Lettere al direttore

“Voto utile: i 5 Stelle più vicini ai punti della sinistra rispetto a tanti altri”

Riceviamo e pubblichiamo una riflessione di Michele Clemente e Luisa Rasero sulle imminenti elezioni politiche del 25 settembre.


Voto utile? Nell’ambito della sinistra ampiamente intesa, circolano appelli e dichiarazioni che sostanzialmente invitano a votare il Partito Democratico e coalizione annessa. Invito rivolto – anche a chi si sente molto distante dal Pd – almeno per quanto riguarda la quota uninominale, al fine di impedire che la destra possa sfondare i 2/3 della rappresentanza parlamentare e manomettere la Costituzione a suo piacimento. Si potrebbe osservare che questo esito nefasto, se si verificasse, sarebbe una diretta conseguenza del Rosatellum, il sistema elettorale che deriva il suo nome da tal Ettore Rosato, all’epoca esponente del Pd prima di passare a Italia Viva. Ma bando alle recriminazioni, anche se ammettere i propri errori sarebbe un’ottima pratica. Veniamo al presente.

Delle due, l’una.

O siamo effettivamente di fronte al rischio di una deriva fascistoide, e allora si applichi una strategia da Cln. Nel Cln parteciparono tutti, dai comunisti ai monarchici, con l’unica discriminante di essere contro Mussolini e il suo regime. Si sapevano le differenze ma era tutto rimandato a dopo, a quando sarebbe stata conquistata la democrazia. Questa logica oggi impone un fronte anti-destre che, se ce la fa ad accettare Brunetta e Gelmini, deve includere anche i 5 Stelle.

Oppure non siamo di fronte a tale pericolo, e quindi il Pd si può permettere di escludere qualcuno per ripicca o per altro. Qualcuno, cioè il Movimento 5 Stelle, che – piaccia o meno – nei punti di programma è senz’altro più vicino alle sensibilità di sinistra rispetto a quei due figuri nominati sopra o ad altri più o meno similari. Dal Reddito di Cittadinanza alla guerra. E allora se questo rischio non esiste o non è così grave o insomma non tale da far superare alcune discordie, noi respingiamo l’appello al voto utile al mittente e ci riprendiamo piena libertà di voto anche per la quota uninominale.

Si chiama principio di non contraddizione, una cosa non può essere contemporaneamente vera e falsa. E non può essere vera una cosa e vero anche il suo contrario. O no?

Michele Clemente
Luisa Rasero