Violante di Baviera, con il suo bando, riorganizzò le contrade, ne soppresse alcune, perché non erano più in grado di far fronte alla partecipazione del Palio.

Il Palio,  però, è andato benissimo.

Sì, abbiamo battuto ogni record di incasso: 244mila euro, con i biglietti esauriti praticamente già il giorno prima. Ottima anche la diretta Rai, che ha regalato una bellissima immagine della città e della Festa in tutta Italia. Tanti turisti per Asti, con bar e ristoranti che hanno lavorato a pieno regime.  Sono tutti elementi che sottolineano, una volta di più, la bontà della scelta di anticipare il Palio alla prima domenica di settembre, dove, anche se si trova il tempo un po’ capriccioso come quest’anno, dopo un temporale la temperatura risale nuovamente a valori estivi. Fra qualche settimana forse avremmo messo tutti la maglia. 

Adesso però si pensa già al Palio 2023.

Sì, come ho annunciato si partirà già, probabilmente la prossima settimana, con un Consiglio del Palio. Sto pensando di convocarlo in modalità straordinaria, allargata non solo ai rettori ma ad altri esponenti dei comitati, e anche alla presenza dei sindaci dei comuni partecipanti. Dobbiamo dirci in faccia le cose come stanno e guardare al futuro del Palio. Dobbiamo essere pronti a scelte clamorose.

Tipo?

Per esempio l’ubicazione della corsa: dobbiamo pensare al problema della visibilità, e a al fatto che ora c’è una certificazione, nero su bianco, che non si può correre in piazza Alfieri. Bisogna sempre sperare che, all’ultimo, qualcuno si prenda la responsabilità di tutto? E se un sindaco non firma non si corre il Palio? Pensiamo poi alla visibilità e al fatto di quanto sia penalizzante. Dobbiamo mettere tutte le questioni sul tavolo. Come ho già detto in passato, il nostro compito è che il Palio si possa svolgere in maniera tranquilla, senza, ogni anno, rimanere appesi con l’ansia fino all’ultimo. Le scelte verranno fatte insieme, ma bisogna tenere ben presente tutti i rischi che si corrono, a partire dall’eventualità di saltare un Palio.