Marcello Coppo rassegna le dimissioni da Assessore del Comune di Asti: la sua lettera

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Riceviamo e pubblichiamo la lettera di dimissioni da assessore di Marcello Coppo in seguito alla sua elezione alla Camera dei Deputati.


Egr. Sig. Sindaco
Dott. Maurizio Rasero

Consegnata a mani
OGGETTO: dimissioni

Egregio Sig. Sindaco, Ciao Maurizio,
Come è risaputo, sono stato eletto a rappresentare alla Camera dei Deputati la nostra Nazione e il territorio identificabile come Langhe, Roero e Monferrato.
Il lavoro che mi aspetta è impegnativo e assorbirà molto tempo e concentrazione. Ritengo quindi giusto rassegnare le dimissioni da assessore in modo che Tu possa individuare una persona che dedichi anima e corpo alle deleghe ricevute. Come già ampiamente anticipato alla cittadinanza e agli organi di informazione, mi succederà una persona di grande fiducia ed esperienza come Luigi Giacomini e pertanto la continuità della Giunta è garantita, senza perdere tempo, come siamo abituati ad operare.
Approfitto dell’occasione per ringraziare il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia e quindi Federico Cirone e Roberto Venturini, oltre a Paolo Bassi che ne faceva parte nei 5 anni precedenti e ovviamente Carlotta Accomasso che ne farà parte. Come è mia usanza, prima di sedermi nei banchi della Giunta, passo sempre a stringere la mano ai consiglieri del gruppo che mi hanno sempre sostenuto e dato la forza politica di stare e agire in Giunta. Questo ringraziamento è pertanto una stretta di mano metaforica che rimarrà agli atti.
Ringrazio i consiglieri di maggioranza e i componenti della Giunta, compresi quelli della passata “consiliatura”, per il supporto e lo schietto confronto che hanno sempre garantito.

Ringrazio anche i consiglieri di minoranza con i quali c’è sempre stato un buon rapporto di rispetto personale e umano, al netto della dialettica politica anche accesa.
Ringrazio tutti i colleghi consiglieri, assessori, sindaci (anche dei paesi) in generale che ho incontrato nella mia vita amministrativa in comune, circoscrizione compresa, perché, magari a loro insaputa e me ne scuso, mi hanno insegnato molto e mi hanno migliorato ogni giorno, ogni consiglio comunale, compresi quelli più aspri o anche quelli ostruzionisticamente più noiosi, ogni riunione anche non formale era una lezione di vita. Vorrei ricordarVi tutti in questa lettera ma mi servirebbe almeno un anno per scrivere cosa mi ha trasmesso ognuno di loro.
Non ho mai patito gli attacchi, alcuni li ho anche graditi, magari per la tecnica usata o per il loro contenuto e, se oggi sono quello che sono, è proprio per questo processo interiore di “tesi, antitesi e sintesi” di hegeliana memoria. Ogni interpellanza, comunicato stampa, intervento in cui venivo citato confermava che la mia azione politica non era neutra o peggio inutile rispetto alla realtà politica o amministrativa.

Posso dire che la mia carriera politica (arte nobile a dispetto delle velenose sirene antidemocratiche dell’antipolitica) ha fatto un salto di grado grazie a tutti Voi, compreso tu Maurizio che chiedi a te stesso sempre il massimo e Ti adiri molto nelle rarissime occasioni in cui non ci riesci. Metro che usi quindi con i collaboratori che per sentirTi dire un “bravo” magari passano 4 anni, sempre se si riesce a sentirtelo dire, ovviamente solo sottovoce e appena prima di un nuovo appunto critico quasi a pareggiarlo, a dire “vedi di non sederti”. Tale approccio mi ricorda molto quello dei miei genitori che, quando portavo a casa il massimo dei voti, mi dicevano “hai giusto fato il tuo dovere”, ma sotto sotto erano fieri di me ma correttamente ritenevano che era meglio non incensarmi per non farmi sedere sugli allori. Sarà forse per questo che i complimenti e le lodi un po’ mi imbarazzano.

Un grazie sentito va a chi ha creduto in me e nella mia azione politica, specialmente agli inizi, quando non c’era altro motivo che amicizia personale o famigliare, ammetto infatti che mi ha scritto di pugno una lettera un caro amico di infanzia e, ricordandomi gli inizi e alcuni aspetti comuni di famiglia, mi ha fatto commuovere a tal punto da dover interrompere la lettura per l’eccessiva lacrimazione. Voglio rispondergli appena possibile nello stesso modo, di pugno ma su carta intesta della Camera dei Deputati, so che la terrà per futura memoria.
Ebbene sì, anche Coppo piange e ammetto che la consegna di questa lettera all’ufficio protocollo mi fa sorgere emozioni che solo nell’adolescenza ho provato. L’importanza del ruolo di amministratore pubblico non è infatti data dall’esterno, quella è solo una conseguenza, ma da quanto uno se la sente come responsabilità nei confronti di tutte quelle persone che si sono recate al seggio a fare un segno con la matita e magari a scrivere un cognome sulla scheda.

Questo non è un addio ma un arrivederci perché la politica comunale è nel mio DNA e sarò quindi al servizio di tutte quelle persone che si cimentano nella “cosa pubblica”, persone che, per puro spirito di volontariato (solo così si può definire il consigliere comunale e in molti casi anche gli assessori e i sindaci), si dedicano all’attività amministrativa della propria comunità, guardatemi quindi come uno di Voi, prestato al Parlamento. Al netto dell’Onorevole, sono sempre Marcello.
Molto probabilmente ho esagerato e sono andato anche fuori tema ma quando il cuore batte forte, anche la ragione e il formalismo devono lasciare spazio perché la politica sana è sangue, fatica e sudore e quindi merita il rispetto che si confà a uno dei pilastri della Democrazia e delle Istituzioni della Repubblica Italiana.
Con affetto, Grazie.

L’Assessore
Avv. Marcello Coppo

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